I centri antiviolenza: servizi e prassi di accoglienza e di assistenza.

I centri antiviolenza: servizi e prassi di accoglienza e di assistenza.

18 Giugno 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

Il periodo di quarantena ha visto tra i soggetti più vulnerabili, che hanno avuto maggiori difficoltà ad adattarsi alla reclusione forzata, le donne vittime di violenza che si sono trovate a stare in casa col proprio persecutore. Da questi, violenza e abuso sono usati per stabilire e mantenere il potere e il controllo sulla propria partner. Gli abusi possono essere diretti ed espressi con forza e brutalità, ma possono essere anche caratterizzati da un comportamento meno evidente, come l’indifferenza verso i bisogni della compagna o il rifiuto a considerarla con equità nella coppia. Per aiutare le donne che si trovano in queste situazioni il nostro sistema socio-sanitario mette a disposizione una rete di servizi sul territorio, ospedalieri, e ambulatoriali, e socio-assistenziali, anche attraverso strutture come i centri antiviolenza al fine di assicurare un modello integrato di intervento.  In merito a questi servizi il report dell’Istat “Violenza di Genere ai tempi del Covid-19: le chiamate al numero verde 1522” ha evidenziato che il 13% delle chiamate ricevute durante il lockdown ha riguardato la richiesta di informazioni sui centri antiviolenza e il 28,3% la richiesta di informazioni sul servizio 1522, facendo così emergere la necessità da parte della popolazione di ricevere indicazioni su cosa offrono i territori per contrastare il fenomeno della violenza di genere.

Cosa offre il territorio Salernitano?

Sul territorio salernitano è presente da anni il centro antiviolenza Linearosa gestito dall’associazione Spaziodonna che offre diversi servizi: accoglienza; colloqui personali; linea telefonica 089 254242 attiva 24 ore su 24 attraverso la quale ottenere ascolto e informazione; sostegno psicologico; consulenza e assistenza sociale e legale e la possibilità di ospitalità nelle cosiddette case rifugio.

L’obiettivo finale di Spaziodonna, afferma la Presidente dr. Vilma De Sario Tabano, sarebbe di poter arrivare alla chiusura del centro antiviolenza perché ciò significherebbe che non viene più violata l’identità di nessuna donna. Non c’è infatti solo l’impegno di contrastare la violenza ma anche la volontà di prevenire questo fenomeno attraverso testimonianze e azioni concrete di educazione all’affettività nelle scuole.

Per poter entrare in contatto con il centro, sito in Via Gaetano Quagliariello snc, è possibile recarsi presso lo sportello oppure chiamare il numero di pubblica utilità 1522 o il numero sopracitato 089 254242, così da essere accolte ed ascoltate. Lo spazio dedicato ai colloqui è ampio ma discreto e rispettoso delle esigenze di ogni utente, per offrire un aiuto adeguato alle necessità di tutte, i colloqui sono svolti da assistenti sociali, psicologhe e avvocate, pronte a consigliare e a prendere in carico le richieste di ciascuna. Le volontarie accolgono le donne con garbo e competenza e le accompagnano al servizio per loro più pertinente.

L’impegno di Spaziodonna

La presidente di Spaziodonna ha accolto con piacere la possibilità di un confronto per ribadire che oggi è il nostro momento per agire perché non dobbiamo fare l’errore di pensare che i diritti e le opportunità conquistate in passato rimangano per sempre affermando che: “A noi donne, adesso, spetta il doveroso compito di continuare a scuotere le coscienze per rivendicare la dignità che troppo spesso ci viene negata.”

Tra le fila di questa associazione è annoverata Filomena Lamberti, donna testimone di una violenza atroce e barbara, la cui colpa, come lei stessa ammette, è stata quella di amare troppo, di essere innamorata dell’amore, come tante altre giovani, e di non aver lasciato prima, quando era ancora in tempo, il suo aguzzino. Una mattina, mentre dormiva, il suo ex marito le ha versato dell’acido addosso. Filomena è stata doppiamente vittima: di un uomo che avrebbe dovuto amarla e dell’ingiustizia della “legge uguale per tutti” come racconta nel libro corale “Un’altra vita” edito da Spaziodonna, i cui proventi sono devoluti ad aiutare le donne che hanno subito violenza. Questa donna resiliente ha pensato bene di raccontare la sua storia affinché nessun’altra giovane resti cieca davanti a un amore malato.

 

di Maria Marino e Patrizia Morretta