Pubblici esercizi, Di Porzio (Fipe): «Anche noi ai tavoli istituzionali»

Pubblici esercizi, Di Porzio (Fipe): «Anche noi ai tavoli istituzionali»

4 Maggio 2020 0 Di Arianna Bruno

Partecipare ai tavoli istituzionali in cui verranno decise le linee guida in vista della ripresa totale delle attività: è quanto chiede Massimo di Porzio, presidente regionale di Fipe, la federazione che rappresenta la categoria dei pubblici esercenti. L’associazione, infatti, ha sottolineato l’importanza di un lavoro congiunto tra istituzioni e rappresentanti di categoria, che sia in grado di garantire gli standard di sicurezza.

L’ultima ordinanza sulla Fase 2 del governatore della Regione Campania, Vincenzo de Luca, ha dato un po’ di ossigeno alle attività.

Siamo contenti che il presidente abbia accolto le nostre richieste, concedendo anche la vendita con asporto. L’unica cosa che mi preoccupa è la previsione di responsabilità del datore di lavoro per eventuali assembramenti all’esterno dell’attività: è una norma che non trova precedenti nella legislazione dei pubblici esercizi, ed è pericoloso minacciare sanzioni economiche finanche la chiusura per qualcosa che avviene all’esterno degli esercizi, dove normalmente è la forza pubblica che deve sorvegliare e agire. È una previsione che va subito eliminata, anche perché non è prevista per altri esercizi.

Dopo asporto e consegne a domicilio si dovrà cominciare a pensare a riprendere anche il servizio in sala. 

La fase successiva al 4 maggio porterà le aziende a mettersi in discussione. Il problema più grande è che non vi è nulla di certo: non conosciamo una data né una modalità per la ripresa delle attività. I pubblici esercizi rappresentati da Fipe, per forza di cose, hanno a che fare con il pubblico ed è per questo motivo che la nostra categoria più di altre ha bisogno di linee guida. È prioritario informarci poiché abbiamo bisogno di organizzarci per garantire gli standard di sicurezza ai clienti.

Nelle ultime settimane è emersa l’esigenza di coinvolgere maggiormente i rappresentanti di categoria.

È proprio per questo motivo, infatti, che chiediamo di essere presenti ai tavoli in cui si prenderanno decisioni importanti: una commissione di medici non può decidere e non può conoscere le esigenze di chi lavora in un bar, in una pizzeria o in un ristorante. Bisogna garantire regole attuabili alle aziende: i rappresentanti di categoria, in tal senso, possono dare un contributo significativo.

Oltre alla partecipazione è necessario anche un supporto economico. 

Le aziende hanno bisogno di liquidità per ripartire: la Fipe, sul piano nazionale, ha chiesto la concessione di un contributo a fondo perduto, un incremento dei prestiti e l’estensione della cassa integrazione. I titolari di attività hanno bisogno un sostegno, perché solo in questo modo possono garantirlo anche alle famiglie che lavorano per loro. In Campania l’emergenza è stata ben gestita: adesso, però, è il momento di dare sicurezza alle aziende senza dimenticare il senso di responsabilità.

di Arianna Bruno