Emergenza Coronavirus: chi si preoccupa della scuola?

Emergenza Coronavirus: chi si preoccupa della scuola?

26 Aprile 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

La crisi causata dall’epidemia di Coronavirus ci ha insegnato che la scuola è uno dei settori che risente per primo delle conseguenze di un’emergenza.

La situazione emergenziale sembra non aver sensibilizzato il modus operandi del Ministero dell’Istruzione, il quale, nella persona della Ministra Lucia Azzolina, ha perseverato a portare avanti provvedimenti non propriamente ispirati ad un criterio logico.

DECRETO SCUOLA: DOCENTI PENALIZZATI

Nel D.M. 20/04/2020 (Decreto Scuola) -, oltre alle varie indicazioni concernenti la DaD – la Didattica a Distanza, valevole negli intenti, ma molto confusionaria nelle linee guida, tanto da conoscere ancora un’applicazione “a macchia di leopardo” su tutto il territorio nazionale -, la questione promozione ed esami di maturità, ha leso, in modo particolare, la categoria dEI docenti: infatti, è stato bloccato l’aggiornamento delle Graduatorie d’Istituto, il cui triennio (2017/2020) sarebbe scaduto quest’anno, rimandando lo stesso all’A.S. 2021/2022. Ciò comporta il mancato inserimento di centinaia di migliaia di neodocenti, oltre all’impossibilità di richiesta di mobilità per i colleghi – tra cui il sottoscritto – già in graduatoria: una scelta totalmente anticostituzionale.

Motivazione? Non essendo digitalizzata la domanda – la sola prima parte è telematica, la seconda è ancora in formato cartaceo ed affidata alle segreterie scolastiche -, la Ministra ha asserito che, considerata la situazione, è impossibile gestire la mole di domande che arriverebbe alle istituzioni scolastiche italiane. Sarebbe stato necessario attivarsi per la digitalizzazione delle stesse da tempo immemore, consci del venturo aggiornamento, ma tant’è.

CONCORSI: POCHI POSTI PER LA CAMPANIA

I Concorsi Scuola non sono però rimandati: era attesa in Gazzetta Ufficiale nella serata di venerdì 24 aprile la pubblicazione di ben 4 bandi dei suddetti concorsi – non pervenuta -: due bandi di concorso straordinario e due di concorso ordinario per le medie e superiori, per un totale di quasi 50.000 posti.
Bandi che hanno conosciuto una storia travagliata: inizialmente, lo straordinario per l’immissione in ruolo era aperto al solo personale docente che aveva effettuato tre annualità di servizio nella scuola pubblica; successivamente è stata aperta la possibilità anche ai precari del mondo degli istituti paritari, ma solo per conseguire l’abilitazione sulla classe di concorso in cui hanno accumulato i tre anni.
Inutile dire che la mole di domande prevista sarà superiore a quella prevista per l’aggiornamento graduatorie: in questo caso non vi sarebbe alcun problema di incartamenti?

Per non parlare delle ripartizioni irrisorie dei posti messi a bando: per quanto concerne la Regione Campania, e nella fattispecie le classi di concorso delle materie letterarie, la ripartizione per il concorso ordinario è la seguente:

A022 – Italiano, Storia e Geografia nelle Scuole Medie Inferiori: 301 posti;
A011 – Italiano e Latino nei Licei: 38 posti;
A012 – Italiano, Storia e Geografia negli Istituti Tecnici e Professionali: 80 posti;
A013 – Italiano, Latino e Greco nei Licei Classici: 6 posti.

Tant’è. 485 posti per una Regione che conta quasi 6 milioni di abitanti.

Dietro questi numeri c’è una mole di docenti che studia da anni, facendo sacrifici morali e sforzi economici non indifferenti, senza riuscire a vedere la fine del tunnel.
Come si può pensare che la richiesta di docenti sia così esigua, così irrisoria? Non hanno idea di quanto siano fondamentali i supplenti, i veri “salvatori” dell’apparato scolastico? Non immettendoli, saranno numerose le cattedre che quest’anno resteranno scoperte, lasciando i ragazzi in un mare magnum d’ignoranza.
Non dando loro l’opportunità d’innamorarsi del sapere, della cultura, fondamento basilare di una Nazione, e di cui la Scuola dovrebbe esserne il Tempio.

E non concedendo, altresì, a noi docenti, di scendere in trincea e di combattere insieme a loro.

Non lamentiamoci poi se siamo e resteremo sempre indietro.

di Manuel Miranda