La realtà del Mezzogiorno nell’era della pandemia

La realtà del Mezzogiorno nell’era della pandemia

17 Aprile 2020 0 Di Arianna Bruno

L’emergenza sanitaria che sta limitando la libera circolazione di gran parte della popolazione mondiale è stata recepita e assorbita in modo diverso dagli eterogenei tessuti socio-economici all’interno del nostro stesso Paese.
Ogni sistema produttivo ed economico si fonda sul libero scambio di beni e servizi e, dunque, della moneta; proprio questo principio fondante è stato colpito di riflesso dalla legittima e indifferibile necessità di contenere la libera circolazione dei cittadini. Il nostro territorio, così come la nostra economia, risentono di culture, stili di vita e soprattutto di opportunità profondamente differenti.

 

Mezzogiorno: la parte più vulnerabile del Paese

Va da sé, quindi, che il nostro Mezzogiorno, al di là di ogni ragionevole dubbio, con i pochi grandi insediamenti industriali ed una miriade di piccole attività spesso a conduzione familiare, è la parte più vulnerabile del Paese.
Il governo, per far fronte all’emergenza economica conseguente al lockdown, ha varato misure di sostegno che impattano, nelle varie regioni, non in egual misura. Vale questo sia per l’accesso al credito con garanzia statale così come per il cosiddetto Fondo Gasparrini, nonché per altre misure di carattere marginale rispetto a queste ultime.
Verosimilmente un’impresa, in questo momento di emergenza, avrebbe bisogno di crediti a fondo perduto anziché di credito di firma, che altro non è che un ulteriore debito, sebbene con garanzia statale, che risulta comunque gravare come un macigno in una situazione finanziaria delle imprese oltremodo complicata. Lo stesso Fondo Gasparrini, rivolto alle esposizioni debitorie per i MUIF – mutui prima casa – solleva un dubbio non trascurabile; difatti le famiglie del Mezzogiorno, che in situazione di normalità facevano fronte al pagamento delle rate anche con redditi derivanti dal sommerso, sono penalizzate. Non è possibile inoltre aderire alle agevolazioni del Fondo se si risulta formalmente disoccupati ad una data antecedente.

 

Crisi post-emergenza: quali soluzioni?

Questi interventi, oltre che essere misure iniziali caratterizzate dalla necessità di dare concretamente e subito una risposta efficace alla popolazione, possono ritenersi una parziale soluzione in merito alla questione economica del paese post pandemia.  Resta tuttavia da evidenziare come il governo, non potendo predisporre interventi di politica monetaria, abbia riciclato le sue competenze, adattandole alle necessità contingenti, compatibilmente con quanto i pregressi trattati impongano, spesso con atti di imperio restrittivi e poco flessibili, che impediscono, seppur nella loro indiscussa legittimità, facoltà soggettiva di manovra, quanto mai necessaria in virtù delle suesposte differenze culturali dei paesi ai quali  le norme intendono rivolgersi. Nello specifico sarebbe opportuno, in questi casi, intervenire con decisione sul problema, attuando importanti revisioni di natura politico-monetaria e cioè stampando moneta; nostro malgrado, però, la capacità del Paese di assolvere a questo compito è stata da tempo trasferita in seno alla BCE che, nell’insieme di una visione globalistica del vecchio continente, assurge a catalizzatore delle complesse questioni economiche di ogni singolo stato, al fine di impostare l’enorme macchina dell’economia europea, per natura di fattor comune, la cui risultante è un impatto non lineare nell’economia interna degli stati membri.
Ciò che ne deriva da questo complesso scenario e’ che la forbice tra Nord e Sud del Paese rischia di allargarsi, rendendo sempre più pesante ed evidente il divario. Se difatti il Nord può contare sulla presenza di importanti realtà nazionali e non, concretamente più solide, il nostro Mezzogiorno da decenni  si caratterizza per la presenza di piccole attività che rendono sicuramente eterogeneo il suo tessuto economico, ma anche più esposto a rischi sistemici.
Ciò non significa che il tessuto economico del Nord non subirà conseguenze, anzi ne avra’ e gravi, ma certamente queste avranno un impatto socio-economico di portata inferiore rispetto al Sud del Paese.
Questo è un dato di fatto.

 

di Giulio Mercurio