
Quarto appuntamento con la rassegna “RaccontaStorie”: Lorenzo Peluso presenta “Euthymìa”
13 Marzo 2025Sabato 15 marzo, alle ore 19.30, presso i locali della Fondazione Picentia a Pontecagnano Faiano, si terrà l’incontro “RaccontaStorie, ogni storia è un viaggio”, con protagonista il giornalista Lorenzo Peluso e il suo ultimo libro Euthymía. Viaggio nei segni per fermare il tempo.
L’opera, un libro fotografico, raccoglie le storie di 44 donne anziane, nate durante il fascismo e cresciute negli anni della guerra. Attraverso ritratti in bianco e nero, Peluso esplora i segni del tempo sui loro volti, facendo emergere le emozioni che raccontano un’intera esistenza. Un viaggio tra memoria e identità, che interroga il senso del tempo e della vita vissuta.
“Euthymía. Viaggio nei segni per fermare il tempo”, con prefazione di Antonio Masiello, fotogiornalista di Getty Images, nasce dall’idea di valorizzare il patrimonio di memoria che le persone anziane rappresentano all’interno di una comunità. “Questi incontri mi hanno dato l’occasione di riconciliarmi con la memoria delle mie nonne, che ho conosciuto poco”, scrive l’autore. “Mi è stata data l’opportunità di osservare la dolcezza e le cure amorevoli della famiglia nei confronti di queste persone anziane, di prendere coscienza della loro storia e delle persone che li hanno vissuti”.
Le 44 fotografie ritraggono donne di un piccolo borgo del salernitano, Sanza, con età comprese tra gli 80 e i 97 anni: madri, mogli, nonne, raccontate attraverso il gioco di luci e ombre della fotografia in bianco e nero, che restituisce il significato profondo delle linee incise dal tempo.
“Ogni storia merita di essere raccontata”, afferma Giuseppe Bisogno, presidente della Fondazione Picentia. “Raccontare significa dare dignità alla memoria e al presente di una comunità. Con ‘RaccontaStorie’ vogliamo che le voci di un territorio non restino sospese nell’oblio, ma trovino spazio per essere ascoltate e comprese. Il libro di Lorenzo Peluso si inserisce perfettamente in questo percorso: la sua capacità di fermare il tempo nei volti delle donne di Sanza ci ricorda che la storia non è fatta solo di eventi, ma di persone. E quei volti potrebbero appartenere a tante altre donne, di tanti altri borghi della nostra provincia e oltre. Perché la memoria, quando viene raccontata con questa intensità, diventa universale”.