Luoghi della cultura: la storia di Eboli

Luoghi della cultura: la storia di Eboli

4 Ottobre 2023 0 Di Alessandro Mazzaro

Le origini. La storia della città di Eboli risale a tempi antichi: alcuni ritrovamenti sulle colline, infatti, testimoniano una frequentazione del territorio risalente a periodi anteriori al terzo millennio avanti Cristo.

La prima testimonianza risale all’eneolitico e riguarda la presenza di tombe collettive della cosiddetta civiltà del Gaudo (1800- 2500 a.C.) rinvenute nella località Madonna della Catena, nei pressi dell’attuale cimitero. Le similitudini culturali riscontrate con popolazioni Egeo-Anatoliche hanno fatto pensare ad un loro approdo nelle aree dell’attuale territorio ebolitano, anche se vi sono ulteriori ipotesi che rimandano alla presenza di una civiltà autoctona che si è poi diffusa su tutta l’area che corrisponde all’attuale Campania.

All’età del bronzo, inoltre, corrispondono alcuni ritrovamenti – in particolare il fondo di una capanna sulla collina di Montedoro che sovrasta il centro storico – che rimandano a contatti con il Mediterraneo Orientale.

E’ a partire dal nono secolo che si hanno riscontri di contatti con la cosiddetta Civiltà Villanoviana: in questo periodo, infatti, sopraggiunsero nella Piana del Sele popolazioni provenienti dall’Etruria Meridionale che, partendo dall’insediamento di Pontecagnano, antica Amina, si spostarono nelle aree interne fino ad arrivare al Vallo di Diano. In questo periodo, dunque, si consolidò sul territorio la presenza etrusca ed Eboli divenne un punto d’incontro tra le civiltà e le economie della piana e quelle collinari e montane delle zone interne.

A partire dalla fine del quinto secolo avanti cristo, Eboli diventò un centro di riferimento di tribù lucane che crearono sulla collina di Montedoro una cittadella fortificata da cui si poteva dominare tutta la piana del Sele.

La fase romana: Eburum. Con l’avvento dei Romani e la costruzione della Via Popilia (che collegava Capua a Reggio) Eboli divenne un importante centro artigianale e commerciale: si ha testimonianza, infatti, che alle spalle del castello vi fosse un importante quartiere artigianale risalente al terzo e secondo secolo avanti cristo, in cui è possibile oggi ammirare alcune delle fornaci meglio conservate dell’Italia Meridionale.

In periodo romano Eboli divenne un vero e proprio aggregato urbano che inglobava botteghe artigiane e che le garantì per la prima volta il titolo di Municipium. A questo periodo risalgono i ritrovamenti di un tempietto votivo rinvenuto sulla collina di Montedoro e di una serie di Ville Rurali presenti lungo l’area del Sele.

La fase medioevale. Con la caduta dell’Impero Romano, Eboli come altri centri meridionali viene distrutta e saccheggiata dai Saraceni nel nono e decimo secolo.

Riprende vigore con l’egemonia longobarda quando, con le strutture fortificate presenti sul suo territorio e la costruzione del castello, diventa un importante caposaldo del sistema difensivo del principato di Salerno.

E’ da questo momento che diventa uno dei più importanti centri a sud di Salerno: è qui che Roberto il Guiscardo, sovrano normanno, eleva la basilica benedettina di San Pietro Apostolo. Ed è proprio qui che nasce il poeta Pietro da Eboli, autore del carme in favore di Enrico VII composto in occasione della disputa sulla successione dai Normanni agli Svevi.

Con Federico II, inoltre, Eboli divenne feudo privilegiato e con gli Angioini un centro politico-religioso di fondamentale importanza. In questo periodo fu costruito l’edificio gotico di San Francesco da cui partirono committenze per la realizzazione di prestigiose opere d’arte come il quadro della Crocifissione di Roberto di Oderisio.

Il periodo moderno e contemporaneo. Con la fine del periodo angioino e l’avvento del regno aragonese, Eboli non perse il suo prestigio, bensì fu scelta da Filippo II di Spagna come sede di principato da assegnare al suo Segretario di Stato Rui Gomez de Silva. In questo periodo la moglie di Rui Gomez, Anna de Mendoza, col titolo di Principessa di Eboli, passò alla storia per una serie di eventi che oggi sono in fase di ricostruzione e sono al centro di dibattiti storiografici.

Ma è il cosiddetto episodio dell’Arco dei tredici uno degli eventi maggiormente significativi della Eboli seicentesca. L’episodio rievoca l’uccisione di tredici nobili nei moti del 1647: esso rimbomba ancora nella memoria popolare come simbolo di rivolta ai soprusi e alle prepotenze ed è stato un perenne monito a quanti volessero violare i diritti del popolo. La perenne battaglia per la reintegrazione dei beni demaniali usurpati è una costante che trova il suo epilogo nelle lotte che si svilupparono nella piana del Sele tra gli anni 40 e 50. Di tutto ciò vi è traccia ancora nel bellissimo centro storico, nelle sue costruzioni e monumenti che raccontano attraverso le immagini la storia di questo territorio.