Ocse: il PIL italiano nel 2021 crescerà del 4,5%
31 Maggio 2021La crescita del Pil italiano nel 2021 sarà del 4,5 per cento, mentre l’anno successivo sarà del 4,4 per cento. È quanto emerge dalle stime dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) contenute nell’Economic Outlook. “Un ulteriore sostegno alla politica fiscale stimolerà la crescita nella seconda metà del 2021 e preserverà la capacità produttiva, ma aumenterà anche i livelli del debito pubblico”, spiega l’Ocse. Nel 2021 “una crescita globale più rapida sosterrà la ripresa della produzione, delle esportazioni e degli investimenti, che beneficeranno anche di maggiori investimenti pubblici”, si legge nel rapporto. Secondo l’Ocse, “i consumi riprenderanno con la rimozione delle restrizioni alla mobilità e la ripresa della crescita dell’occupazione. Gli alti livelli di risparmio attuali diminuiranno gradualmente”.
Dinnanzi a uno shock internazionale come quello del coronavirus c’è stata troppo poca cooperazione internazionale, il risultato è che le prospettive di ripresa sono troppo ineguali, ha detto il segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), Angel Gurria. Il segretario, che è giunto al termine del suo mandato, ha sottolineato che l’Ocse continuerà a sostenere con forza un “approccio multilaterale” per mettere fine alla pandemia nel mondo intero.
In Italia è necessario attuare delle riforme della pubblica amministrazione per sostenere una crescita maggiore, si legge nell’Economic Outlook. “Il sostegno politico dovrebbe essere gradualmente ridotto man mano che la ripresa diventa più duratura”, si apprende dalla nota. Secondo l’Ocse, “sul breve termine, il sistema di allerta rapida per i fallimenti e l’amministrazione delle controversie civili necessiteranno di risorse supplementari e dovranno automatizzare talune procedure per gestire l’aumento del carico di lavoro conseguente alla soppressione delle misure di sostegno“. “L’attuazione di riforme mirate a rendere più efficaci e digitalizzati il servizio pubblico e il sistema giudiziario contribuirà alla crescita e alla riduzione del divario regionale”, mentre “il miglioramento della pianificazione degli investimenti, della manutenzione e della spesa aumenterebbe l’impatto dei fondi di Next Generation Eu“, chiarisce il documento. L’Ocse pone poi l’accento sull’importanza di “un ambiente normativo più semplice e snello che sostenga la concorrenza, in particolare nei settori dei servizi, stimolerebbe una maggiore occupazione e maggiori investimenti”. “Sul medio termine, la spesa pubblica che stimola la crescita deve aumentare e la complessità dei regimi fiscali diminuire”, si legge ancora.
È con un certo sollievo che osserviamo delle prospettive economiche promettenti, ma ci rammarica rilevarne la disomogeneità, ha scritto nell’introduzione all’Economic Outlook Laurence Boone, capo economista dell’Ocse. “La crescita globale continua a riprendersi, nonostante l’insorgenza di nuovi focolai (di coronavirus) meno frequenti ma più sparsi nel mondo. Secondo le prospettive di quest’anno, si prevede che la produzione globale aumenterà di quasi il 6 per cento: un’impennata straordinaria dopo la contrazione del 3,5 per cento registrata nel 2020”, scrive Boone.
“Nonostante la ripresa riporterà il Pil della maggior parte dei Paesi del mondo ai livelli pre pandemia entro la fine del 2022, ciò è lungi dall’essere sufficiente”, spiega l’analista, sottolineando che “l’economia globale rimane al di sotto del suo percorso di crescita precedente alla pandemia, mentre in un numero elevato di Paesi dell’Ocse gli standard di vita, alla fine del 2022”, non saranno ancora tornati al livello atteso prima della pandemia.