Quarantasette anni dall’attentato in Piazza della Loggia

Quarantasette anni dall’attentato in Piazza della Loggia

28 Maggio 2021 0 Di Alessandro Mazzaro

“È passato quasi mezzo secolo dal 28 maggio 1974 ma oggi è come se quella tragedia ritornasse. Nel racconto di chi c’era, nelle immagini dell’epoca”, dice la ministra della Giustizia Marta Cartabia, intervenuta via streaming nel corso della commemorazione dalla Strage di Piazza della Loggia. Il ministro è apparsa molto commossa nel ringraziare i presenti. “Sembrava che la forza dell’esplosione dovesse prevalere su tutto e tutti. Compresa la tenuta della nostra democrazia. Oggi rivedendo la giornata di 47 anni fa possiamo dire che quella Costituzione invocata pochi attimi prima dell’esplosione ha prevalso su tutti e tutto. Oggi possiamo dire, con il sigillo della Cassazione, che è stata una strage e una bomba di estremisti di destra” ha aggiunto.

Erano le 10.12 del 28 maggio di 47 anni fa quando un ordigno, nascosto in un cestino dei rifiuti, causò una strage durante una manifestazione indetta dai sindacati contro l’escalation di attentati di marca neofascista che aveva sconvolto la città.  L’esplosione causò il ferimento di 102 persone e la morte di 8 (tre sul colpo, altre tre durante il trasporto in ospedale e due feriti dopo ore di agonia per le gravi ferite riportate).

Nel 2020 Maurizio Tramone, ex Fonte Tritone dei servizi segreti all’epoca della strategia della Tensione, l’unico condannato in vita per la strage di Piazza della Loggia provò a giocare l’ultima carta con la deposizione di un’istanza di revisione alla Corte d’appello di Venezia. I suoi legali, gli avvocati Baldassarre Lauria e Pardo Cellini, erano convinti che non fosse lui il ragazzo raffigurato in una fotografia agli atti del processo che lo poneva quel giorno in piazza della Loggia, quando alle 10.12 del 28 maggio un ordigno, posto in un cestino dei rifiuti, causò l’eccidio. Colui che riconobbe Tramonte in quella fotografia, purtroppo, non può né confermare né smentire. Vincenzo Arrigo, con precedenti per calunnia, era stato ucciso un mese prima in Vallecamonica dall’amico Bettino Puritani, che lo ospitava agli arresti domiciliari per una vicenda di maltrattamenti e stalking. L’altro condannato a vita, il medico veneziano Carlo Maria Maggi, ex ispettore di Ordine nuovo per il Triveneto, è morto nel dicembre del 2018.

“La Repubblica mai dimenticherà le vittime innocenti di Piazza della Loggia, l’incancellabile dolore dei familiari, la ferita profonda inflitta non soltanto alla città di Brescia ma a tutta la comunità nazionale. La strage del 28 maggio 1974 di matrice neofascista, accertata dai procedimenti giudiziari, era parte di un’azione eversiva che aveva lo scopo di indebolire la democrazia, colpire le libertà costituzionali, seminare paura e, in questo modo, ostacolare la partecipazione civile, sindacale, politica. Una catena di attentati terroristici minacciò in quegli anni le conquiste di civiltà, che gli italiani avevano con sacrificio raggiunto dopo il fascismo e la guerra”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 47° anniversario della strage di Piazza della Loggia.

“La Repubblica – afferma Mattarella – seppe reagire alla disumanità dei terroristi e ai miti autoritari che li ispiravano con l’unità del popolo che è rimasta presidio del bene comune in tutti i momenti più difficili della storia nazionale. Grazie all’unità degli italiani la democrazia, le libertà, i diritti sono riusciti a prevalere. Nel giorno dell’anniversario, la memoria dell’attentato e della ferma risposta della Repubblica si unisce al sentimento più intenso di solidarietà verso le persone che hanno sofferto per la scomparsa dei loro cari, dei loro amici, dei loro compagni di lavoro. Alla vicinanza nei loro confronti si aggiunge la riconoscenza per l’impegno civile profuso da tanti in nome della verità e della giustizia”.