Morto Franco Battiato, filosofo prestato alla musica

Morto Franco Battiato, filosofo prestato alla musica

18 Maggio 2021 0 Di Alessandro Mazzaro

Si è spento questa mattina nella sua residenza di Milo, a settantasei anni, in Sicilia, Franco Battiato; lo rende noto la famiglia.

Il 2020 è stato costellato di scomparse di grande rilevanza culturale, in Italia e non solo. Il 2021 ci sottrae oggi un miscelatore di filosofia, ritmo, ermetismo e artistica imaginìfico. Disegnatore di «traiettorie impercettibili»
e «codici di geometrie esistenziali», la carriera di Battiato si è sbrogliata in oltre 50 anni di musica, mai facilmente inquadrabile e mai fissa su un unico genere. Le prime esperienze musicali sono a Milano, con il primo contratto discografico ottenuto grazie al suo grande amico Giorgio Gaber che tra l’altro, insieme a Caterina Caselli (i due conducevano il programma “Diamoci del tu”), ha ospitato, nel 1967, la sua prima apparizione televisiva. Il successo presso il grande pubblico arriverà a inizio anni ‘80, ma negli anni ’70 Battiato produce album sperimentali come “Fetus” e “Pollution” che hanno fatto scoprire all’Italia le possibilità della musica elettronica e le concezioni più avanzate del rock di quelle stagioni e le contaminazioni con i grandi autori di musica contemporanea.

Alla fine degli anni ’70 Battiato comincia a scrivere canzoni pop, da “L’era del cinghiale bianco” del 1979 che contiene la ballata cantata in siciliano “Stranizza d’amuri”. L’anno successivo arriva “Patriots“, con “Up Patriots to Arms” e “Prospettiva Nevski” a segnare ancora di più la nuova strada intrapresa. Ma il vero e proprio boom arriva nel 1981 con “La voce del padrone”, il primo Lp che supera il milione di copie vendute in Italia. Praticamente ogni brano diventa un classico della canzone italiana, da “Bandiera bianca” a “Cuccurucucù”, da “Summer on a Solitary Beach” a “Centro di gravità permanente”. Le canzoni della nuova fase, affascinanti per l’originalità degli arrangiamenti e suggestive per i testi,  ampliano gli orizzonti del pop italiano. Tra citazioni colte e pop, la fascinazione per filosofia e meditazione, accostamenti arditi, il linguaggio di Battiato era un inedito nella canzone italiana.

Da tempo Battiato era assente dalle scene musicali ed artistiche. Nel 2015 una caduta dal palco, poco prima dei suoi 70 anni, era stato uno dei primi avvertimenti dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Nel 2017 un incidente domestico lo costrinse ad interrompere concerti e tour. Si era rifugiato nella sua villa alle pendici dell’Etna ed era circondato dai suoi familiari.

«Ci la lasciato un Maestro. Uno dei più grandi della canzone d’autore italiana. Unico, inimitabile sempre alla ricerca di espressioni artistiche nuove. Lascia una eredità perenne”. Così il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ricorda la figura di Franco Battiato.

Forse ora avrà trovato il «centro di gravità permanente», avendo superando le «correnti gravitazionali, lo spazio e la luce». Forse ora starà volando sulla Prospettiva Nevskij e starà chiacchierando con Igor Stravinskij.

Di Francesco Mazzariello