Violenza ostetrica: conoscerla per riconoscerla
8 Maggio 2021Ad oggi nelle società più sviluppate essere mamma non è più un traguardo obbligato ma rappresenta una scelta che se compiuta diviene uno dei momenti più significativi per la donna. La gravidanza e il parto sono eventi fisiologici nei confronti dei quali però si sta assistendo ad un’eccessiva medicalizzazione che se da un lato può ridurre i rischi per le mamme e i neonati dall’altro svuota questa esperienza dal suo significato più profondo privando la donna di qualsiasi controllo sull’evento e minacciando il suo diritto ad un’assistenza sanitaria rispettosa, all’integrità fisica e alla libertà.
L’attenzione su un momento così importante sta accendendo i riflettori sul tema della violenza ostetrica con sui si fa riferimento agli abusi e alle violenze che le donne subiscono in relazione alla loro salute sessuale e riproduttiva che vengono attuati principalmente attraverso una medicalizzazione eccessiva e inappropriata. Questo tipo di violenza non viene praticata in via esclusiva dalle ostetriche ma può essere realizzato da tutti gli operatori sanitari che prestano assistenza alla donna e al neonato (ginecologo, ostetrica o altre figure professionali di supporto). A volte è difficile riconoscerla anche da parte di chi la subisce perché è composta da atteggiamenti che spesso sono normalizzati come sottovalutare il dolore della donna negandole una terapia del dolore adeguata, sottovalutare l’aspetto emotivo del parto negando la presenza di una persona di fiducia durante il travaglio, prendere delle decisioni sul copro della paziente senza il suo consenso quando non ci sono delle complicazioni per il feto e la madre (episiotomia), non fornire adeguate informazioni sulla scelta del tipo di parto da attuare e sul post partum, non rispettare la privacy della puerpera durate la sua permanenza in ospedale, subire offese, frasi di scherno e atteggiamenti di leggerezza quando si parla della propria intimità.
La situazione in Italia
In Italia la violenza ostetrica è un fenomeno ancora sommerso e poco conosciuto. I dati della prima ricerca sul tema compiuta nel nostro Pese dalla Doxa per conto dell’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica sono allarmanti. Delle 5 milioni di donne italiane di età compresa tra i 18 e i 54 anni, con figli di 0-14, intervistate il 21% ha dichiarato di aver subito forme di violenza ostetrica di carattere fisico o psicologico durante il primo parto. Il 6% ha parlato di un’esperienza così traumatica da portarle a decidere di non affrontare una seconda gravidanza.
Un dato rilevante riguarda la scelta stessa del parto, infatti in Italia il 32% delle partorienti ricorre al parto cesareo. Di queste, solo il 3% ne ha fatto esplicita richiesta mentre nel 15% dei casi si tratta di un cesareo d’urgenza e nel 14% dei casi di un cesareo programmato su indicazione del medico.
Relativamente all’assistenza durante il parto, per 4 donne su 10 (41%) questa è stata lesiva della propria dignità e integrità psicofisica e 1 donna su 2 dichiara di aver subito l’episiotomia (taglio della vagina e del perineo per allargare il canale del parto nella fase espulsiva) senza fornire il consenso, pratica che l’OMS definisce “dannosa, tranne in rari casi”.
Altre inappropriatezze durante il parto sono state denunciate dal 12% delle donne intervistate in quanto gli è stata negata la possibilità di avere vicino una persona di fiducia durante il travaglio e dal 13% di esse che dichiara che non è stata concessa un’adeguata terapia per il dolore.
Anche nel post partum ci sono delle carenze, il 27% delle madri lamenta una carenza di sostegno e di informazioni sull’avvio dell’allattamento e il 19% la mancanza di riservatezza in varie fasi e momenti della loro permanenza nell’ospedale.
Come prevenire?
La prevenzione inizia da un cambio di mentalità che consiste nel considerare il parto come un momento fisiologico legato alla normale evoluzione della donna e non come una malattia da ipercontrollare se non nei casi necessari. Le eccessive visite, non solo sono estremamente dispendiose ma favoriscono insicurezze e paure legate alla maternità portando la donna a una condizione psicologica di forte stress. È importante invece richiedere le giuste informazioni rispetto a tutti i momenti della gravidanza, del parto e del post partum per divenire padroni delle proprie scelte e fare valere i propri diritti in termini di rispetto, privacy e supporto. Dei genitori più consapevoli si sentiranno più tranquilli nell’affrontare la genitorialità e le donne che sceglieranno di diventare mamme potranno vivere con maggiore serenità il cambiamento più radicale della loro esistenza.