
Recovery Fund: i 57 miliardi al green e le altre misure
22 Aprile 2021Terminato il confronto con parti sociali e partiti, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza verrà illustrato alle Camere il 26 e il 27 aprile. Ammonta complessivamente 221,5 miliardi di euro, di cui 191,5 relativi al Recovery Plan e 30 di fondo complementare. I contributi a fondo perduto dovrebbero essere 69 miliardi, cifra in sintonia con quanto contenuto nella versione del PNRR del governo Conte bis di gennaio.
Per rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso, sono previsti 15,6 miliardi (l’8% del totale). Le principali misure sono assistenza domiciliare e telemedicina, programmi di formazione per il personale medico e amministrativo, aggiornamento di materiale tecnico per diagnosi e cura e delle infrastrutture.
Nella sezione “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, a cui sono destinati 42,5 miliardi (22%), si legge che le azioni principali saranno la digitalizzazione della pubblica amministrazione, incentivi per l’adozione di tecnologie innovative nel settore privato, banda ultralarga e connessioni veloci, investimenti in tecnologie satellitari, rilancio del turismo e dei settori della cultura con un approccio digitale e sostenibile, volto a garantire un migliore accesso e sfruttamento dei siti culturali e turistici.
Nel capitolo “Inclusione e coesione” il Piano parla di 19,1 miliardi (10%) investiti in sviluppi di centri per l’impiego, investimenti infrastrutturali per le ZES (Zone Economiche Speciali), rigenerazione urbana per comuni con più di 15 mila abitanti e piani urbani integrati per le periferie delle città metropolitane, politiche attive per il lavoro e imprenditorialità femminile.
Il settore “Istruzione e ricerca” viene rinforzato con un totale di investimenti pari a 31,9 miliardi (17%), divisi fra riforma di orientamento, programmi di dottorato e corsi di laurea, sviluppo e rafforzamento di istruzione professionalizzante, formazione degli insegnanti e rafforzamento dell’istruzione di discipline STEM, risanamento strutturale di edifici scolastici, asili nido, materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia.
Sono 57 i miliardi per la “Rivoluzione verde e transizione ecologica” (30%). Le azioni principali sono investimenti e riforme per l’economia circolare e gestione di rifiuti, semplificazione di procedura per le autorizzazioni per le fonti rinnovabili, promozione di agrovoltaico e biometano, potenziamento delle Smart Grid, incentivi per aumentare l’efficienza di edifici pubblici e provati, affrontare e ridurre il rischio di dissesto idrogeologico, investimento nelle infrastrutture idriche.
Nel capitolo dedicato alle “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, la cifra è di 25,3 miliardi (13%), che si tradurranno principalmente in investimenti in trasporti ferroviari ad alta velocità e alta velocità di rete, introduzione dell’ERTMS (European Rail Transport Management System), modernizzazione e potenziamento delle linee ferroviarie regionali e creazione dello sportello unico doganale e digitalizzazione della catena logistica.
Nel 2026 il Pil sarà di 3 punti percentuali più alto grazie agli interventi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, si legge ancora nella bozza messa a punto in vista del Cdm. La crescita media del Pil tra il 2022 e il 2026 sarà di 1,4 punti più alta rispetto al periodo 2015-2019.