La prima giornata nazionale delle vittime di Covid-19

La prima giornata nazionale delle vittime di Covid-19

18 Marzo 2021 0 Di Alessandro Mazzaro

Un anno fa a Bergamo l’Italia assistette a un’immagine terrificante. All’alba, decine di camion dell’esercito a Bergamo trasportavano bare di persone che avevano contratto il Covid-19, che iniziava a imperversare nella penisola. Non c’era più posto nel cimitero cittadino. Nel Comune lombardo in quel periodo c’erano centinaia di morti al giorno. le bare cominciarono a invadere le chiese, con le panche per i fedeli ribaltate le une sulle altre per fare spazio. La Chiesa di Ognissanti all’interno del cimitero venne trasformata in un’enorme camera mortuaria. Le undici pagine dei necrologi dell’Eco di Bergamo finirono sul New York Times, facendo il giro del mondo.

Purtroppo, a distanza di un anno non possiamo ancora dirci fuori dal tunnel. Fra mille peripezie, siamo nel mezzo di una campagna vaccinale, aspettando un’ulteriore conferma dell’EMA riguardo il vaccino Astrazeneca, per poter correre e mettere in sicurezza più persone possibili al più presto.

Il premier Mario Draghi ha posato una corona d’alloro sulla stele dedicata alle vittime del Covid al cimitero monumentale di Bergamo, mentre veniva letta la poesia di Ernesto Olivero incisa sulla stele. Il premier ha infatti deciso di celebrare la prima giornata nazionale delle vittime del Covid nella città più colpita dalla prima ondata, con oltre 3.400 vittime ufficiali per coronavirus anche se quelle stimate sono circa 6000.

“Non possiamo abbracciarci ma questo è il giorno in cui dobbiamo sentirci tutti più uniti. Cari bergamaschi, avete vissuto giorni terribili, sono tante le immagini di questa tragedia ma una è indelebile, la colonna di carri militari carichi di bare”, dice Draghi.

Questo luogo è un simbolo del dolore di un’intera nazione. È anche il luogo di un impegno solenne che oggi prendiamo. Siamo qui per promettere ai nostri anziani che non accadrà più che le persone fragili non vengano adeguatamente assistite e protette. Solo così rispetteremo la dignità di coloro che ci hanno lasciato.” continua.

“Vorrei ricordare gli operatori dell’ospedale Papa Giovanni XXIII. In questi mesi hanno dato un contributo straordinario di professionalità e di dedizione, spesso pagato con la vita. Vorrei ricordare il miracolo – e non si può definire diversamente – dell’ospedale da campo della Fiera di Bergamo. Allestito in pochi giorni dagli Alpini, dalla Protezione Civile e dagli artigiani volontari. E sostenuto dalla grande generosità dei cittadini bergamaschi. Il sindaco Giorgio Gori ricorda nel suo libro – che ha come titolo “Riscatto” – anche i mille volontari, ragazze e ragazzi, che hanno aiutato le persone in difficoltà. Il sindaco li ha chiamati, a ragione, i ‘nuovi mille’ di Bergamo”.

“L’incremento nelle forniture di alcuni vaccini aiuterà a compensare i ritardi da parte di altre case farmaceutiche”. Dice poi. “Abbiamo già preso decisioni incisive nei confronti delle aziende che non mantengono i patti”.

“Tutta la comunità bergamasca ha dato prova di saper reagire, di trasformare i lutti e le difficoltà in voglia di riscatto, di rigenerazione. Il suo esempio è prezioso per tutti gli italiani che, sono certo, non vedono l’ora di rialzare la testa, ripartire, liberare le loro energie che hanno reso meraviglioso questo Paese.” sottolinea Draghi. “L’incremento nelle forniture di alcuni vaccini aiuterà a compensare i ritardi da parte di altre case farmaceutiche” avverte. “Abbiamo già preso decisioni incisive nei confronti delle aziende che non mantengono i patti”. “Tutta la comunità bergamasca ha dato prova di saper reagire, di trasformare i lutti e le difficoltà in voglia di riscatto, di rigenerazione. Il suo esempio è prezioso per tutti gli italiani che, sono certo, non vedono l’ora di rialzare la testa, ripartire, liberare le loro energie che hanno reso meraviglioso questo Paese.” conclude Draghi alla cerimonia per la Giornata Nazionale in memoria delle vittime del Covid, a Bergamo.

Presenti alla cerminonia il sindaco Giorgio Gori, il vescovo Francesco Beschi, il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, il prefetto Enrico Ricci, il direttore generale dell’Ats Bergamo Maurizio Giupponi, la direttrice dell’ospedale Giovanni XXIII, un’infermiera e un medico di base. Il progetto del bosco, con 750 alberi e piante ad organizzare una serie di isole verdi e aree attrezzate nasce da un’idea dell’associazione dei Comuni virtuosi finanziata dal Comune di Bergamo e dal crowdfunding che da solo ha raccolto finora 110 mila euro. Fra le donazioni anche quelle di Francesco Guccini, dei Nomadi e della Foppapedretti, che ha stanziato 20 mila euro.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato questa mattina la legge approvata ieri dal Parlamento che istituisce la “Giornata nazionale in memoria di tutte le vittime dell’epidemia da coronavirus” che verrà celebrata il 18 marzo di ogni anno. Lo rende noto il Quirinale.