Il rapporto etica-lavoro e la sua importanza per l’economia

Il rapporto etica-lavoro e la sua importanza per l’economia

8 Marzo 2021 0 Di Alessandro Mazzaro

Le grandi trasformazioni sociali che si sono succedute negli ultimi decenni hanno provocato l’estensione di situazioni considerate a rischio. Le conseguenze di queste modificazioni sono ben visibili: l’aumento più che proporzionale delle diseguaglianze nella distribuzione del reddito, il considerevole aumento della fascia più anziana della popolazione, l’impoverimento della convivenza nelle città, accompagnato dall’incremento dei tassi di devianza, di disadattamento e di solitudine, la crescente complessità del mercato del lavoro. Questa realtà così problematica e complessa ha condotto a una maggiore diffusione dell’emarginazione e del disagio, con i servizi sociali pubblici chiamati ad assistere un numero sempre più elevato di utenti con una grande gamma di interventi. Si è verificata in questo modo la crisi finanziaria e culturale dello Stato sociale, un modello di Stato, nato nel dopoguerra del secolo scorso, a cui è affidato il compito di intervenire nel sistema economico per porre rimedio alla ineguale distribuzione dei redditi generata dalle forze del mercato. Oggi è in atto una crisi di questo modello, non essendo esso più in grado di rispondere in modo efficace a tutti i bisogni espressi dalle fasce più deboli della popolazione. Ciò da ragione dell’interesse crescente che da qualche tempo viene rivolto al modello di Stato civile o Welfare society, secondo il quale è l’intera società, e non solo lo Stato, che deve farsi carico del benessere di coloro che la compongono. Si tratta dell’avvio di un percorso culturale, prevalente anche a livello internazionale, che si basa sul principio della sussidiarietà circolare o reciproca, una versione più avanzata rispetto alla sussidiarietà verticale o orizzontale. Avere un comportamento etico significa non solo agire in conformità alla legge, ma anche instaurare un corretto rapporto con l’ambiente, applicare politiche rispettose dell’individuo e più in generale svolgere un ruolo positivo verso il contesto economico e sociale in cui ci si trova a operare. L’eticità o meno di un’azione dipende:

Dal sistema di norme e dalla cultura condivisa presso una certa società;
Dalla cultura d’impresa che prevale nei diversi settori industriali;
Dalla cultura organizzativa che emerge sia da manifestazioni tacite come l’abbigliamento e stile relazionale tra superiori e dipendenti, tra colleghi, ecc.) sia da manifestazioni esplicite come il codice etico;
Dal sistema di valori individuali di chi prende le decisioni e del modo con cui esse interagiscono con i valori degli altri individui coinvolti in queste decisioni.

Archie B. Carroll per quanto riguarda le responsabilità sociali ne ha identificati quattro livelli:

1) Responsabilità discrezionale
2) Responsabilità etica
3) Responsabilità di tipo legale
4) Responsabilità di tipo economico

Per quanto riguarda i primi due si può dire che appartengono azioni obbligatorie di carattere economico e giuridico; alle terze azioni attese dalla comunità, che riguardano all’adesione a una responsabilità etica o codice etico e infine al quarto, vi sono collocate iniziative discrezionali o filantropiche. I codici etici sono strumenti volontari, non vincolanti ai sensi di legge. Le prescrizioni contenute nel codice etico non sorgono come imposizione, ma nascono dalla condivisione dei valori sentiti come comuni. Gli obiettivi del codice etico sono:

Eliminare o prevenire atti che sono contrari alla morale o agli interessi dell’impresa;
Decidere le sanzioni in caso di violazioni del codice;
Aiutare i dipendenti a risolvere i dilemmi etici, cioè situazioni di conflitto tra gli interessi dell’impresa e i principi etici del singolo manager o per esempio, di importanti gruppi di clienti.

Bibliografia

Amartya K. Sen. Etica ed economia, Laterza 2006.
Pasini Mirella Valori e mercato. Percorsi fra etica ed economia edito da Città del Silenzio, 2010