8 Marzo, quando è un uomo a celebrare l’importanza dell’essere donna
8 Marzo 20218 Marzo giornata internazionale della donna: scarpe rosse, mimose, auguri, fiori e film serali scelti ad hoc.
C’è chi si sveglia l’8 marzo e non vede l’ora di riempire il vaso sulla tavola da pranzo con un bel mazzolino di mimose regalato dal proprio uomo, che sia marito, compagno, padre o figlio, poco importa; c’è chi svegliandosi l’8 marzo silenzia il cellulare per non rispondere alle cascate di messaggi di auguri per il fatto di essere nate donne, ricordando a sé stesse e a gli altri che la donna va celebrata ogni giorno, non basta una sola giornata per ricordarsi del rispetto che merita.
In questo 8 Marzo diverso da tutti quelli precedenti per svariati motivi che tutti conosciamo ormai da un anno, proviamo ad andare oltre la gradita mimosa o agli auguri non richiesti, proviamo a donare a questo giorno un simbolo maggiore. Tra tutti i segnali di sostegno e solidarietà col genere femminile, c’è n’è uno che ha colpito la mia attenzione in particolare, un’icona in carne ed ossa, criticata e criticabile sotto alcuni aspetti, non tollerata da molte donne e uomini, un simbolo che fa scalpore e che forse non sempre viene colto in pieno. Sto parlando di un uomo, esatto un uomo, che ormai da tempo celebra le donne in tutte le loro essenze e lo ha dimostrato anche nelle cinque serate Sanremesi: Achille Lauro.
Adorato dai giovani, criticato dagli adulti, con le dovute eccezioni in entrambi i casi, tendenzialmente apprezzato dal pubblico femminile più che da quello maschile e spesso fortemente discusso per i suoi eccessi e il suo fare istrionico. Ma dietro piume, lustrini e lacrime di sangue ha portato ogni sera messaggi di grande solidarietà femminile e di forte impatto visivo.
Con una lunga treccia rossa e un neo disegnato sul viso ha regalato il so tributo a Mina, icona intramontabile della musica italiana che con la sua voce ha segnato intere generazioni, donna forte e audace, non ci serve vederla per riconoscerla dimostrando che la sua forza è la sua voce, non il suo volto. Per completare l’omaggio a Mina, sul palco ballava il famosissimo twist di Pulp Fiction Francesca Barra, giornalista, scrittrice e conduttrice, che fin dall’inizio ha deciso da che parte stare scrivendo una tesi di laurea sulle donne in politica e dedicandosi poi al giornalismo d’inchiesta occupandosi di criminalità organizzata e donne vittime della ‘ndrangheta.
La sera in cui Achille Lauro si è travestito da statua greca interpretando il testo “Penelope”, è stato introdotto dalla splendida attrice di teatro Monica Guerritore che ha sempre dato gran voce al genere femminile, interpretando spesso ruoli di donne emarginate per le loro scelte di vita come accade ne “La Lupa” di Verga e nella rappresentazione teatrale di Giovanna D’Arco. Quella sera con il suo monologo struggente ha ribaltando l’idea della figura leggendaria di Penelope, donna che incarna la fedeltà matrimoniale per un marito che non arriva mai “Non gli ero stata fedele? Non avevo aspettato, vincendo la tentazione, quasi un impulso naturale a comportarmi in un altro modo? Cosa ho raccolto? Sono diventata una leggenda, un bastone con cui colpire altre donne, che non avrebbero saputo essere oneste, pazienti come me. Ma io avrei solo voluto gridare: “Non seguite il mio esempio”.” Dopo di lei si è esibita anche Emma Marrone, cantante che è sempre stata attiva sul piano sociale aderendo a molte associazioni ed iniziative a favore dei diritti delle donne sul piano umano, lavorativo e sanitario.
Un’altra sera Achille si è esibito vestendosi con un delicato e soffice abito da sposa in piume candidissime contrastante con lo stile punk dell’appassionato bacio con il suo collega Boss Doms, dimostrando come non sia un abito a definire la personalità di qualcuno e come anche un abito da sposa possa essere indossato da chiunque ami chiunque, senza limiti di genere né sesso.
Brillantini, rossetti glitterati, piume e paillets, possono essere solo orpelli di un contenuto ben più grande, non si può certo negare che Lauro con il suo stile ossimorico ed estroso abbia in effetti dato spazio a piccoli e continui esempi di libertà e coraggio femminile, urlando forte e in molti modi che tu, donna o uomo che sia, non devi preoccuparti di chi sei, hai il solo compito di essere, senza paura e senza vergogna.
In questo 8 Marzo che tu ti sia svegliata circondata da mimose profumate o che tu abbia aperto gli occhi disturbata da un forte mal di testa per gli auguri ricevuti, ricordati solo che anche tu sei portavoce di una più grande corrente, quella dell’essere donna “Donna che si lava dal perbenismo e si sporca di libertà” come ci consiglia Achille.