La storia della moda italiana

La storia della moda italiana

10 Febbraio 2021 0 Di Alessandro Mazzaro

Comprendere cosa sia esattamente il “Made in Italy” non è affatto semplice. Significa passare attraverso la storia culturale della moda e del design italiano, della sua ambiguità e della sua evoluzione storica. Domus Moda nel 1981 affermava che «Lo Stile italiano era definito come caratterizzato da: forme cristalline, tagli netti, tessuti preziosi, finiture raffinate, un buon legame tra artigianato e industria», e un buon equilibrio tra realismo e immaginazione. Questo può rappresentare solo un inizio per la storia della moda italiana perché ancora nessuna teoria ha raggiunto ancora in modo appropriato il “Concetto del Made in Italy”. Questo perché lo sviluppo della moda italiana avviene in modo discontinuo, senza la continuità che caratterizza la vita aziendale. Alcuni studiosi affermano che la moda italiana non abbia “un’etichetta d’origine” e questo perché rappresenta un sistema aperto che è in continua evoluzione. Basta pensare che oggi il Made in Italy è caratterizzato da una moda piuttosto aggressiva e decisa che riprende molto lo stile italiano degli anni ’60 e ’70, chiamati gli amici “della libertà”. Quando già preso negli anni 60/70 attraverso: Minigonne, pantaloni a zampa, camicie di pelle attillate e giacche di pelle. La maggior parte delle aziende italiane, quindi, cercano di innovare ma mantenendo sempre il segno distintivo che l’ha sempre contraddistinta, specialmente quello che è comparso sulle passerelle italiane negli anni ’50, dalle prime sfilate a Firenze, fino a giorni nostri nell’era della globalizzazione. Lo stile aggressivo della moda italiana menzionato prima è tipico degli anni della Guerra fredda e del difficile periodo storico-politico che il mondo stava vivendo con il conflitto con il Vietnam. Passati questi due periodi salienti per la storia della moda italiana, gli anni 60/70 e gli anni ’50 lo stile manifatturiero bello e preciso ma anche costoso, cede il posto al Prêt a Porter, stile con abiti pronti e sicuramente meno costoso! Le creazioni in questo passo della storia della moda italiana sono più appariscenti anche in termini di accessori, lo stile viene rinnovato ma non completamente cambiato a differenza degli anni passati. Entrano in scena nuovi grandi personaggi della moda italiana tra cui: Laura Biagiotti, Mario Valentino, l’indimenticabile Mario Versace, Gianfranco Ferri, Giorgio Armani, Ottavio Missoni, Franco Moschino e Luciano Sagrani. Ad oggi parlare di “Made in Italy” significa parlare di sinonimo di qualità. I capi italiani, nelle passerelle di New York, Milano e Parigi sono diventati simbolo d’innovazione, qualità e storia giacché come già affermato lo stile italiano ha le caratteristiche di mantenere l’originalità invariata nel tempo. Ci sono stilisti italiani e abiti italiani che sono diventati un vero e proprio simbolo della moda italiana come, ad esempio, l’abito nero di Versace, con delle particolari spille lungo il fianco sinistro. È un capolavoro di Versace indossato nel 1994 da Elizabeth Harley è diventato uno dei migliori ambiti in classifica della Maison Italiana. Nel 2000 e nel 2019 Versace ha introdotto un nuovo capolavoro sul mercato considerato “l’innovazione della sartoria italiana”, ha portato per la prima volta la fantasia floreale in passerella è stata considerata l’opera più audace della moda italiana il vestitino floreale indossato da Jennifer Lopez nel 2000 per la prima volta e nel 2019 lo stesso vestitino è stato rivisto introducendo un tocco innovativo in più. I segreti della moda italiana: Innovazione e tradizione. Infatti, che si tratti di Dolce e Gabbana, Alberta Ferretti o di chiunque altro la moda italiana ha sforato le passerelle mondiali per la sua capacità di guardare al passato, evolversi nel tempo e guardare anche al futuro.

Di Emanuela Di Rauso

Fonti:
Bottoni, C., 2013, ‘La ripresa del made in Italy’, Milano Finanza.it, 5 February,
viewed 8 August 2013, www.milanofinanza.it.
Frisa, M.L., 2011, Una nuova moda italiana, Venezia: Marsilio.
‘La cultura della moda italiana/Made in Italy’, 2011, Zonemoda Journal, February.