Giornata nazionale contro il bullismo: i dati e la situazione

Giornata nazionale contro il bullismo: i dati e la situazione

8 Febbraio 2021 0 Di Alessandro Mazzaro

Ieri, 7 febbraio, è stata la giornata nazionale contro il bullismo.

Il 5 febbraio, “Terre des Hommes” ha rilasciato un comunicato con cui si espongono alcuni dati, derivati dall’Indagine dell’Osservatorio indifesa, che ha raccolto le opinioni di 8mila ragazzi e ragazze delle scuole secondarie in tutta Italia su violenza, discriminazioni e stereotipi di genere, bullismo, cyberbullismo e sexting. I numeri dicono che 6 adolescenti su 10 hanno assistito ad atti di bullismo e/o cyberbullismo. Quasi la metà degli adolescenti ha vissuto sulla propria pelle atti di bullismo da parte di compagni (44,9%, che sale al 46,5% nei maschi). A differenza del cyberbullismo che invece colpisce di più le ragazze: il 12,4% delle giovani ammette di esserne state vittima, contro il 10,4% dei ragazzi. A questo si somma la sofferenza provocata dai commenti a sfondo sessuale, subìti dal 32% delle ragazze, contro il 6,7% dei ragazzi. Tra le molestie online, le provocazioni in rete, conosciute come “trolling”, disturbano il 9,5% degli adolescenti, ma colpiscono di più i maschi (16% delle femmine (7,2%). “La violenza tra pari, online e offline, è una realtà con cui i nostri ragazzi e ragazze devono fare i conti. Realmente subìta, o soltanto percepita, entra nelle loro vite, probabilmente li agita e li condiziona e lascia dei segni sulla loro personalità”, dichiara Paolo Ferrara, Direttore Generale di Terre des Hommes. “È una violenza fatta di contatto fisico, ma ancora più spesso è un attacco alle proprie insicurezze, a quella identità che va formandosi, in modo sempre più marcato, proprio negli anni dell’adolescenza. Questo ci dice l’Osservatorio indifesa, diventato ormai un punto di riferimento unico, per contenuti e numero di ragazzi coinvolti, nel panorama italiano. Un luogo di ascolto fondamentale che ha permesso a Terre des Hommes e ai suoi partner di costruire percorsi di partecipazione giovanile sempre più innovativi e coinvolgenti, quali il Network indifesa o il ProteggiMI Tour”.

Ci sono poi i dati Istat del 1° giugno 2020, basati però sull’indagine pubblicata nel dicembre 2015, basata su numeri del 2014.  “Nell’indagine, ai ragazzi da 11 a 17 anni – si legge nel rapporto – è stato chiesto se, nei 12 mesi precedenti l’intervista, hanno subìto una o più prepotenze/soprusi, presentando loro diverse possibili situazioni per aiutare le giovani vittime a ricordare, cercando così di ridurre al minimo i rischi di sottostima del fenomeno. Sono state, inoltre, raccolte informazioni su coloro che hanno assistito ad atti di sopraffazione e/o violenza tra coetanei e sulle strategie che i ragazzi considerano più efficaci per uscire dalla spirale del bullismo. Il fenomeno è in continua evoluzione: le nuove tecnologie a disposizione, Internet o telefono cellulare, sono divenute ulteriori potenziali mezzi attraverso cui compiere e subire prepotenze o soprusi; da qui la necessità, per disporre di un quadro preciso del fenomeno, di monitorare anche il cyberbullismo che consiste nell’invio di messaggi offensivi, insulti o foto umilianti tramite sms, e-mail, diffuse in chat o sui social network, allo scopo di molestare una persona per un periodo più o meno lungo. Un aspetto che differenzia il cyberbullismo dal bullismo tradizionale consiste nella natura indiretta delle prepotenze attuate in rete: non c’è un contatto faccia a faccia tra vittima e aggressore nel momento in cui gli oltraggi vengono compiuti”.

Stando ancora ai dati Istat più del 50% degli intervistati 11-17enni (1.687), riferisce di essere rimasto vittima, nei 12 mesi precedenti 11 l’intervista, di un qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento. Una percentuale significativa, quasi uno su cinque (19,8%, 286), dichiara di aver subìto azioni tipiche di bullismo una o più volte al mese. In circa la metà di questi casi (9,1%), si tratta di una ripetizione degli atti decisamente asfissiante, una o più volte a settimana. Le ragazze presentano una percentuale di vittimizzazione superiore rispetto ai ragazzi. Oltre il 55% delle giovani 11- 17enni è stato oggetto di prepotenze qualche volta nell’anno mentre per il 20,9% le vessazioni hanno avuto almeno una cadenza mensile (contro, rispettivamente, il 49,9% e il 18,8% dei loro coetanei maschi). Il 9,9% delle ragazze subisce atti di bullismo una o più volte a settimana, rispetto all’8,5% dei maschi.

Per quanto riguarda il cyberbullismo, stando alla stessa indagine, i dati dicono che avrebbe “colpito il 22,2% (186) di tutte le vittime di bullismo. Nel 5,9% (66) dei casi si è trattato di azioni ripetute (più volte al mese). La maggior propensione delle ragazze/adolescenti a utilizzare il telefono cellulare e a connettersi a Internet probabilmente le espone di più ai rischi della rete e dei nuovi strumenti di comunicazione. Tra le 11-17enni si registra, infatti, una quota più elevata di vittime: il 7,1% delle ragazze che si collegano ad Internet o dispongono di un telefono cellulare sono state oggetto di vessazioni continue tramite Internet o telefono cellulare, contro il 4,6% dei ragazzi. Vi è 12 inoltre un rischio maggiore per i più giovani rispetto agli adolescenti. Circa il 7% dei bambini tra 11 e 13 anni è risultato vittima di prepotenze tramite cellulare o Internet una o più volte al mese, mentre la quota scende al 5,2% tra i ragazzi da 14 a 17 anni”.

Due analisi che fotografano una triste piaga ancora ben presente, come dice anche la ministra dell’istruzione ancora in carica Lucia Azzolina, che dichiara che questi “fenomeni che non accennano a diminuire. Come adulti non possiamo voltarci dall’altra parte. Dobbiamo essere al fianco dei ragazzi, guidarli, non lasciarli soli”. L’apertura corrisposta di ragazzi ad adulti nell’affrontare la tematica resta la strada da percorrere per cercare di appiattire questi preoccupanti segnali.