Istat: un bambino ogni cinque anziani. Campania regione più giovane

Istat: un bambino ogni cinque anziani. Campania regione più giovane

15 Dicembre 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

L’Istat ha pubblicato il report su Il Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni (Prima diffusione dei dati definitivi 2018 e 2019).

Il progressivo invecchiamento della popolazione italiana appare “ancora più evidente nel confronto con i censimenti passati”, spiegando che “il numero di anziani per bambino passa da meno di uno nel 1951 a 5 nel 2019 (era 3,8 nel 2011)”: anche l’indice di vecchiaia (dato dal rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e quella con meno di 15 anni) “è notevolmente aumentato, dal 33,5% del 1951 a quasi il 180% del 2019 (148,7% nel 2001)”.

Calano ancora i residenti in Italia nel 2019: a fine anno – si legge nel censimento Istat -la popolazione censita in Italia al 31 ammonta  a 59.641.488 residenti , circa 175 mila persone in meno rispetto al 31 dicembre 2018, pari a -0,3% , ma risulta sostanzialmente stabile nel confronto con il 2011 (anno dell’ultimo censimento di tipo tradizionale), quando si contarono 59.433.744 residenti (+0,3%, per un totale di +207.744 individui). Rispetto al 2011, i residenti diminuiscono nell’Italia Meridionale e nelle Isole (-1,9% e -2,3%), e aumentano nell’Italia Centrale (+2%) e in entrambe le ripartizioni del Nord (+1,6% nell’Italia Nord-orientale e +1,4 nell’Italia Nord-occidentale). Come nel 2011, più del 50% dei residenti italiani è concentrato in 5 regioni, una per ogni ripartizione geografica (Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Sicilia). Si registrano incrementi di popolazione solo in 6 regioni del Centro-Nord. Le variazioni percentuali maggiori si rilevano in Trentino-Alto Adige (+4,7%)5 , Lazio (+4,6%), Lombardia (+3,3%) ed Emilia-Romagna (+2,8%). La popolazione aumenta, ma in misura decisamente minore, anche in Toscana (+0,6) e Veneto (+0,5%). Perdite di popolazione superiori al 2% si registrano in Basilicata (-4,3%), Molise (-4,2%) e Calabria (-3,3%), come nel 2011, ma anche in regioni quali Liguria (-2,9%), Sicilia (-2,6%) e Puglia (-2,4%), la cui popolazione nel 2011 era sostanzialmente stabile o in lieve aumento rispetto al 2001.

L’età media si è innalzata di due anni rispetto al 2011, da 43 a 45 anni. La Campania, con 42 anni, è la regione con la popolazione più giovane, seguita da Trentino Alto Adige (43 anni), Sicilia e Calabria (entrambe con 44 anni). La Liguria si conferma la regione con l’età media più elevata (49 anni). Anche nel 1951 la Campania e la Liguria erano la regione più giovane e quella più vecchia ma, per entrambe, l’età media risultava più bassa di 13-14 anni rispetto a quella registrata nel 2019. Il comune più giovane è Orta di Atella, in provincia di Caserta, con una età media di 35,3 anni.

Aumenta la popolazione straniera, che nel 2019 ha superato i cinque milioni (5.039,637) grazie a una crescita di 43.480 unità rispetto al 2018. Tra il 2001 e il 2019 gli stranieri sono aumentati di  3,7 milioni di unità.  La crescita degli stranieri non è riuscita però a compensare il decremento della popolazione complessiva residente in Italia (-175.185 unità) che, di fatto, equivale a un calo demografico di quasi 220 mila residenti autoctoni. Nel 2019 il peso della componente straniera rispetto alla popolazione totale è di 8,4 individui ogni 100 censiti.

“Non è ancora finito il 2020, ma una valutazione ragionevole fa pensare che quest’anno supereremo il confine dei 700 mila decessi complessivi, che è un valore preoccupante perché una cosa del genere l’ultima volta, in Italia, era successa nel 1944. Eravamo nel pieno della seconda guerra mondiale” dice ad Agorà, su Rai Tre, il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo. “Nel 2019 – precisa – il dato era stato di 647.000 morti”. Numeri ovviamente influenzati dalla pandemia di Covid-19.

Di Francesco Mazzariello