Istat: più donne nel mercato del lavoro ma il gap rimane al Mezzogiorno
15 Dicembre 2020Nel 2019 la componente femminile sale al 42,4% dal 41,8% del 2011. La maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro è confermata dalla variazione intercorsa tra il 2011 e il 2019, pari a +4,3% (+410.736). È quanto emerge dal Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni diffuso dall’Istat. Ciò nonostante, lo squilibrio di genere permane, ed è confermato anche dai valori assunti dai tassi di occupazione, disoccupazione e inattività. Per il primo indicatore, infatti, a fronte del dato medio nazionale del 45,6%, il valore per le donne è 37,4% contro 54,4% per gli uomini. Per il tasso di disoccupazione la situazione si inverte: le donne che cercano attivamente un lavoro sono il 15,1% contro l’11,6% degli uomini. Lo stesso accade per il tasso di inattività che è pari al 56,0% per le donne e al 38,5% per gli uomini. Sul territorio, il tasso di occupazione femminile raggiunge il valore più alto nel Nord-est (44,0% contro 37,4% della media nazionale, pressoché stabile rispetto al 2011) e quello più basso nelle Isole maggiori (27,6%, dal 26,1%).
In generale, è nel sud Italia che nel periodo considerato il tasso di occupazione femminile aumenta di più (dal 26,4% al 28,5%). Anche per il tasso di disoccupazione femminile la ripartizione del Nord-est è ancora una volta la più virtuosa, con un valore pari al 9,8% (8,0% nel 2011) contro il 15,1% della media nazionale. Il Sud e le Isole continuano a presentare i tassi più alti (22,8% e 27,3%) ma il Sud è l’unica ripartizione dove il tasso di disoccupazione delle donne registra un decremento passando dal 23,8% del 2011 al 22,8% del 2019. A livello regionale è il Trentino-Alto Adige a detenere il primato, con 49,3 donne occupate su cento (52,9% nella Provincia autonoma di Bolzano e 45,9% in quella di Trento).
Ci sono poi altre undici regioni, principalmente del Nord e del Centro, in cui i valori sono superiori al dato nazionale (37,4%): tra queste spiccano Valle d’Aosta (45,8%), Emilia-Romagna (44,5%) e Veneto (43,1%). I tassi di occupazione femminile più bassi si registrano invece in Sicilia (25,3%), Campania (26,6%), Puglia (28,1%) e Calabria (28,4%). A livello provinciale, i tassi di occupazione femminile più alti si hanno a Bologna e Parmate (46,2% e 45,9%), quelli più bassi a Caltanissetta (22,3%) e Agrigento (23,3%).