“Effetto Lockdown”: depressione e ansia per i giovani italiani attanagliati dalla paura di non farcela

“Effetto Lockdown”: depressione e ansia per i giovani italiani attanagliati dalla paura di non farcela

2 Dicembre 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

Hai tra i 18 e i 29 anni? Sei un giovane italiano in tempi di pandemia? Passi le tue giornate tra il divano del salotto, il frigorifero e il tuo soffice letto? Hai imparato a memoria tutti i dialoghi della tua serie preferita in tutte le lingue disponibili su Netflix? Ti senti sopraffatto dalla noia, dall’insofferenza, dall’insonnia e dalla costante apatia mista ad ansia? Stai tranquillo/a, va tutto bene, sei solo uno/a dei tantissimi soggetti colpiti dal cosiddetto “Effetto Lockdown”!

Potrebbe sembrare il nome di un gioco a premi che va in onda tra il tg e la tipica fiction familiare in prima serata, invece no, sei solo il protagonista di una pandemia che, se anche non ti ha colpito direttamente, sta riversando su di te le sensazioni tipiche dell’effetto chiusura temporanea con fine indefinita che ti ha  annullato i rapporti di vita sociale e dunque le possibilità lavorative annesse.

L’ultima indagine sull’ ”Effetto Lockdown” degli italiani condotta dall’ Istituto Piepoli per Centro Studi CNOP 18 nel settembre 2020 ci riporta ai livelli di marzo, in pieno lockdown: indice di stress 62 %, con il 40% della popolazione con livelli elevati.  Sono le fasce d’età tra i 18 e i 29 anni e tra i 30 e i 44 quelle maggiormente colpite: l’85% dei giovani intervistati lamentano ansia, noia, depressione, insofferenza per i limiti sociali e anche problemi di salute fisica. Il problema è serio ed è evidente, viviamo in una nazione che già per molti motivi si trova in affanno nella gestione di questo virus e che non ha messo a disposizione gli strumenti utili per dare un sostegno reale a chi riscontra disturbi post traumatici da stress dati dal periodo (anzi, dai periodi) di blocco che stiamo vivendo.

Il fatto che proprio una fetta così giovane della popolazione sia protagonista di questo effetto deve farci riflettere. Il range di persone colpite dall’effetto lockdown raccoglie proprio coloro i quali dovrebbero incanalarsi adesso nel mondo lavorativo per essere la futura generazione di adulti in carriera. E invece, moltissimi giovani oggi sono oppressi dalla grave incertezza nella gestione della propria vita privata oltre che lavorativa, percependole sempre più precarie. I giovani italiani si ritrovano bloccati nelle loro case, con scarse possibilità lavorative, senza poter dimostrare di aver accumulato l’esperienza necessaria che spesso, troppo spesso, è richiesta ai primi colloqui lavorativi.

È palpabile la sfiducia nelle istituzioni locali e nazionali che sembrano essere sempre più lontane dai problemi quotidiani dei cittadini, inoltre, è reale la forte carenza di sportelli di sostegno psicologico per coloro i quali, da un momento all’altro, si ritrovano a non poter fare nulla e si sentono svuotati di idee e desideri. Si, perché il problema maggiore deriva da quel che accade all’esterno ma ricade dentro ogni singolo cittadino che si ritrova solo, con la paura di non essere bravo abbastanza da inviare un cv, con il timore di non essere all’altezza delle situazioni e con la falsata consapevolezza di non avere passioni, idee o motivazioni da perseguire.

Caro/a amico/a, mi dispiace dirti che non sei il vincitore di un gioco a premi ma sei uno tra le centinaia di protagonisti di questo difficile e complesso periodo storico che non finirà tanto facilmente. Però, ricordati che non sei solo/a.

Quando ti senti in preda alle onde di una notte tempestosa nella tua barchetta di legno, non chiudere gli occhi sperando che tutto finisca in fretta, piuttosto voltati, vedrai che quella barca non è poi così piccola come credevi e ci sono centinaia di persone vicino a te. Tendi la mano e, vedrai, che in men che non si dica chi ti sta accanto la afferrerà.

 

di Maria Carmela Mandolfino