A chi esiste perché resiste: a tutte le Donne

A chi esiste perché resiste: a tutte le Donne

26 Novembre 2020 0 Di Alessandro Mazzaro
Il 13 novembre è stata la giornata internazionale della gentilezza, ieri è stata la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Gentilezza e violenza, due parole così lontane, opposte, che si celebrano in due giornate diverse eppure due elementi che vanno di pari passo. Dove c’è gentilezza non c’è violenza, dove regna la violenza non si consce la gentilezza.
Si è scelta una giornata per ricordare a tutti quanto sia importante non dimenticare che, nel nostro caso, in Italia ogni tre giorni viene uccisa una donna. Solo in Italia tra il 2000 e il 2020 sono state uccise 3344 donne secondo le ricerche effettuate dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia di Stato.
La maggior parte di questi femminicidi sono stati commessi da conviventi/mariti o da familiari, per lo più figli o parenti più prossimi delle vittime. Insomma, ormai lo abbiamo capito, coloro che dovrebbero amare qualcuno finiscono con il decretarne la fine della vita. Il fatto che la maggior parte di questi delitti avvengano tra le mura domestiche, non è una novità: la famiglia talvolta può diventare una prigione e ogni giorno vissuto in prigione diviene l’ennesimo giorno di torture. Spesso le famiglie diventano nidi di follia, come raccontava Pirandello che era ben consapevole del gioco di maschere che ogni giorno vedeva indossate sul viso dei suoi familiari e che egli stesso si vedeva costretto ad indossare. La famiglia che diventa teatro di morte e ossessioni in moltissime tragedie greche in cui si perde ogni valore e pudore familiare, in cui ogni legame relazionale smette di essere puro e si intreccia a violenza, tradimenti, vendette e incesti.
Anche alcuni pittori hanno contribuito a descrivere la famiglia come orrendo salotto di morte da cui dover fuggire, come fa Munch nel dipinto “La vite rossa” in cui la sua casa ormai completamente ricoperta dal fogliame rosso tipico della vite americana sembra diventare sangue che scorre sulle pareti fino a scivolare sul vialetto come ad inseguire l’autore che tenta invano di fuggire.
Autori, filosofi, scrittori, artisti, politici hanno già parlato di tutto questo, hanno già raccontato, hanno già vissuto. Tutto è stato già detto. Ma non basta e non basterà finché i numeri di decessi per omicidio continueranno ad esistere. Non è più tempo di raccontare, è tempo di agire e di reagire.
È tempo di riprenderti il tuo spazio, è tempo di tornare ad esistere.
Questa giornata è per te, Donna, perché la morte si combatte con la voglia di vivere.
Spazio
“Spazio, spazio, io voglio, tanto spazio
per dolcissima muovermi ferita:
voglio spazio per cantare crescere
errare e saltare il fosso
della divina sapienza.
Spazio datemi spazio
ch’io lanci un urlo inumano,
quell’urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.”
Alda Merini