La resistenza del gusto: la storia di un fratello e di una sorella di Montesano

La resistenza del gusto: la storia di un fratello e di una sorella di Montesano

26 Novembre 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

Coraggio, amore, famiglia, radici. E ancora gusto, resistenza, modernità e intelligenza. Questa è la storia di un fratello e di una sorella, di Rosa e Marco. Due giovani di Montesano sulla Marcellana, sud del Vallo di Diano al confine con la Basilicata. Questa è la storia di come la voglia di resistere brucia ancora e si può far ardere. Questa è la storia di due tipi cilentani. Forse due tipici cilentani. O meglio ancora di “Tipi Cilentani”, di come si può puntare sulla tradizione per guardare con ottimismo al futuro. Rosa Orlando ha 24 anni. Nel gennaio del 2019 ha conseguito la laurea in Economia e Management all’Università di Salerno. Marco è tre anni più piccolo. Da qualche giorno ha compiuto 21 anni. Ha seguito una formazione turistica nell’Istituto tecnico per il Turismo di Montesano Scalo. E grazie alla scuola del suo paese ha avuto tantissime occasioni per viaggiare, conoscere a apprezzare la storia delle sue mete. In Italia e non solo.

Sono giovani, hanno qualità e sognano. Con grandi aspettative e ambizioni ma anche una realtà che non regala grandi opportunità. «Ancora di meno se sei donna», sottolinea Rosa. Sogni, qualità e grinta. Da vendere. «Non sai quante volte ci siamo sentiti dire “ma cosa c’è qui?”, “Cosa fate qui?” Come se si desse per scontato che qui al Sud non lavora nessuno. O ancora “cosa restate a fare?”, “perché non ve ne andate?”, come se fosse una cosa così semplice prendere e lasciare tutto, la famiglia, gli amici, gli affetti, un paese che nel bene e nel male ti accompagna nella crescita». Il coraggio di restare, il coraggio di partire, atavico bivio non solo sentimentale di generazioni di meridionali. «Tante volte. Talmente tante che ti inizia a venir voglia di non dover scegliere per forza la strada più semplice, ma noi crediamo che nessun posto è come casa». E allora se non ci sono opportunità, c’è una cosa “semplice” che si può fare: crearsele. «Molti ti scoraggiano in partenza, mentre altri, come i professionisti che ci hanno seguito, ti trovano una soluzione».

Quindi abbiamo pensato: cosa lega le persone al nostro territorio? Cosa viene in mente a chi abita lontano quando pensa alla propria terra di origine?”. La mente porta ai momenti vissuti in famiglia. A ciò che ricorda casa. Le radici. E ai ricordi che spesso si mescolano ai sapori. Al ragù la domenica mattina, ai pranzi con famiglie grandissime e le scorte infinite delle nonne. «Quante volte sentiamo dire “è come lo faceva la mia mamma” – dice Rosa -. Quindi sono anche i ‘sapori’, quelli di una volta, che mantengono vivo un territorio. Sono convinta che ci sono però dei sapori che prima o poi sono destinati a sparire, perché vuoi la vita frenetica di tutti i giorni, il lavoro, gli impegni, i nuovi modi di vivere, le mode. Tutte queste cose fanno sì che non si riescano più a mantenere vive certe tradizioni come quelle di preparare delle conserve fatte in casa. Ormai siamo abituati a comprare tutto già pronto al supermercato». Ma forse un’altra via – del gusto – è possibile. Un altro mondo è possibile. «La nostra idea è stata quindi quella di creare un laboratorio artigianale dove realizzare le conserve come quelle che si preparavano una volta, con quel sapore di una volta, però in una chiave moderna. Trasformiamo i prodotti tipici della nostra terra (Cilento e Vallo di Diano) in sfiziosi piatti pronti da gustare negli aperitivi o nelle cene organizzate all’ultimo minuto. Di lì dunque l’idea di creare un brand i “Tipi Cilentani” che potesse valorizzare il gusto autentico dei migliori prodotti tipici del Cilento». Idee, talento, voglia di resistere, sapori, ricordi e inventiva. «Li chiamiamo i “ricercati del gusto” – ci spiega Rosa – a livello internazionale perché queste tipologie di conserve sono riconosciute e ricercate da tutti. Ogni personaggio/ortaggio che si sia il pomodoro, la melanzana, il peperone e così via ha delle caratteristiche particolari che possono essere esaltate. Le nostre mamme e le nostre nonne ci riuscivano con ricette molto semplici, dove l’ingrediente più importante poi era l’amore nel farle e riuscivano a deliziare i palati di tutti. È per questo che riteniamo che la cuoca migliore di tutti sarà sempre la mamma e la “tradizione” la migliore delle ispirazioni. Infatti come ti ho anticipato noi non abbiamo una preparazione storica per la quali possiamo considerarci degli esperti. Però come per tante altre professioni artigiane che stanno scomparendo c’è la possibilità di imparare, di riproporre certe tipologie di lavoro, di reinventarle in una chiave nuova».

Resistere anche oltre la pandemia. Anche in un 2020 complesso. Ma fratello e sorella non sono persone che si abbattano. «Abbiamo avviato l’attività in un anno di certo “particolare”, però questo non ci ha fermato. Qualche giorno fa abbiamo lanciato il sito e-commerce con il quale miriamo ad aprire una finestra dove chiunque ne abbia voglia potrà acquistare i nostri prodotti anche da lontano. Con le nuove tecnologie ora tutto è possibile, anche accorciare le distanze, senza dover rinunciare più a certe cose. Abbiamo iniziato infatti con delle spedizioni in Italia e in Germania e continuiamo a lavorare per migliorare la nostra offerta. Qualche settimana fa abbiamo avuto anche il piacere di ricevere il riconoscimento del Marchio De.Co. Per i nostri prodotti da parte del nostro Comune. È stata una grande soddisfazione». Soprattutto è stato un nuovo incoraggiamento dalla propria terra a due giovani che con coraggio, amore, nel segno della famiglia, e con il senso delle radici non intendono mollare. Tipici valdianesi dall’animo indomito.

Di Pasquale Sorrentino