Covid, cosa prevede il nuovo Dpcm?

Covid, cosa prevede il nuovo Dpcm?

13 Ottobre 2020 0 Di Arianna Bruno

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il Dpcm del 13 ottobre 2020 sulle misure di contrasto e contenimento dell’emergenza Covid-19.

DPCM 13 OTTOBRE 2020

Le misure contenute nel Dpcm licenziato dopo il parere positivo del Comitato tecnico-scientifico e dopo essere stato sottoposto alle Regioni, saranno valide per i prossimi trenta giorni.

La stretta del governo si concentra soprattutto sulla vita sociale e nelle aree della movida.

Sono vietate le feste private al chiuso o all’aperto mentre si raccomanda di evitare di ricevere in casa più di sei familiari o amici se non sono conviventi.

Chiusura alle 24 per ristoranti e bar, e divieto dalle 21 di consumare in piedi. Restano chiuse le sale da ballo e discoteche, all’aperto o al chiuso, mentre sono permesse fiere e congressi. Il limite per le cerimonie religiose resta legato alla capienza e alla possibilità di mantenere la distanza interpersonale di 1 metro ma per ricevimenti non sono consentiti più di 30 invitati.

Sono sospese le gite scolastiche, le iniziative di scambio o gemellaggio e le uscite didattiche. Rimanendo sul versante della scuola, il nuovo Dpcm non prevede la ripresa della didattica a distanza per gli studenti delle scuole superiori, proposta lanciata da alcuni governatori. Infine nello sport rimane il limite di 1000 spettatori all’aperto e di 200 al chiuso per le manifestazioni sportive, mentre sono vietate tutte le gare e le attività connesse agli sport di contatto aventi carattere amatoriale.

CONFESERCENTI: CON CHIUSURA ANTICIPATA A RISCHIO MIGLIAIA IMPRESE GIÀ PERSO UN MILIARDO NELL’ULTIMO MESE

«Il DPCM firmato nelle ultime ore dal presidente Conte contiene nuove norme restrittive per bar e ristoranti. Si tratta di un ulteriore colpo per un settore estremamente provato dalla crisi economica, dal lockdown e dallo smart working». Così Giancarlo Banchieri, presidente di FIEPET Confesercenti, commenta all’agenzia Dire la chiusura anticipata delle attivita’ di ristorazione prevista dal Governo.

«Queste chiusure anticipate coinvolgono ben 20mila imprese, migliaia di famiglie che hanno lottato in questi mesi per rimanere a galla e speso tantissimo per il rispetto delle norme imposte dalla necessita’ di evitare il contagio. Oggi per loro arriva un ulteriore danno: solo l’annuncio e i timori di una nuova stretta su bar, pub, ristoranti, pizzerie e pubblici esercizi in generale – spiega Banchieri – hanno fatto perdere nei giorni scorsi alle nostre imprese il 20% del fatturato, circa un miliardo di euro in un solo mese. Percentuale che nei prossimi 30 giorni, per le attività costrette alla chiusura anticipata, salirà fino a toccare il 40%».

«Lo ribadiamo – continua il presidente di FIEPET – la tutela della salute dei cittadini viene prima di tutto ma non e’ possibile penalizzare un settore che chiaramente non può essere la causa dell’impennata dei contagi. È necessario appellarsi alla responsabilità e al senso civico di tutti per arginare il contagio. Chiudere in anticipo e in maniera indiscriminata le attività di ristorazione potrebbe portare infatti più danni che benefici, con imprenditori sempre più in difficoltà e cittadini che lasceranno la sicurezza dei locali per andare in strada, dove sara’ minore la possibilità di controllare distanziamento e rispetto delle regole».