Chiusura locali, Confesercenti: «Una nuova mazzata»
6 Ottobre 2020È polemica per le nuove misure di contenimento del contagio da Covid-19 emanate nei giorni scorsi dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
A fare il punto sulla situazione dei pubblici esercizi, Raffaele Esposito, presidente di Fiepet Confesercenti: «La “nuova mazzata” era nell’aria e probabilmente qui in Campania si è giocato di “anticipo”. Le conseguenze delle misure ricadranno inevitabilmente sulle spalle dei soliti operatori dei pubblici esercizi – ha sottolineato – A questo punto ci attendiamo dallo Stato direttive chiare ed uniformi con una tempistica adeguata che non debba necessariamente produrre effetti distorti sui vari territori nazionali, che sia di facile comprensione per gli addetti ai lavori, ovvero le migliaia di piccoli esercenti commerciali e pubblici esercizi del turismo, della ristorazione, dell’ intrattenimento e della movida».
«Su una questione però bisogna essere chiari fermi e decisi – ha aggiunto Esposito – la vergognosa situazione della fase 1 e poi della fase 2 della emergenza, relativa al credito ed alla sua tempistica, non sarà più accettabile. Lo Stato questa volta dovrà garantire immediatamente nel caso di possibili chiusure di attività le giuste e doverose compensazioni monetarie, basta giri di parole, occorrono soldi (euro) subito nelle tasse di chi sarà penalizzato per fronteggiare mutui, tasse, servizi, costo del lavoro, fornitori, affitti, e utenze.
«La “ricetta” per contrastare la pressione fiscale e per tutto quello detto in premessa – ha concluso il presidente Fiepet Confesercenti – è solo una, ovvero quella di garantire nell’immediato credito e liquidità a costo zero (interessi zero) e per un periodo di ammortamento minimo di dieci anni le micro e piccole attività di tutti i settori e nel contempo presidiare con tutte le forze i territori con personale adeguato. Gli assembramenti rappresentano un aspetto culturale mancato a questo punto dell’emergenza e certamente i gestori, da soli, non possono accollarsi l’onere del controllo della lungo le proprie strade di pertinenza».