Perché le elezioni americane devono interessarci
30 Settembre 2020Ieri sera si è tenuto il primo confronto tra i candidati alla Presidenza degli Stati Uniti d’America, il quale si è basato principalmente sullo scontro personale, che ha oscurato totalmente i contenuti politici e programmatici dei due sfidanti.
Il duello tv , difatti, non aggiunge nulla di nuovo rispetto alla campagna elettorale, tanto da poter risultare inefficace per convincere gli indecisi. Trump si è mostrato aggressivo e ruvido in diversi momenti, mentre Biden ha provato a resistere alle provocazioni, ma è scivolato negli insulti al Presidente, come: “è difficile finire una frase con questo pagliaccio”, facendo venire meno l’immagine presidenziale e sobria che voleva consegnare agli elettori.
Lo scontro è durissimo sulla gestione della pandemia di coronavirus negli Usa, che sarà uno dei temi determinanti della campagna elettorale, in quanto Trump inizialmente ha sempre sottovalutato il pericolo della pandemia. Gli Stati Uniti sono il Paese più colpito dal Covid-19 con un bilancio, gravissimo, di circa 200 mila morti e 7 milioni di contagiati, conta circa il 20% dei malati da coronavirus dal punto di vista mondiale.
I due schieramenti hanno una caratterizzazione diversa, in quanto Trump , molto più radicale, ha impostato una campagna elettorale, al fine di intercettare fasce di elettori moderati e indipendenti che potrebbero sostenerlo, magari perché spaventati dai disordini che scuotono varie città americane.
Il messaggio politico dei repubblicani è rivolto ai “suburbs”, i sobborghi delle città nei quali si sono formate comunità di borghesia benestante.
Queste comunità delle città degli Stati conservatori Trump le aveva in gran parte conquistate già nel 2016. Nel 2020 vorrebbe aggiungere al voto dell’America rurale e di questi piccoli centri anche buona parte dei sobborghi ricchi delle grandi metropoli democratiche, in quanto è un elettorato destinato a diventare sempre più importante, anche perché con pandemia e telelavoro, molte famiglie preferiscono abbandonare il centro delle metropoli per trasferirsi nelle periferie, oltre che è un elettorato in parte fatto di professionisti e tecnologi con idee che tendono a sinistra.
Trump ha puntato sulla paura, demonizzando la campagna elettorale per togliere soldi e potere alle polizie, avvertendo gli abitanti dei ricchi sobborghi che con una presidenza democratica saranno meno protetti e le loro ville unifamiliari, uno dei simboli dell’American dream, assai vulnerabili.
Mentre, Joe Biden si è mostrato un mediatore debole, ma più inclusivo. Non a caso i democratici hanno improntato la loro campagna elettorale sul tema dell’impeachment, ovvero un processo politico non a una cultura o a una piattaforma politica, ma soltanto a Trump, in quanto “commander in chief” inadeguato e addirittura pericoloso per la democrazia. Ponendo al centro del progetto politico “the people”, il popolo.
Il prossimo confronto tra i candidati si terrà il 7 ottobre e potremo avere qualche tassello in più, al fine di comprendere meglio i due schieramenti e il loro progetto politico.
Elezioni americane: quanto influiscono sulla politica internazionale?
Ma le elezioni americane non hanno conseguenze solo negli Stati Uniti d’America, bensì incidono fortemente sulla politica internazionale e , allo stesso tempo, sui fenomeni politici.
È opportuno ricordare che le leadership americane hanno sempre influenzato anche la politica italiana ed europea, basti ricordare il fenomeno Trump, inteso come il superamento del politically correct e del populismo, così come la Presidenza Obama ha influito sulla linea politica dei governi democratici Europei.
Alla luce di quanto innanzi detto, le elezioni americane mettono in evidenza due elementi interessanti, ovvero , da un lato, il rinnovato sostegno ad una figura politica “ forte” che si pone come alternativa all’establishment, riuscendo a far convergere sulla propria persona elettorati eterogenei e variegati. Mentre, dall’altro lato, si nota come i beniamini dell’America del futuro sono spesso persone esperte da Bernie Sanders 78 anni al senatore 74enne Ed Markey, un ritorno alla politica dei contenuti, dei progetti politici ed istituzionale, piuttosto che sostenere una politica demagogica fatta di slogan.
D’altronde i sondaggi, per quello che possono contare , danno Biden un vantaggio del 25% tra gli elettori under 30. Tuttavia potrebbe realizzarsi una mobilitazione che sarà soprattutto in chiave anti Trump, come accadde nelle Midterm del 2018, in cui votò il 26 per cento degli elettori nella fascia 18-29 con un +16% rispetto al record negativo del 2014.
In conclusione, le elezioni americane sono fondamentali perché permettono di comprendere al meglio i fenomeni politici e sociali, anche l’emergenza pandemica ha mostrato i limiti della politica fondata sulla mera comunicazione, sull’individualismo economico e sociale e sul protezionismo nei vari ambiti della società.
Il 2020 sarà ricordato per tanti avvenimenti, ma anche per il cambiamento del paradigma economico, politico e sociale?
di Carlo Conte