Storie d’Europa: la fattoria ungherese diventata meta turistica di lusso

Storie d’Europa: la fattoria ungherese diventata meta turistica di lusso

30 Settembre 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

L’espressione “fare rete” viene spesso utilizzata nel campo lavorativo in riferimento alla condivisione e alla diffusione di informazioni, conoscenze, esperienze e idee utili allo sviluppo di un determinato lavoro. Quest’espressione, però, acquisisce un valore più significativo in riferimento alle zone rurali e allo sviluppo locale.

“Fare rete”, nelle zone rurali, significa creare legami forti tra persone, progetti e territori, aiutando tali zone a superare l’isolamento a cui vengono, inevitabilmente, sottoposte. In questo ambito, svolgono un ruolo fondamentale i GAL i quali, lavorando insieme alla popolazione locale per individuare soluzioni e necessità, possono ottenere migliori risultati nella realizzazione dei progetti di sviluppo.

Un buon e riuscito esempio nell’ambito dello sviluppo locale europeo è quello relativo al GAL Felso-Homokhátság, in Ungheria.

Nel 2013, il GAL di Felso-Homokhátság ha deciso di sostenere un progetto di recupero territoriale proposto dal proprietario di una vecchia fattoria ungherese. Il progetto consisteva nel trasformare una fattoria dismessa, localizzata a Kakucs (piccolo comune dell’Ungheria di 2.577 abitanti e distante 38 km dalla capitale Budapest), in un albergo di lusso, rendendola così una destinazione turistica. Nonostante l’iniziale scetticismo degli abitanti locali, il GAL ha deciso di sostenere l’idea dando vita a quella che oggi è conosciuta come “Deák Udvarház” (Villa Deák).
Oggi meta turistica molto ricercata, Villa Deák, viene spesso utilizzata come location per cerimonie ed eventi dedicati alle specialità gastronomiche del luogo. Inoltre, fin da subito è diventata un’attrazione centrale per il comune e ha creato, inoltre, nuovi posti di lavoro per gli abitanti del luogo.

Judit Rácz, il responsabile del GAL di Felso-Homokhátság, ha così commentato il progetto Deák Udvarház: «Il successo di questo albergo rurale ha svegliato le imprese locali, che si sono rese conto di dover migliorare la qualità della loro offerta gastronomica e dei loro servizi. È stata una sfida, ma anche un’opportunità, perché le ha costrette ad allargare i propri orizzonti ad altre modalità di fare le cose».

Chi fa rete è motore di cambiamento e svolge, inoltre, un ruolo fondamentale per aprire le menti delle persone a nuovi orizzonti e a nuove modalità di fare impresa.

di Noemi Cavaliere