Istat: secondo trimestre occupazione nefasto

Istat: secondo trimestre occupazione nefasto

18 Settembre 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

Secondo trimestre opaco per il mercato del lavoro in Italia. È quanto emerge dalla Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione, messa a punto da ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal. Nel secondo trimestre 2020 l’input di lavoro misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) subisce una forte diminuzione sia sotto il profilo congiunturale (-11,8%) sia su base annua (-17%), come conseguenza della riduzione delle ore lavorate a seguito dell’emergenza sanitaria per il Covid-19. L’andamento del quadro occupazionale si è sviluppato in una fase di forte flessione dei livelli di attività economica, con il Pil che nell’ultimo trimestre segna una diminuzione congiunturale del 12,8%. L’occupazione risulta in forte calo sia rispetto al trimestre precedente sia su base annua; il tasso di occupazione destagionalizzato è pari al 57,6% (-1,2 punti in tre mesi).

A livello congiunturale diminuisce l’occupazione dipendente in termini sia di occupati (-2,1%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro) sia di posizioni lavorative (-3,9%, Istat, Rilevazione Oros). Tra le posizioni lavorative dei dipendenti del settore privato extra-agricolo, il calo congiunturale si registra nell’industria in senso stretto (-0,9%, -35 mila posizioni), nelle costruzioni (-0,8%, -7 mila posizioni) e, soprattutto, nei servizi (-5,5%, -462 mila posizioni). Nel secondo trimestre 2020, nei dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali tratti dalle Comunicazioni obbligatorie (CO) rielaborate, le attivazioni sono state 1 milione 548 mila e le cessazioni 1 milione 884 mila, entrambe in forte calo in confronto al trimestre precedente (-39,5% e -24,4%, rispettivamente). Su base annua l’occupazione dipendente subisce una consistente riduzione in termini sia di occupati (-3,4%) sia di posizioni lavorative riferite ai settori dell’industria e dei servizi (-4,0%). Il calo si riscontra anche nei dati delle CO (-174 mila posizioni lavorative rispetto al secondo trimestre del 2019) e si accentua nei dati Inps-Uniemens (-818 mila posizioni lavorative) che hanno un diverso perimetro di osservazione e misurano la situazione puntale a fine trimestre (30 giugno). Il lavoro indipendente, secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, continua a diminuire sia in termini congiunturali (-101 mila occupati, -1,9%) sia su base annua (-219 mila occupati, -4,1%). Secondo i dati Istat della Rilevazione sulle forze di lavoro, il calo tendenziale dell’occupazione (-841 mila unita’, -3,6%; Tavola 3) si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-647 mila) e alla forte crescita degli inattivi (+1 milione 310 mila).

Dopo la crescita ininterrotta dal 2015, si riscontra una diminuzione congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti sulla base delle CO (-337 mila posizioni rispetto al primo trimestre 2020), dovuta all’accentuarsi del calo di quelle a tempo determinato (-383 mila in tre mesi; era -30 mila lo scorso trimestre) e al rallentamento della crescita delle posizioni a tempo indeterminato (+47 mila; era +94 mila nel primo trimestre 2020). Queste tendenze continuano ad essere influenzate dal numero di trasformazioni a tempo indeterminato (+109 mila), seppur con minore peso: l’incidenza delle trasformazioni sul totale degli ingressi a tempo indeterminato (attivazioni e trasformazioni) scende dal 23,6% del primo trimestre 2020 al 22,1% nel secondo trimestre 2020. Su base annua le posizioni lavorative a tempo indeterminato rallentano la crescita nei dati delle CO (+310 mila in un anno; era +407 mila nel primo trimestre 2020 e +527 mila nel quarto trimestre 2019); anche nei dati Inps-Uniemens la crescita tendenziale è meno rilevante in confronto ai precedenti trimestri (+294 mila, +376 mila e +485 mila, rispettivamente). La dinamica delle posizioni a tempo determinato nei dati delle CO risulta fortemente negativa (-485 mila). Tale andamento è molto più marcato nei dati Inps-Uniemens riferiti alle sole imprese private (1 milione 112 mila in meno nel secondo trimestre 2020), in quanto registrano la situazione a fine periodo e comprendono anche il lavoro in somministrazione e intermittente.

Gli infortuni sul lavoro, accaduti e denunciati all’Inail, nel secondo trimestre del 2020 sono stati 94 mila (86 mila in occasione di lavoro e 8 mila in itinere), 42 mila denunce in meno (-31,1%) rispetto all’analogo trimestre del 2019 (Tavola 1); quelli con esito mortale sono stati 163 (135 in occasione di lavoro e 28 in itinere), 49 in meno rispetto al secondo trimestre del 2019. Nel complesso, il calo degli infortuni sul lavoro è influenzato dalla sospensione delle attività produttive considerate non essenziali per il contenimento dell’epidemia da Covid-19, dal blocco della circolazione stradale, ecc., riprese gradualmente e in maniera controllata da maggio.