Il 20 settembre 1870, 150 anni fa, la presa di Roma

Il 20 settembre 1870, 150 anni fa, la presa di Roma

20 Settembre 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

La nostra capitale è da sempre meta di turismo di persone provenienti da ogni parte del mondo. Nel 2018, secondo l’Istat, Roma ha contato 29 milioni di presenze turistiche. Poter vantare la città eterne come capitale è il frutto di un percorso che si concluse 150 anni fa: il 20 settembre 1870 la breccia di Porta Pia.

Siamo nei turbolenti anni in cui si giocano le (ultime) partite per l’unificazione, e portarla a termine è fra i molti difficili compiti che la Destra storica deve affrontare: riunire cioè alla madrepatria i territori abitati da popolazione italiana ma rimasti fuori dai confini politici del Regno: il Veneto, il Trentino e soprattutto Roma e il Lazio. Quest’ultima missione era stata anche solennemente proclamata da Cavour in una delle primissime sedute in Parlamento. La Sinistra restava fedele all’idea della guerra popolare e vedeva nella lotta l’elemento chiave per la liberazione di Roma, a differenza della Destra, che puntava alla via diplomatica. La presenza del papa era il problema più spinoso; non solo per i rapporti con la Francia (che manteneva un corpo di occupazione in città), ma soprattutto perché i cattolici costituivano la stragrande maggioranza della popolazione. Cavour indicò la via della “Libera Chiesa in libero Stato”, cercando di garantire al papa la possibilità di esercitare il proprio magistero spirituale in cambio della rinuncia al potere temporale e del riconoscimento del neonato Stato. L’intransigenza di Pio IX fu però insuperabile.

Garibaldi, nel giugno 1862, tornò in Sicilia rilanciando il progetto di una spedizione contro lo Stato pontificio. A differenza del 1860, questa volta però il disegno risultò impraticabile. Napoleone III fece capire di essere pronto a stroncare con la forza l’iniziativa garibaldina, che fu quindi sconfessata da Vittorio Emanuele II. Garibaldi cominciò a riprogrammare il tutto nel 1867, con un elemento aggiuntivo: la partecipazione di patrioti romani. Si sperava così di poter giustificare il tutto e farlo passare come un’esternazione della volontà popolare. A metà ottobre però il governo francese inviò un corpo di spedizione. L’impresa era già fallita quando, il 3 novembre ’67, le truppe francesi repressero le truppe garibaldine a Mentana.

L’occasione per la conquista di Roma sarebbe stata offerta da eventi imprevisti come la guerra franco-prussiana e la caduta del Secondo Impero. Nel settembre 1870, dopo la battaglia di Sedan, il governo italiano, non sentendosi più vincolato ai patti sottoscritti con l’imperatore, decise di mandare un corpo di spedizione nel Lazio per negoziare col papa. Ancora, Pio IX si mostrava invalicabile. Il 20 settembre 1870, 150 anni fa, le truppe italiane aprirono una breccia nella cinta muraria che circondava Roma, entrando a Porta Pia. Pochi giorni dopo, un plebiscito schiacciante sanciva l’annessione di Roma e Lazio. Il trasferimento della capitale da Firenze a Roma fu effettuato l’anno successivo.

Questo il percorso finale che porta alla possibilità di poter includere Roma nei confini politici italiani. Una città che da sempre fa mancare il fiato, come successo a Goethe quando, dopo il viaggio in Italia (avvenuto fra il 1786 e il 1788) scrisse:

Roma è la capitale del mondo! In questo luogo si riallaccia l’intera storia del mondo, e io conto di essere nato una seconda volta, d’essere davvero risorto, il giorno in cui ho messo piede a Roma. Le sue bellezze mi hanno sollevato poco a poco fino alla loro altezza.

Di Francesco Mazzariello