Decreto Rilancio, via libera alla regolarizzazione dei migranti

Decreto Rilancio, via libera alla regolarizzazione dei migranti

13 Maggio 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

«Gli invisibili da oggi saranno meno invisibili».

Queste le parole della ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Decreto Rilancio.

I migranti che lavorano sul territorio italiano potranno accedere un permesso di soggiorno per lavoro.

«Quelli che sono stati brutalmente sfruttati nelle campagne e nelle false cooperative – ha affermato visibilmente emozionata la ministra Bellanova – da oggi non lo saranno più. Potranno accedere ad un permesso di soggiorno per lavoro e li aiuteremo a riconquistare la loro dignità. Lo Stato vince sulla criminalità e sul caporalato».

COSA PREVEDE NELLO SPECIFICO LA MISURA?

La misura in questione, articolo 110 bis del Decreto Rilancio, prevede che i cittadini stranieri con permesso di soggiorno scaduto al 31 ottobre 2019 possono richiedere un permesso di soggiorno temporaneo per la durata di sei mesi dalla presentazione dell’istanza.

I cittadini di cui sopra devono risultare presenti sul territorio nazionale alla data dell’8 marzo e devono aver svolto attività di lavoro come braccianti, colf o badanti antecedentemente al 31 ottobre 2019.

Non potranno accedere a tale misura coloro i destinatari di un provvedimento di espulsione, coloro che risultino segnalati o condannati anche con sentenza non definitiva e chi è considerato una minaccia per l’ordine pubblico.

I DATORI DI LAVORO

Misure restrittive sono previste, invece, i datori di lavoro che dovranno garantire una retribuzione non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo di lavoro di riferimento stipulato dalle organizzazioni sindacali e datoriali.

Allo stesso tempo il datore di lavoro, che presenta l’istanza al fine di regolarizzare una posizione lavorativa di un cittadino straniero o italiano, non dovrà essere destinatario di una condanna per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.