Intervista a Palmiro Noschese: «Giovani protagonisti della rinascita»

Intervista a Palmiro Noschese: «Giovani protagonisti della rinascita»

10 Maggio 2020 0 Di Arianna Bruno

Da più di trent’anni nel mondo del turismo e dell’hotellerie di lusso, Palmiro Noschese ama definirsi un «manager a 360° curioso, attento alle nuove tendenze ed a ciò che crea opportunità di crescita». Originario di Pontecagnano Faiano, cittadina in provincia di Salerno, dopo aver lavorato con alcune delle maggiori catene alberghiere – tra cui il Melia Hotel International – è oggi Hotelier & Hospitality Developer.

Per lui la crisi post covid-19 può essere un’occasione di rinascita per l’Italia ed in particolare per il Sud: «Una rinascita in cui i giovani devono essere protagonisti sfruttando le loro potenzialità e mettendosi in discussione».

Dopo due mesi di lockdown è arrivato il momento di volgere lo sguardo al futuro: cosa abbiamo abbiamo imparato da questa crisi e cosa ci resterà?

Quello che rimane nella mente delle persone è sicuramente il fatto che nulla è per sempre. Dopo la crisi correremo di meno e sicuramente ci resterà la voglia di apprezzare ciò che abbiamo giorno per giorno. Fino a febbraio il turismo stava andando in una direzione più positiva, ma nel giro di tre mesi siamo andati sotto terra: il settore sta perdendo più di 7 miliardi di fatturato, che probabilmente raddoppieranno nei prossimi mesi. Non ci resta che vivere day by day, ma a guardare indietro si trovano sicuramente delle criticità da risolvere: sin dall’inizio della crisi ho pensato fosse necessario e imprescindibile un supporto dallo Stato. Il Governo deve dare alle imprese liquidità e risorse per permettergli di affrontare il post Covid-19. Ed in questo passaggio un ruolo fondamentale ricopre la sburocratizzazione.

Il potenziamento e la maggiore diffusione della digitalizzazione possono essere d’aiuto per sburocratizzare i processi?

Sicuramente la seconda sfida sarà trasformare la tecnologia in un’opportunità che renda tutto più semplice. La realtà virtuale deve diventare una prassi, perché non possiamo essere sicuri che questo sia per noi l’ultimo virus da affrontare.
Allo stesso tempo bisogna puntare l’attenzione sul delivery e la spesa online: i giovani devono misurarsi sulla base di questi nuovi modi di vivere che faranno parte del nostro futuro.

Il turismo è uno tra i settori che più risentiranno della crisi, in particolare quello internazionale.

Uno degli uomini più ricchi del mondo, Warren Buffet, ha perso negli ultimi due mesi 55 milioni di dollari che lo hanno portato a vendere le azioni che possedeva in alcune delle maggiori compagnie aeree del mondo. Questo mi ha fatto riflettere sul fatto che non avremo clienti internazionali quest’estate e forse fino all’anno prossimo. Contemporaneamente, però, questa può essere l’occasione per rendere gli italiani meno esterofili e per permettergli di riscoprire l’Italia.

Lei è un uomo del Meridione. Questa crisi da Covid può essere da stimolo per il Sud?
Il Sud può trarre vantaggio da questa situazione: quando tutto sarà finito e le cose verranno ripristinate partiremo tutti da zero, allo stesso modo. Sarà un’opportunità ed è per questo che i giovani del Meridione, in particolare, devono ripartire in maniera diversa mettendosi in discussione e lavorando più degli altri.

Cosa devono e possono fare, secondo lei, i giovani?

Tutti i giovani hanno delle potenzialità ed è per questo che devono darsi da fare, mettersi in discussione. Le esperienze sono fondamentali: questo è il momento giusto per cogliere le opportunità, imparando anche a fare dei sacrifici. Oggi, rispetto a qualche anno fa, ci sono molte più occasioni ed è tutto più semplice perché la digitalizzazione aiuta molto. Basta poco per trasformare le potenzialità in opportunità e tornare al Sud per arricchirlo con un bagaglio ricco di esperienze.

di Arianna Bruno