Sicurezza, i dati del Viminale: a marzo reati in calo del 66%

Sicurezza, i dati del Viminale: a marzo reati in calo del 66%

29 Aprile 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha presieduto al Viminale il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Presenti i vertici delle Forze di polizia, della Difesa e delle Agenzie di informazione e sicurezza.
La riunione è stata convocata per una valutazione della prima fase emergenziale connessa al contenimento della diffusione del virus Covid-19, relativamente agli aspetti legati all’ordine e alla sicurezza pubblica, e per un’analisi dei rischi di infiltrazioni del tessuto economico e sociale da parte della criminalità organizzata, anche in vista della seconda fase della “ripresa”.

MONITORAGGIO DEI CONTROLLI

Per garantire l’osservanza delle misure relative al contenimento della diffusione del virus Covid-19 sono stati predisposti, in questa prima fase dell’emergenza sanitaria, dispositivi di sicurezza, vigilanza e controllo che hanno impiegato quotidianamente nelle attività operative 58.900 agenti di pubblica sicurezza appartenenti alle forze di polizia e alle polizie locali, comprensivi di 1518 militari che rientrano nel contingente dell’Operazione “Strade sicure”. Dall’11 marzo al 28 aprile sono stati eseguiti oltre 15 milioni di controlli: 11.117.385 sulle persone, 4.338.099 hanno riguardato gli esercizi commerciali.

ANALISI DELL’ANDAMENTO DELLA DELITTUOSITA’

Dall’1 al 31 marzo si registra una netta diminuzione del trend della delittuosità sul territorio nazionale (-66,6%): 203.723 delitti commessi nel 2019, 68.069 nel 2020.
In particolare si registra:

a) una diminuzione inferiore, rispetto al trend generale dei reati, dei maltrattamenti in famiglia (-37,4%) e delle rapine nelle farmacie (-28,2%);

b) l’incremento, in controtendenza, dei reati legati all’usura (+9,1%).

 

RISCHIO INFILTRAZIONI CRIMINALITA’ ORGANIZZATA

Il contesto economico-finanziario che si prefigura nella fase della “ripresa”, specifica la nota del Viminale, espone l’intero circuito produttivo e commerciale al rischio di infiltrazione da parte della criminalità organizzata. Anche tenuto conto che la crisi in atto ha già prodotto un forte deficit di liquidità per le aziende e le famiglie e che è stato attivato un flusso di ingenti finanziamenti pubblici, sia nazionali sia comunitari, diretti alle imprese, questo scenario può favorire dinamiche corruttive e rapporti illeciti tra imprenditori, funzionari pubblici e organizzazioni criminali.

In questo contesto, il ministro dell’Interno ha già disposto alcuni interventi:

  1. la direttiva del 10 aprile ai prefetti per sollecitare la massima attenzione sui rischi di inquinamento della economia legale connessi al contesto dell’emergenza sanitaria e della crisi economica;
  2. il protocollo di legalità con il ministero dell’Economia e delle Finanze e con la Sace per assicurare la completa funzionalità del sistema di garanzia alle banche che finanziano le imprese, impedendo comunque l’erogazione di qualunque utilità di fonte pubblica a vantaggio degli operatori economici in odore di condizionamento malavitoso;
  3. l’intensificazione dei contatti diretti, a livello centrale e periferico, con le associazioni di categoria al fine di potenziare il monitoraggio dei casi di default economico nonché di individuare aree sensibili per interventi di prevenzione.

Su indicazione della titolare del Viminale sono state previste:

  1. l’intensificazione delle attività di prevenzione delle forze di polizia sul fenomeno del riciclaggio e sulle dinamiche societarie: con particolare attenzione alla filiera agroalimentare, alle infrastrutture sanitarie, all’approvvigionamento del materiale medico, al comparto turistico alberghiero, alla ristorazione nonché ai settori della distribuzione al dettaglio della piccola e media impresa;
  2. una elevata attenzione al monitoraggio dei “reati spia” indici di infiltrazione criminale, anche mafiosa, nel circuito economico finanziario quali l’usura, l’illecita concorrenza attraverso la minaccia e la violenza, le truffe, il trasferimento fraudolento di beni, la corruzione e gli illeciti negli appalti.