Bankitalia, tre proposte per uscire dalla crisi post Covid-19
20 Aprile 2020Tre proposte a medio e lungo termine per uscire dalla crisi e dare sostegno finanziario alle imprese. A lanciarle la Banca d’Italia in un report ad hoc curato da ricercatori di via Nazionale.
Alla base delle proposte di Bankitalia la necessità, nella fase di uscita dall’emergenza, di mettere in campo politiche finalizzate alla riduzione del peso del debito dopo le misure approvate nel breve periodo per far fronte all’emergenza economica determinata dalla pandemia, tutte incentrate su ampi programmi di garanzie pubbliche sul credito fornito dalle banche alle imprese.
«La crisi da Covid-19 – si legge nel paper di Bankitalia – richiede una risposta rapida per salvaguardare la capacità produttiva dell’economia italiana. L’introduzione di generosi schemi di garanzie pubbliche di prima richiesta sui prestiti è pertanto giustificata dall’esigenza di prevenire una interruzione del credito e del circuito dei pagamenti e, in ultima istanza, l’accumulo di crediti deteriorati nel bilancio delle banche. Nondimeno è di fondamentale importanza attivare misure economiche volte a facilitare un rapido ritorno a una migliore sostenibilità finanziaria dei bilanci delle imprese. Senza di esse esiste il rischio che le banche possano in futuro non rinnovare i prestiti verso imprese considerate eccessivamente rischiose. In definitiva, la garanzia pubblica sui crediti è sicuramente uno strumento efficace per promuovere un temporaneo evergreening dei prestiti permettendo il proseguimento dell’attività aziendale; sono tuttavia necessarie ulteriori misure di politica economica volte ad assicurare un ritorno a una migliore sostenibilità finanziaria dell’impresa prima che le banche cessino di beneficiare delle attuali garanzie pubbliche».
LE TRE PROPOSTE DI BANKITALIA
Di qui le tre proposte avanzate dai ricercatori di Bankitalia:
- Nel breve termine: trasferimenti diretti alle imprese da parte del governo per
compensare la perdita di fatturato e coprire le spese operative. Il blocco delle attività
azzera i ricavi di alcune aziende e l’impatto negativo sui flussi di cassa è solo in parte
compensato dagli aggiustamenti di breve termine sui costi operativi e dagli aiuti pubblici già
disponibili quali la cassa integrazione guadagni. Trasferimenti aggiuntivi a fondo perduto
eviterebbero o ridurrebbero fortemente la necessità delle imprese di indebitarsi verso il
sistema finanziario per far fronte allo shock da Covid-19. Anche le banche avrebbero meno rischi di incorrere perdite sui crediti in essere. Questo intervento richiede tuttavia che lo Stato
si faccia carico nell’immediato di un ingente spesa, che si possano superare dei vincoli
normativi a livello europeo e che si definiscano criteri di ammissibilità delle imprese agli aiuti
pubblici che non creino eccessive controversie con le parti sociali e tra settori economici
diversamente colpiti dalla crisi. - Nel medio termine: creazione di un veicolo con capitale pubblico per la ristrutturazione
di debiti delle imprese medio-grandi. I governi potrebbero creare un veicolo speciale per
acquistare dalle banche i prestiti concessi per le esigenze di liquidità delle imprese a seguito
della crisi da Covid-19. Il veicolo sarebbe finanziato con risorse patrimoniali pubbliche e con
debito a lungo termine collocato sul mercato. L’ammontare di capitale dovrebbe essere
sufficiente a far sì che i titoli di debito a lungo termine emessi dal veicolo siano ammissibili
per i programmi di acquisto della BCE. - Nel medio termine: introduzione di incentivi fiscali per la ricapitalizzazione delle
imprese. Il governo potrebbe introdurre forti incentivi fiscali per la ricapitalizzazione delle
imprese, ad esempio attraverso una ACE “rinforzata”. I principali benefici di queste nuove
iniezioni di capitale nelle imprese sarebbero i seguenti: 1) evitare il difficile calcolo del giusto
ammontare di trasferimenti diretti da operare a ciascuna azienda (come nella misura al punto
1); 2) evitare una ingente e immediata spesa per il bilancio pubblico legando l’effettiva
passività implicita del governo alla effettiva sopravvivenza dell’impresa. L’orizzonte
temporale di attuazione di questa misura è più lungo rispetto alle precedenti opzioni e
sussistono dei limiti qualora gli attuali azionisti abbiamo poche risorse disponibili per
effettuare la ricapitalizzazione. In tal senso, riveste particolare importanza per il successo
dell’iniziativa anche l’efficacia dei sistemi di corporate governance per un eventuale
ampliamento della compagine societaria