Bankitalia, tre proposte per uscire dalla crisi post Covid-19

Bankitalia, tre proposte per uscire dalla crisi post Covid-19

20 Aprile 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

Tre proposte a medio e lungo termine per uscire dalla crisi e dare sostegno finanziario alle imprese. A lanciarle la Banca d’Italia in un report ad hoc curato da ricercatori di via Nazionale.

Alla base delle proposte di Bankitalia la necessità, nella fase di uscita dall’emergenza, di mettere in campo politiche finalizzate alla riduzione del peso del debito dopo le misure approvate nel breve periodo per far fronte all’emergenza economica determinata dalla pandemia, tutte incentrate su ampi programmi di garanzie pubbliche sul credito fornito dalle banche alle imprese.

«La crisi da Covid-19 – si legge nel paper di Bankitalia – richiede una risposta rapida per salvaguardare la capacità produttiva dell’economia italiana. L’introduzione di generosi schemi di garanzie pubbliche di prima richiesta sui prestiti è pertanto giustificata dall’esigenza di prevenire una interruzione del credito e del circuito dei pagamenti e, in ultima istanza, l’accumulo di crediti deteriorati nel bilancio delle banche. Nondimeno è di fondamentale importanza attivare misure economiche volte a facilitare un rapido ritorno a una migliore sostenibilità finanziaria dei bilanci delle imprese. Senza di esse esiste il rischio che le banche possano in futuro non rinnovare i prestiti verso imprese considerate eccessivamente rischiose. In definitiva, la garanzia pubblica sui crediti è sicuramente uno strumento efficace per promuovere un temporaneo evergreening dei prestiti permettendo il proseguimento dell’attività aziendale; sono tuttavia necessarie ulteriori misure di politica economica volte ad assicurare un ritorno a una migliore sostenibilità finanziaria dell’impresa prima che le banche cessino di beneficiare delle attuali garanzie pubbliche».

LE TRE PROPOSTE DI BANKITALIA

Di qui le tre proposte avanzate dai ricercatori di Bankitalia:

  • Nel breve termine: trasferimenti diretti alle imprese da parte del governo per
    compensare la perdita di fatturato e coprire le spese operative. Il blocco delle attività
    azzera i ricavi di alcune aziende e l’impatto negativo sui flussi di cassa è solo in parte
    compensato dagli aggiustamenti di breve termine sui costi operativi e dagli aiuti pubblici già
    disponibili quali la cassa integrazione guadagni. Trasferimenti aggiuntivi a fondo perduto
    eviterebbero o ridurrebbero fortemente la necessità delle imprese di indebitarsi verso il
    sistema finanziario per far fronte allo shock da Covid-19. Anche le banche avrebbero meno rischi di incorrere perdite sui crediti in essere. Questo intervento richiede tuttavia che lo Stato
    si faccia carico nell’immediato di un ingente spesa, che si possano superare dei vincoli
    normativi a livello europeo e che si definiscano criteri di ammissibilità delle imprese agli aiuti
    pubblici che non creino eccessive controversie con le parti sociali e tra settori economici
    diversamente colpiti dalla crisi.
  • Nel medio termine: creazione di un veicolo con capitale pubblico per la ristrutturazione
    di debiti delle imprese medio-grandi. I governi potrebbero creare un veicolo speciale per
    acquistare dalle banche i prestiti concessi per le esigenze di liquidità delle imprese a seguito
    della crisi da Covid-19. Il veicolo sarebbe finanziato con risorse patrimoniali pubbliche e con
    debito a lungo termine collocato sul mercato. L’ammontare di capitale dovrebbe essere
    sufficiente a far sì che i titoli di debito a lungo termine emessi dal veicolo siano ammissibili
    per i programmi di acquisto della BCE.
  • Nel medio termine: introduzione di incentivi fiscali per la ricapitalizzazione delle
    imprese. Il governo potrebbe introdurre forti incentivi fiscali per la ricapitalizzazione delle
    imprese, ad esempio attraverso una ACE “rinforzata”. I principali benefici di queste nuove
    iniezioni di capitale nelle imprese sarebbero i seguenti: 1) evitare il difficile calcolo del giusto
    ammontare di trasferimenti diretti da operare a ciascuna azienda (come nella misura al punto
    1); 2) evitare una ingente e immediata spesa per il bilancio pubblico legando l’effettiva
    passività implicita del governo alla effettiva sopravvivenza dell’impresa. L’orizzonte
    temporale di attuazione di questa misura è più lungo rispetto alle precedenti opzioni e
    sussistono dei limiti qualora gli attuali azionisti abbiamo poche risorse disponibili per
    effettuare la ricapitalizzazione. In tal senso, riveste particolare importanza per il successo
    dell’iniziativa anche l’efficacia dei sistemi di corporate governance per un eventuale
    ampliamento della compagine societaria