Invecchiamento della popolazione e calo dei giovani nel Sud: il report

Invecchiamento della popolazione e calo dei giovani nel Sud: il report

7 Marzo 2025 0 Di Alessandro Mazzaro

L’Italia si trova ad affrontare una sfida demografica di grande rilevanza: l’invecchiamento della popolazione e il calo dei giovani, in particolare nel Mezzogiorno. Questo fenomeno ha profonde implicazioni sociali ed economiche per il futuro del Paese, e richiede un’analisi approfondita delle sue cause e delle possibili soluzioni.

Confronto demografico tra Mezzogiorno e Centro-nord

Prima di addentrarci nelle specifiche del fenomeno NEET e della perdita di popolazione giovanile nel Mezzogiorno, è utile delineare un quadro generale delle dinamiche demografiche in Italia. Il Mezzogiorno e il Centro-nord presentano, infatti, tendenze differenti che riflettono le diverse condizioni socio-economiche delle due aree del Paese.

Attualmente, la quota di giovani (18-34 anni) è maggiore nel Mezzogiorno (18,6%) rispetto al Centro-nord (16,9%) (nota 1). Tuttavia, il Mezzogiorno ha subito una flessione demografica molto più marcata (-28% dal 2002) rispetto al Centro-nord (-20,3%) 1. Questo dato, in apparenza contraddittorio, evidenzia come il calo delle nascite e l’emigrazione giovanile stiano colpendo con maggiore intensità le regioni meridionali.

Le proiezioni demografiche per il 2061 non lasciano spazio a dubbi: l’Italia è destinata a diventare un Paese sempre più anziano. Nel Mezzogiorno, gli ultra-settantenni rappresenteranno il 30,7% della popolazione residente, mentre nel Centro-nord la percentuale sarà del 18,5%. Questo squilibrio demografico avrà inevitabili ripercussioni sulla sostenibilità del sistema di welfare e sulla crescita economica del Paese.

Per comprendere meglio la situazione demografica italiana, è utile analizzare alcuni dati specifici:

  • Popolazione: Nel 2024, la popolazione italiana era di circa 58,9 milioni di abitanti, con una densità di 202 persone per km² (nota 2). La popolazione è distribuita in modo non omogeneo sul territorio, con una maggiore concentrazione nelle aree urbane del Nord e del Centro.
  • Tasso di natalità: Il tasso di natalità in Italia è in costante calo, con 6,7 nascite per 1.000 abitanti nel 2022 (nota 3). Questo dato è inferiore alla media europea e contribuisce all’invecchiamento della popolazione.
  • Tasso di mortalità: Il tasso di mortalità in Italia è di 12,1 decessi per 1.000 abitanti nel 2022 3. L’aumento della speranza di vita, che nel 2020 era di 82 anni 3, contribuisce a questo dato.
  • Migrazioni: L’Italia è un Paese di immigrazione, con un tasso di migrazione netto positivo di 1,3 migranti per 1.000 abitanti nel 2020 3. Le migrazioni contribuiscono a limitare il declino demografico, ma non sono sufficienti a compensare il calo delle nascite.

Il Centro-nord, grazie a una maggiore dinamicità economica e a una migliore offerta formativa (nota 4), attrae un maggior numero di giovani provenienti dal Mezzogiorno e dall’estero. Questo fenomeno contribuisce a mantenere una struttura demografica più equilibrata rispetto alle regioni meridionali.

Tuttavia, anche il Centro-nord non è immune al calo demografico. Secondo uno studio della Fondazione Nordest (nota 5), la popolazione del Nord Italia potrebbe diminuire di 2,3 milioni di abitanti entro il 2040. Questo dato evidenzia come il problema dell’invecchiamento della popolazione sia una sfida che riguarda l’intero Paese.

Il fenomeno dei NEET nel Mezzogiorno

Il fenomeno dei NEET (Not in Education, Employment, or Training) è particolarmente accentuato nel Mezzogiorno d’Italia. I dati ISTAT indicano che nel 2023 circa un giovane su cinque in Italia è NEET 6. Questa condizione è più diffusa nel Sud Italia, dove raggiunge il 33% (nota 7), con punte del 46,3% in provincia di Caltanissetta (nota 6). I NEET, giovani che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in percorsi di formazione, rappresentano una perdita di capitale umano e di potenziale produttivo per il Paese. Il costo sociale di questo fenomeno è stimato al 2% del PIL europeo (nota 8).

Le cause di questo fenomeno sono molteplici e interconnesse, e creano un circolo vizioso che intrappola i giovani in una condizione di svantaggio (nota 6):

  • Mancanza di opportunità lavorative: Il Mezzogiorno soffre di una cronica carenza di opportunità lavorative, con un tasso di disoccupazione giovanile molto elevato. Questo spinge molti giovani a emigrare verso altre regioni italiane o all’estero in cerca di lavoro (nota 8).
  • Scarsa offerta formativa: L’offerta formativa nel Mezzogiorno è spesso inadeguata alle esigenze del mercato del lavoro, con una minore diffusione di percorsi di istruzione e formazione professionale di alta qualità (nota 10).
  • Contesto socio-economico svantaggiato: Molti giovani NEET provengono da famiglie con un basso livello di istruzione e reddito, che non possono fornire loro il supporto necessario per completare gli studi o entrare nel mondo del lavoro 11. Questo fattore, combinato con la scarsa offerta formativa, contribuisce ad alimentare il fenomeno dell’abbandono scolastico, che a sua volta aumenta il rischio di diventare NEET (nota 6).
  • Disuguaglianze di genere: Le donne sono maggiormente colpite dal fenomeno NEET, a causa di stereotipi di genere, difficoltà di conciliazione tra vita familiare e lavorativa, e discriminazioni nell’accesso al mercato del lavoro 10. Nel Sud Italia, la maggiore presenza femminile tra i NEET è legata anche a responsabilità familiari e alla cura dei figli (nota 12).
  • Mancanza di competenze: I giovani NEET spesso non possiedono le competenze richieste dal mercato del lavoro, il che rende difficile il loro inserimento professionale (nota 6).
  • Barriere personali: Oltre alle difficoltà oggettive, i giovani NEET possono incontrare barriere personali, come la mancanza di motivazione, la scarsa autostima e problemi di salute mentale (nota 9).
  • Criminalità: La presenza di criminalità organizzata in alcune aree del Mezzogiorno può scoraggiare l’investimento in capitale umano e la creazione di opportunità di lavoro (nota 13). Un’analisi econometrica condotta sulle regioni italiane ha dimostrato che la criminalità ha un impatto significativo sull’aumento dei tassi di NEET, soprattutto nelle regioni meridionali.
  • Modello culturale: In Italia, il modello culturale che considera accettabile la dipendenza dei giovani dai genitori per un lungo periodo può contribuire al fenomeno NEET (nota 8).
  • Impatto della pandemia: La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto negativo sui NEET, a causa della chiusura delle imprese, della riduzione delle offerte di lavoro e dell’aumento della concorrenza per le posizioni disponibili (nota 9).

È importante sottolineare che il fenomeno NEET non è omogeneo. Come riportato in (nota 8), è possibile individuare quattro categorie di NEET:

  1. NEET in cerca di occupazione: Giovani che cercano attivamente un lavoro.
  2. NEET non disponibili per la vita attiva: Giovani che non possono lavorare per motivi di salute, familiari o altri impedimenti.
  3. NEET in attesa di un’opportunità: Giovani che non cercano attivamente lavoro ma sono disponibili a lavorare se si presenta l’occasione.
  4. NEET in istruzione o formazione: Giovani che seguono corsi di formazione ma non sono occupati.

Le conseguenze del fenomeno NEET sono significative, sia a livello individuale che sociale. I giovani NEET rischiano di rimanere intrappolati in una condizione di marginalità ed esclusione sociale, con difficoltà di inserimento lavorativo e di realizzazione personale. A livello sociale, il fenomeno NEET rappresenta una perdita di capitale umano e di potenziale produttivo, con un impatto negativo sulla crescita economica e sulla coesione sociale.

Un’analisi di controllo condotta in ha dimostrato che l’istruzione dei genitori ha un effetto significativo sulla riduzione dell’inattività dei giovani. Questo dato evidenzia l’importanza di investire nell’istruzione delle famiglie per contrastare il fenomeno NEET a lungo termine.

Perdita di popolazione giovanile nel Mezzogiorno

Il Mezzogiorno d’Italia sta vivendo un progressivo spopolamento, con una perdita accentuata di popolazione giovanile. Negli ultimi dieci anni, la popolazione nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni è diminuita di quasi 750mila unità, pari al -5,8% (nota 15). In realtà il numero di giovani in Italia nel 2024 si aggira intorno ai 12,1 milioni. Questo dato allarmante è il risultato di una combinazione di fattori:

  • Denatalità: Il tasso di natalità nel Mezzogiorno è tra i più bassi d’Italia, a causa di fattori economici, sociali e culturali 16.
  • Emigrazione: Molti giovani lasciano il Mezzogiorno per cercare lavoro o migliori opportunità di vita in altre regioni italiane o all’estero. L’emigrazione giovanile contribuisce alla “fuga di cervelli” dall’Italia, con una perdita di lavoratori qualificati e professionisti.
  • Scarsa attrattività: Il Mezzogiorno soffre di una minore attrattività rispetto ad altre aree del Paese, a causa di problemi come la mancanza di infrastrutture, la scarsa qualità dei servizi pubblici e la presenza di criminalità.
  • Precarietà economica: La precarietà economica e la mancanza di politiche a sostegno della natalità contribuiscono al calo delle nascite e all’invecchiamento della popolazione.
  • Mancanza di servizi: La carenza di servizi di supporto alla genitorialità rende difficile per le famiglie conciliare la vita lavorativa con la cura dei figli, scoraggiando la natalità.
  • Bassi salari e mancanza di riconoscimento: I bassi salari, la mancanza di riconoscimento del merito e la scarsa valorizzazione del futuro da parte del Paese spingono i giovani a emigrare.

La perdita di popolazione giovanile ha gravi conseguenze per il Mezzogiorno:

  • Riduzione della forza lavoro: La diminuzione dei giovani ha un impatto negativo sulla crescita economica, riducendo la forza lavoro disponibile e la capacità di innovazione.
  • Indebolimento del tessuto sociale: La perdita di giovani indebolisce il tessuto sociale, con una perdita di vitalità e di dinamismo.
  • Invecchiamento della popolazione: L’accentuato invecchiamento della popolazione comporta un aumento dei costi per il welfare, in particolare per la sanità e l’assistenza agli anziani, e una diminuzione della capacità di innovazione.
  • Sostenibilità del sistema di welfare: L’indice di vecchiaia, che misura il rapporto tra la popolazione over 65 e i giovani sotto i 15 anni, ha raggiunto il valore di 179,8 nel 2023 16. Questo dato evidenzia l’impatto del declino demografico sulla sostenibilità del sistema di welfare.
  • Diminuzione della forza lavoro: L’indice di dipendenza degli anziani, che misura il rapporto tra la popolazione over 65 e la popolazione attiva, è passato dal 28% nel 2001 al 36,5% nel 2023. Questo dato indica una diminuzione della forza lavoro disponibile e un aumento del carico previdenziale.

Le previsioni per il futuro della popolazione giovanile in Italia sono negative, a causa dell’emigrazione e del continuo calo delle nascite.

Conseguenze sociali ed economiche dell’invecchiamento della popolazione nel Mezzogiorno

L’invecchiamento della popolazione nel Mezzogiorno d’Italia ha profonde conseguenze sociali ed economiche.

  • Sistema di welfare: L’aumento della popolazione anziana comporta un aumento della spesa pubblica per pensioni, sanità e assistenza. Questo può mettere a dura prova la sostenibilità del sistema di welfare, soprattutto in un contesto di crescita economica debole.
  • Mercato del lavoro: La diminuzione della popolazione in età lavorativa può portare a una carenza di manodopera, con un impatto negativo sulla produttività e sulla crescita economica.
  • Coesione sociale: L’invecchiamento della popolazione può portare a una riduzione della coesione sociale, con un aumento delle disuguaglianze e una minore partecipazione alla vita sociale.
  • Crescita economica: La diminuzione della popolazione giovane e l’aumento della popolazione anziana possono avere un impatto negativo sulla crescita economica, riducendo la domanda interna e la capacità di innovazione.

Confronto con altre regioni europee

Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione e del calo dei giovani non riguarda solo l’Italia, ma è una tendenza comune a molti Paesi europei. Tuttavia, l’Italia si distingue per la particolare gravità del fenomeno, soprattutto nel Mezzogiorno.

L’Italia ha uno dei tassi di NEET più alti d’Europa. Questo dato evidenzia la necessità di interventi mirati per contrastare il fenomeno e favorire l’occupazione giovanile.

In altri Paesi europei, come la Francia, si osserva un ritardo nell’emancipazione dei giovani dalla famiglia di origine, simile a quello registrato in Italia. Questo fenomeno è legato a fattori come la precarietà del mercato del lavoro e le difficoltà economiche.

Politiche e iniziative per contrastare il fenomeno dei NEET e favorire l’occupazione giovanile nel Mezzogiorno

Per contrastare il fenomeno dei NEET e favorire l’occupazione giovanile nel Mezzogiorno, sono state messe in atto diverse politiche e iniziative a livello europeo, nazionale e locale:

Iniziative europee:

  • Garanzia Giovani: Programma europeo che offre ai giovani NEET opportunità di formazione, tirocinio e accompagnamento al lavoro. I risultati di questo programma sono stati in parte positivi, con un rallentamento della crescita del fenomeno NEET e una leggera diminuzione del numero di giovani inattivi 8.
  • Fondo sociale europeo plus: L’UE ha stanziato risorse per lo sviluppo delle competenze e la riqualificazione nell’ambito del Fondo sociale europeo plus 6.

Iniziative nazionali:

  • Piano NEET: Piano nazionale che si concentra sull’identificazione, il coinvolgimento e l’attivazione dei giovani NEET 11. Questo piano prevede diverse misure, tra cui:
  • Rafforzamento della Garanzia Giovani: Miglioramento dell’efficacia del programma Garanzia Giovani.
  • Creazione di sportelli giovani nei centri per l’impiego: Facilitare l’accesso dei giovani ai servizi per l’impiego.
  • Intensificazione del supporto informativo: Campagna informativa GIOVANI2030 per promuovere le opportunità disponibili per i giovani.
  • Investimenti in istruzione e formazione: Aumento degli investimenti in istruzione e formazione professionale, con particolare attenzione alle competenze digitali e alle esigenze del mercato del lavor.
  • Sostegno all’imprenditorialità giovanile: Incentivi e agevolazioni per i giovani che vogliono avviare un’attività imprenditoriale nel Mezzogiorno.
  • Politiche di sviluppo territoriale: Promozione di politiche di sviluppo territoriale integrate, che favoriscano la creazione di opportunità di lavoro e migliorino la qualità della vita nel Mezzogiorno.
  • Misure per la salute mentale: Iniziative per affrontare il disagio giovanile e i problemi di salute mentale, aggravati dalla pandemia, come il rafforzamento della medicina territoriale e il potenziamento dell’offerta formativa.
  • Programma GOL – Garanzia Occupabilità Lavoratori: Programma che mira a fornire opportunità di lavoro ai giovani.
  • INAPP e Forum nazionale del Terzo settore: Collaborazione tra l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP) e il Forum nazionale del Terzo settore per affrontare il fenomeno NEET.
  • Campagne informative: Campagne di comunicazione istituzionale per informare i giovani sulle opportunità disponibili e sui rischi legati alla pandemia, come la campagna “Impara a proteggerti, naviga sicuro”.
  • Progetto Mobilità Sociale e Merito 2.0: Progetto per promuovere la mobilità sociale e la meritocrazia tra i giovani.
  • Iniziativa Bando sport e palestre: Iniziativa per sostenere progetti che utilizzano lo sport come strumento di sviluppo personale e sociale.
  • Studio sull’impatto della pandemia sulla salute mentale: Studio condotto dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza sull’impatto della pandemia sulla salute mentale dei giovani.
  • Strategia UE per la gioventù: Strategia europea per incoraggiare i giovani a partecipare attivamente alla vita democratica e sociale.
  • Portale statistico Istat per i giovani: Portale web con dati e informazioni sui giovani in Italia.
  • Incentivi per l’immigrazione: Politiche per attrarre e integrare immigrati nel Mezzogiorno, al fine di riequilibrare la struttura demografica e sostenere il mercato del lavoro.

Iniziative locali:

  • Progetto NEET Equity dell’UNICEF: Progetto che si svolge a Napoli, Taranto e Carbonia, con l’obiettivo di favorire l’inclusione dei giovani NEET. Il progetto si articola in tre aree di attività: ricerca, laboratori urbani di partecipazione e forum.

L’efficacia di queste politiche è ancora oggetto di dibattito. Alcuni studi evidenziano risultati positivi, come una riduzione del tasso di NEET e un aumento dell’occupazione giovanile. Altri studi, invece, sottolineano la necessità di interventi più mirati e di un maggiore coordinamento tra le diverse iniziative. In particolare, è fondamentale affrontare le sfide legate alla mancanza di coordinamento tra i diversi sistemi di supporto per i NEE.

Possibili soluzioni per il Mezzogiorno

Per affrontare il problema dell’invecchiamento della popolazione e del calo dei giovani nel Mezzogiorno d’Italia, è necessario un approccio multifattoriale che tenga conto delle diverse cause del fenomeno. Alcune possibili soluzioni includono:

  • Investimenti mirati in istruzione e formazione: È fondamentale migliorare la qualità dell’offerta formativa nel Mezzogiorno, con particolare attenzione alle competenze digitali e alle esigenze del mercato del lavoro.
  • Creazione di opportunità di lavoro qualificato: È necessario creare opportunità di lavoro qualificato nel Mezzogiorno, per attrarre e trattenere i giovani.
  • Sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno: È importante promuovere lo sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno, migliorando le infrastrutture, la qualità dei servizi pubblici e la sicurezza.
  • Promozione dell’imprenditorialità giovanile: È necessario sostenere i giovani che vogliono avviare un’attività imprenditoriale nel Mezzogiorno, fornendo loro incentivi e agevolazioni.
  • Politiche di inclusione sociale: È fondamentale promuovere politiche di inclusione sociale, per contrastare la marginalità e l’esclusione dei giovani NEET.
  • Incentivi alla natalità: È necessario introdurre politiche a sostegno della natalità, per contrastare il calo delle nascite e favorire il ricambio generazionale.
  • Gestione dell’immigrazione: È importante gestire l’immigrazione in modo efficace, favorendo l’integrazione degli immigrati e la loro partecipazione al mercato del lavoro.

Conclusioni

L’invecchiamento della popolazione e il calo dei giovani nel Mezzogiorno d’Italia rappresentano una sfida cruciale per il futuro del Paese. Per affrontare questo problema, è necessario un impegno congiunto da parte delle istituzioni, delle imprese e della società civile.

È fondamentale investire in istruzione e formazione, creare opportunità di lavoro qualificato, promuovere lo sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno, e favorire l’inclusione e la partecipazione dei giovani. Solo così sarà possibile invertire la tendenza demografica e garantire un futuro prospero e sostenibile per l’Italia.

In sintesi, i dati raccolti evidenziano la gravità del fenomeno NEET nel Mezzogiorno, con un tasso di giovani inattivi superiore alla media nazionale ed europea. La perdita di popolazione giovanile, causata da denatalità, emigrazione e scarsa attrattività del territorio, aggrava ulteriormente la situazione. Per affrontare questa sfida, è necessario un approccio multifattoriale che preveda investimenti in istruzione, creazione di opportunità di lavoro, sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno, e politiche di inclusione. Solo un impegno congiunto da parte di tutti gli attori sociali potrà garantire un futuro prospero e sostenibile per l’Italia.

 

 

 

 

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