
Startup e innovazione al Sud: tra potenzialità e ostacoli strutturali
6 Marzo 2025Nel dibattito sulle prospettive economiche del Mezzogiorno, le startup e le imprese innovative sono spesso descritte come una leva di sviluppo capace di invertire la rotta. Un’analisi più attenta, tuttavia, suggerisce un quadro meno lineare: se da un lato esistono segnali di fermento, dall’altro le criticità sistemiche continuano a rendere il Sud un terreno complesso per l’imprenditoria innovativa.
Secondo il “Rapporto Sud Innovation 2024”, nel Sud Italia operano 107 startup e 13 scaleup che, tra il 2017 e il 2024, hanno raccolto finanziamenti in equity per un totale di 328 milioni di euro, suddivisi in 173 round di investimento. I settori trainanti includono l’aerospazio, l’ICT, l’agritech e le energie rinnovabili.
Inoltre, le startup innovative guidate da giovani under 35 sono cresciute del 66,5% tra il 2016 e il 2024, con un incremento particolarmente marcato nel Mezzogiorno (+69,1%).
Il primo grande ostacolo è il sottofinanziamento cronico. Mentre le startup del Nord intercettano con maggiore facilità i capitali di fondi di venture capital e business angel, nel Mezzogiorno l’accesso agli investimenti privati resta limitato. Secondo il rapporto EY Venture Capital Barometer 2024, il mercato del venture capital italiano ha raggiunto una raccolta complessiva di 1,127 miliardi di euro, segnando un incremento del 7,5% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il Sud rimane fanalino di coda, con l’eccezione della Puglia.
A questo si aggiunge la fragilità infrastrutturale. La mancanza di collegamenti efficienti tra le aree interne e i principali snodi logistici incide sulla competitività delle imprese, aumentando i costi di distribuzione e limitando l’attrattività per gli investitori. La rete ferroviaria ad alta velocità copre solo una frazione del territorio meridionale, mentre i porti, nonostante il potenziale strategico nel Mediterraneo, soffrono di carenze nella gestione delle merci e nell’integrazione con le reti di trasporto interne.
Anche la burocrazia rimane un ostacolo significativo. Il Sud presenta tempi medi di approvazione per le autorizzazioni imprenditoriali superiori del 30% rispetto alla media nazionale, un fattore che scoraggia nuove iniziative e frena l’espansione di quelle esistenti. La frammentazione amministrativa complica ulteriormente il quadro, con regolamenti locali spesso in contrasto tra loro e iter autorizzativi che variano sensibilmente da regione a regione.
Di fronte a queste sfide, alcuni segnali di cambiamento emergono. L’incremento dei poli di innovazione e degli incubatori di impresa, come quelli promossi dalle università di Napoli, Bari e Palermo, ha favorito la nascita di ecosistemi più strutturati, capaci di attrarre competenze e creare sinergie tra ricerca e mercato. Tuttavia, la loro diffusione è ancora limitata rispetto al potenziale esistente.
Il futuro dell’innovazione nel Sud non dipenderà solo dalla volontà dei singoli imprenditori, ma dalla capacità del sistema economico di creare condizioni favorevoli alla crescita. Senza un miglioramento deciso nell’accesso ai capitali, nelle infrastrutture e nella semplificazione burocratica, il rischio è che il fermento attuale si esaurisca prima di diventare un motore strutturale dello sviluppo.
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