La Commissione UE approva il Recovery Plan: i dettagli del piano

La Commissione UE approva il Recovery Plan: i dettagli del piano

23 Giugno 2021 0 Di Alessandro Mazzaro

La Commissione Ue ha dato il via libera al Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) italiano per accedere al Recovery Fund. Dopo questi sedici mesi di pandemia e conseguente recessione economica, i 27 Paesi della Ue decidono di creare un fondo e spenderlo per far ripartire l’Europa. L’Italia avrà 191,5 miliardi di euro, di cui 69 a fondo perduto. Secondo la Commissione Ue il piano favorirà un incremento del Pil tra l’1,5% nel 2021 e il 2,5% nel 2026.

Mario Draghi è consapevole che siamo di fronte a un evento epocale che rimanda al Piano Marshall del dopoguerra. Il premier, in conferenza stampa con Ursula Von der Leyen negli studi di Cinecittà, sembra ottimista: “Il luogo scelto per questa cerimonia è molto simbolico. Qui negli anni del dopoguerra il nostro cinema raccontava la vita delle famiglie italiane, prima gli stenti, poi il lavoro e infine l’entusiasmo. Oggi celebriamo qui con l’approvazione del Pnrr quella che io spero sia l’alba della ripresa dell’Italia”. Per Von der Leyen “”Si tratta di un’opportunità che si ha una volta nella vita”.

Il Pnrr si fraziona in 6 Missioni (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute) e 16 Componenti.

Nel 2021 partiranno più di un terzo delle linee di intervento in programma di qui al 2026, oltre 120 su 323, per una spesa totale di 13,8 miliardi dove la voce più consistente sono gli incentivi di Transizione 4.0 (oltre 1,7 miliardi quest’anno) ma che saranno distribuiti anche per l’avvio di tanti cantieri, come quelli per il rilancio di Cinecittà.

Tutti i progetti finanziati con i fondi europei saranno costantemente monitorati per garantire il rispetto dei tempi: per erogare le risorse, ogni sei mesi, Bruxelles verificherà infatti il raggiungimenti di “milestones” e “target” indicati dai governi nel piano. Intanto, i primi fondi saranno impiegati in 123 progetti, alcuni attivi già da fine 2020, altri che sono in rampa di lancio come il piano Italia 5G o 1 Gbps e che potranno contare rispettivamente su 2,02 miliardi e 3,86 miliardi, tutti di prestiti.

Il pacchetto di misure per il turismo prevede l’avvio per la maggior parte da giugno, e sempre in estate scatteranno le decine di interventi previsti per spingere la transizione digitale, compreso il reclutamento di 10 mila giovani entro il 2025 – il bando per assumere i prime mille è partito a metà maggio – per insegnare l’uso di web, app e dei servizi più moderni della P.a. in particolare ai più anziani, con l’obiettivo di portare dal dal 42% al 70% la percentuale di cittadini tra i 16 e i 74 anni con conoscenze digitali di base.

Oltre alla ‘cura del ferro’ in arrivo con il completamento dell’Alta velocità, in particolare al Sud, per la transizione green si punta a spostare sul traporto pubblico almeno il 10% degli automobilisti e si guarda anche alla creazione di quasi 2mila chilometri di piste ciclabili (urbane e turistiche) con almeno la metà dei 600 milioni previsti da destinare al Sud. La maggior parte degli interventi copre l’intero orizzonte del piano, fino al 2026, ma ci sono anche progetti sprint che si punta a chiudere anche in due anni, come quello sulle Piccole Isole.

Complessivamente, ricordiamo, la missione Istruzione e ricerca assorbirà il 17% delle risorse totali.

Andando nel dettaglio, per scuola e università ci sono 20,89 miliardi. Per gli studenti più piccoli, il Piano stanzia 4,6 miliardi: oltre a 228mila nuovi posti nei nidi, si pensa anche alle materne, con un aumento delle mense per favorire l’orario delle lezioni fino al pomeriggio.

Per i dottorati viene destinato un miliardo e mezzo e, nel complesso, per la Ricerca, tra progetti e poli tecnologici, ci sono 12,92 miliardi. Uno degli obiettivi è stimolare gli investimenti sui giovani e favorire la collaborazione tra enti pubblici e imprese private. Il tutto, si legge nel piano, con iter burocratici più snelli.

La Commissione Ue autorizza il 13% di pre-finanziamento all’Italia, e a breve dovrebbero quindi arrivare una quarantina di miliardi.