La “dote” ai diciottenni proposta da Enrico Letta

La “dote” ai diciottenni proposta da Enrico Letta

25 Maggio 2021 0 Di Alessandro Mazzaro

«Ho fatto questa proposta per il motivo per cui sono tornato in politica, mi sono detto che il nostro Paese deve tornare a essere attrattivo per i giovani, mi sono detto “voglio fare tutto il possibile per i giovani”». Così il segretaro del Pd, Enrico Letta, da Fabio Fazio, a Che tempo che fa su Rai Tre, ripete e spiega la sua idea: creare una “dote” per i 18enni aumentando la tassa di successione sui patrimoni sopra il milione di euro chiedendo così «alla parte più ricca della popolazione, l’1%, di dare un contributo ai giovani». «Mi dicono che gli elettori sono anziani, io farò di tutto per vincere le elezioni ma sono qui per dare un futuro agli italiani. Chi ci sta guardando in questo momento, forse, non è giovanissimo. Tante persone che hanno fatto tanto nella vita. Dico a queste persone: pensate a vostro figlio, a vostro nipote. Questo Paese sta prendendo letteralmente a calci nel sedere i giovani, lo dimostrano le reazioni a questa proposta. Io sono tornato qui per questo, per aiutare i ragazzi e dare un aiuto. Non mollo».

La dote consisterebbe in 10 mila euro da consegnare alla metà meno abbiente dei 18enni italiani, tutti gli anni. La scelta dei 18enni avverrebbe sulla base dell’ISEE e dovrebbe essere usata per spese legate alla formazione e all’istruzione, per la casa e l’affitto oppure per avviare una nuova impresa.

Per poterla finanziare, il PD vorrebbe portare al 20% l’aliquota dell’imposta di successione per le eredità da genitori a figli superiori ai 5 milioni di euro. Al momento l’imposta di successione per i figli e per i parenti in linea retta è del 4%, ma con una franchigia di un milione di euro: significa che deve pagare l’imposta solo chi riceve in eredità un patrimonio di oltre un milione (e soltanto sulla parte eccedente il milione), mentre gli altri non hanno nessun obbligo. Con questa misura si manterrebbe la franchigia da un milione (e dunque chi eredita meno di quella cifra continuerà a non pagare nulla), chi eredita tra uno e 5 milioni continuerà a pagare il 4 per cento, mentre chi eredita più di 5 milioni dovrà pagare un’imposta del 20 per cento (sempre sulla parte eccedente). Trattasi quindi di imposta di tipo redistributivo.

Nella maggior parte dei paesi europei l’imposta di successione è relativamente alta: in Francia la franchigia è di 100mila euro (contro il milione di euro dell’Italia) e l’aliquota varia dal 5 al 60%, con un valore medio del 45 per cento. In Germania l’aliquota massima è del 30 per cento, nel Regno Unito del 40%. In generale, l’aliquota media dell’imposta di successione dei paesi OCSE (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che riunisce i principali paesi sviluppati del mondo) è del 15%.

La posizione contraria alla proposta si fonda principalmente sul fatto che anche se le imposte di successione sono decisamente più basse della media dei paesi ricchi, praticamente tutte le altre imposte sono invece più alte. Stando ai dati Eurostat del 2019 l’Italia era sesta in Europa per pressione fiscale.

Anche il premier Draghi non è favorevole alla proposta. «Non è il momento di prendere soldi, ma di darli», ha detto.