L’inflazione è pericolosa come la deflazione?

L’inflazione è pericolosa come la deflazione?

23 Marzo 2021 0 Di Alessandro Mazzaro

Keynes ci dice che la moneta influenza le grandezze reali dell’economia (investimenti, redditi, occupazione). Per Keynes le aspettative imprenditoriali siano una componente importante per la domanda d’investimento. Per l’economista britannico un basso tasso d’interesse stimola gli l’investimenti a condizione che le aspettative imprenditoriali siano positive o stabili. Per Keynes una politica monetaria espansiva cioè un aumento della moneta in circolazione può risultare inefficace:

1) Se le aspettative imprenditoriali sono negative riguardo al futuro a causa della fase recessiva o depressiva che il sistema economico sta attraversando. In questa situazione aumentare la moneta in circolazione per abbassare i tassi d’interesse, allo scopo di sollecitare una crescita della domanda globale e portare il reddito nazionale ad un livello più alto, rischia di non produrre l’effetto desiderato. Per Keynes in una situazione di questo tipo, sarebbe più opportuno aumentare i pubblici poteri, del Governo, mediante la manovra di spesa pubblica in aumento o delle entrate fiscali in diminuzione;

2) Se i tassi d’interesse hanno raggiunto un livello talmente basso che al di sottoi non possono più scendere. Keynes disse che quando il tasso d’interesse nominale è zero, l’aumento dello stock di moneta, fa precipitare l’economia in una trappola della liquidità. Ciò significa che se i tassi d’interesse sono molto bassi, i risparmiatori si aspettano che prima o poi essi crescano; pertanto, nell’attesa, preferiscono trattenere moneta in forma liquida per investirla al momento opportuno. La domanda di moneta a scopi speculativi diventa illimitata. Il vincitore del premio Nobel per l’economia P. Krugman dice che se la Banca Centrale applica una politica espansionistica della base monetaria mentre le banche non allargano i prestiti e le persone continuano a tenere i soldi sotto il materasso non si avranno effetti di particolare importanza.

La deflazione è un problema decisamente molto infido: il calo dei prezzi potrebbe apparire come una cosa buona, ma vi possono essere conseguenze che possono portare alla recessione. La deflazione fa iniziare un circolo vizioso che si autoalimenta e porterà che i prezzi in calo generano ulteriori cali futuri, questo porta gli individui a posticipare gli acquisti e la somma di queste aspettative porta ad una diminuzione generale dei consumi. Un calo dei consumi comporta una ripercussione sulle imprese che vedono diminuire sia i margini sia i fatturati e sono costrette ad un certo punto a licenziare, se non addirittura a chiudere. Quindi si avranno nuovi disoccupati che non avranno più redditi da spendere e si inizia un processo di distruzione dell’economia. Un secondo effetto della deflazione riguarda i debiti. Se vi è deflazione, la situazione diventa insostenibile per i debitori perché la discesa dei prezzi diventa più onerosa dal punto di vista reale i loro debiti, in quanto questi sono definiti al valore nominale. Alla lunga questa situazione è pericolosa anche per i creditori, che rischiano di non recuperare i loro soldi da debitori ridotti ad essere insolventi. Il meccanismo vale anche per gli Stati indebitati Quando il PIL non cresce o addirittura cala, a causa della deflazione, può accadere a Paesi con un altissimo debito pubblico, come l’Italia, che il rapporto debito/PIL cresca sempre più. Per quanto riguarda l’, inflazione invece si può dire che è stato un termine molto utilizzato in questi anni, il compito di gestire la politica monetaria europea spetta alla Banca Centrale Europea (BCE), che ha fissato un tasso d’inflazione al 2%, considerato un valore giusto per una crescita sana. Generalmente è corretto affermare che un’economia sana, nell’ambito di una crescita economica equilibrata e sostenibile, produce una leggera inflazione.  Un’inflazione badda spinge infatti i consumatori ad acquistare prodotti o servizi. Inoltre, in tempi d’inflazione bassa, anche i tassi d’interesse sono bassi, circostanza che stimola i prestiti e quindi i consumi e gli investimenti, poiché riduce il costo sostenuto per acquistare capitale a prestito.  Quando, invece, l’inflazione diventa eccessiva si verifica l’iperinflazione. Quest’ultima si ha quando, per qualche motivo, viene fatta circolare una grande quantità di moneta, la quale però non ha riscontro in termini di aumento di ricchezza reale. È una situazione in cui l’inflazione va fuori controllo, raggiungendo livelli elevatissimi, a causa di una forte perdita di moneta.

Di Emanuela Di Rauso

Bibliografia:

1) Andrea Boitani Macroeconomia 2019 Il Mulino

2) Oreste Mastroianni. L’inflazione e la deflazione. Una rivisitazione dei relativi modelli 2017 Nuova Cultura.