Gli enti statistici garantiscono ai loro utenti l’adeguatezza dei loro dati?

Gli enti statistici garantiscono ai loro utenti l’adeguatezza dei loro dati?

15 Marzo 2021 0 Di Alessandro Mazzaro

Gli enti che compongono il Sistema statistico si inquadrano nel dibattito internazionale sul superamento del PIL. L’ISTAT in collaborazione con il CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e Lavoro) ha sviluppato dal 2013 un progetto per misurare il benessere equo e sostenibile (Bes) con un indice che valuta il progresso di una società non solo per l’aspetto economico (il PIL), ma anche per quello sociale e ambientale, introducendo la misurazione di diseguaglianza e sostenibilità. Dal solo valore del PIL si passa a un insieme di 12 dimensioni del benessere importanti per il Paese: la Commissione scientifica per la misura del benessere ha poi selezionato 134 indicatori di sviluppo equo e sostenibile, di elevata qualità statistica e appropriati. Le 12 dimensioni del benessere individuate sono:

1)  Reddito pro-capite;

2) Indice di diseguaglianza del reddito disponibile;

3) Indice di povertà assoluta;

4) Speranza di vita in buona salute alla nascita;

5) Eccesso di peso;

6) Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione;

7) Tasso di mancata partecipazione al lavoro, con relativa scomposizione per genere;

8) Rapporto tra tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con figli in età prescolare e delle donne senza figli;

9) Indice di criminalità predatori;

10) Indice di efficienza della giustizia civile;

11) Emissioni di CO, e altri gas clima alteranti;

12) Indice di abusivismo edilizio.

L’iniziativa pone l’Italia nel gruppo di Paesi (Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Irlanda, Messico, Svizzera, Olanda) che hanno deciso di misurare il benessere e la qualità della vita della società. La base informativa del Benessere equo e sostenibile è oggetto di continua riflessione allo scopo di renderla sempre più completa e tempestiva. Dal rapporto Bes2018, pubblicato dall’ISTAT, si rileva che, rispetto a quanto esistente alla partenza del progetto, sono stati introdotti nuovi indicatori o migliorati quelli esistenti. Per esempio, in merito alla dimensione Istruzione e formazione, nel cui ambito vengono presi in considerazione diversi indicatori volti a misurare il livello di istruzione formale, formazione continua, competenze acquisite e partecipazione culturale, è stato aggiunto un indicatore sul Tasso di passaggio all’università, calcolato come percentuale di neodiplomati che si iscrive per la prima volta all’università nello stesso anno in cui ha conseguito il diploma di scuola secondaria di II grado. Questo indicatore permette di monitorare la sostenibilità dell’incremento del capitale umano del Paese, in quanto una diminuzione delle immatricolazioni all’università potrebbe influire negativamente sulla già bassa quota di laureati tra i giovani. Il tema della misurazione del benessere degli individui e delle società sta trovando grandi spazi di discussione in tutto il mondo e comincia ad essere affrontato anche dalla statistica ufficiale. Una particolare importanza assume la scelta degli indicatori di benessere, in quanto il ‘che cosa si misura influenza’’ il ‘che cosa fa’’. Se gli strumenti utilizzati non sono corretti, o non riescono a cogliere tutte le caratteristiche del fenomeno di interesse, essi si possono indurre a prendere decisioni inefficaci o sbagliate. Al contrario, l’utilizzo degli strumenti di misurazione corretti può portate a cambiamenti positivi grazie ad adeguate politiche economiche e sociali.

Di Emanuela Di Rauso