Le agenzie di rating come organi di vigilanza. Qual è il loro ruolo?
17 Febbraio 2021 0 Di Alessandro MazzaroLe agenzie di rating sono delle organizzazioni private di cui le più conosciute e più influenti sono: Standard & Poor’s, Moody’s Investor Service e Fitch Ratings, tutte e tre società partecipate da grandi multinazionali. Esse hanno il compito di analizzare e valutare quelle che sono le condizioni finanziarie di un ente, per fornire poi agli investitori uno strumento utile per effettuare i giusti investimenti. In particolare, il loro scopo è quello di valutare la stabilità finanziaria di un’azienda, di un titolo obbligazionario o anche di un intero Stato attraverso il rating, cioè un giudizio di solvibilità che riguarda la stabilità economica di questi enti. Le loro valutazioni in merito permettono agli investitori di orientarsi e di creare i propri portafogli con cognizione di causa. Questa valutazione viene determinata tenendo conto di una scala di valori dove ogni espressione equivale ad un preciso significato. La scala di valori va da:
-AAA a BBB. Se l’ente riceve una valutazione che rientra all’interno di questa fascia, essa viene considerata positiva e possiamo parlare di “grado di investimento”. Nello specifico, l’ente valutato può essere considerato l’ente generale, affidabile e anche stabile dal punto di vista finanze;
-BB a D. In questa categoria la valutazione è negativa, infatti si parla di “grado di non investimento”. Quindi l’ente non è affidabile, le finanze sono fragili e può anche esserci un rischio fallimento.
Altro parametro utilizzato dalle agenzie di rating è l’outlook, che nel campo finanziario indica la previsione su una società nel medio e lungo termine. L’espressione “tagliare l’outlook della banca”, indica che l’agenzia ha tagliato le stime di crescita dell’impresa prese in analisi, perché non sono previsti miglioramenti per quel titolo. L’outlook può essere:
• Positivo. Le condizioni future dell’azienda saranno migliori o uguali alla situazione attuale, a seconda delle previsioni;
• Negativo. Sono previsti dei peggioramenti;
• Stabile. Non sono previsti cambiamenti per cui è molto probabile che la valutazione del rating non cambi.
Se una società di rating declassasse un titolo o un Paese, cioè giudicasse uno Stato incapace di ripagare il proprio debito, i titoli emessi dallo Stato declassato diventerebbero meno affidabili, più rischiosi e, quindi, lo Stato sarebbe costretto a corrispondere tassi d’interesse più alti per invogliarne l’acquisto, accrescendo in questo modo gli oneri a suo carico e la possibilità di rendersi inadempiente nel pagamento delle cedole o nel rimborso del capitale. Inoltre, i titoli di Stato declassati non potrebbero più essere dalle banche alle Bce come garanzia per ottenere liquidità con le operazioni di rifinanziamento ordinarie. Le banche, pertanto, riceverebbero dalla Bce meno credito e, di conseguenza, alzerebbero i tassi d’interesse sui nuovi prestiti richiesti da famiglie e imprese, con ripercussioni negative sull’economia del Paese declassato. Per quanto riguarda le agenzie di rating, quando esse declassano un titolo o un Paese, gli operatori finanziari inseriscono questo dato nel software di gestione. In modo del tutto automatico, tutto questo apre scommesse al ribasso del prezzo dei titoli declassati. Queste scommesse potrebbero avverarsi e permettere di realizzare dei forti guadagni ma anche non avverarsi, anzi, muoversi in senso contrario, con rialzi del prezzo titolo, causando perdite illimitate. La società di rating, pertanto, può indirettamente indirizzare il mercato dove vuole.
Bibliografia:
Le agenzie di rating di Giovanni Ferri, Punziana Lacitignola, Il Mulino 2014
Analisi di Bilancio e Rating, Gustavo Carbonara, 2019.