La Fondazione Picentia lancia la campagna pro vaccino: «La comunità deve fare squadra»

La Fondazione Picentia lancia la campagna pro vaccino: «La comunità deve fare squadra»

12 Gennaio 2021 0 Di Arianna Bruno

La Fondazione Picentia lancia la campagna a favore del vaccino contro il Covid-19.

La campagna si pone l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione circa la necessità e l’importanza di effettuare il vaccino, unico modo per sconfiggere il Coronavirus e lasciarci alle spalle la fase pandemica. Sul tema si è espressa la vicepresidente della Fondazione Picentia, Mariella dell’Angelo, che ha risposto alle domande di CreaSud raccontando la sua esperienza da operatrice sanitaria.

medici vaccino

– Aver ottenuto in così poco tempo il vaccino rappresenta un risultato importante per la ricerca. Come giudica questa prima fase di vaccinazione di massa?

Il vaccino ha la funzione di addestrare il nostro corpo a produrre anticorpi per poter combattere il virus,  trovandoci di fronte ad una pandemia tutti gli scienziati del mondo hanno collaborato per elaborare diversi vaccini, validi almeno al 90%, partendo da conoscenze e studi già esistenti per combattere altre infezioni da SARS-COV; diverse case farmaceutiche solo dopo aver superato l’approvazione dell’EMA (Agenzia europea del farmaco) e dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) possono passare alla produzione degli stessi. Ogni tipo di vaccino creato ha tempi di somministrazione e durata di immunizzazione diversi, con un profilo di sicurezza molto buono. Fondamentale è questa prima fase di vaccinazione di massa che avrà come obbiettivo da ora e fino all’estate 2021 di proteggere le persone più fragili (anziani, portatori di patologie ecc..) e personale sanitario, con l’intenzione di evitare per quanto possibile altre morti e il sovraffollamento dei presidi ospedalieri, per poi arrivare gradualmente ad un’immunità di gregge che gli esperti conteggeranno secondo un calcolo ben preciso. Credo inoltre che sia di fondamentale importanza creare un’anagrafe vaccinale in grado di monitorare ,e così  condividere in maniera rapida le informazioni tra stato e regioni di tutti i soggetti vaccinati. Avere degli elenchi precisi consentirà di non sprecare dosi fondamentali perché se qualcuno non dovesse presentarsi al centro vaccinale per la somministrazione sarà possibile scorrere i nominativi in elenco.

 

– Da operatore sanitario cosa pensa della gestione dell’emergenza da marzo ad oggi?
Per gli operatori sanitari dei centri privati accreditati con il S.S.N non è stato per nulla facile gestire l’emergenza da Covid-19 ,nei primi giorni la paura di contrarre il virus era altissima, ma presto ci si è resi conto che comunque la situazione andava affrontata al meglio e che dovevamo essere di supporto ai pazienti affetti anche da altre patologie oltre il Covid-19, chi decide di fare questo lavoro ha l’obbligo morale di essere sempre presente, abbandonando così anche l’idea dell’uso della cassa integrazione che lo stato ha messo a disposizione. La gestione dell’emergenza epidemiologica in questi mesi si è basata sul rispetto di ordinanze sia ministeriali che regionali in continuo mutamento, siamo stati utili e necessari alla popolazione adeguando le nostre strutture alle disposizioni governative; abbiamo sempre dovuto ricercare i DPI (dispositivi di protezione individuali) come ad esempio le mascherine, le visiere protettive, i camici e le tute utili                         
per tutelare sia il personale sanitario che i pazienti tramite i nostri canali commerciali, vivendo tutte le criticità del caso, ovvero: difficoltà nelle consegne e prezzi elevatissimi. Un giudizio sulla gestione dell’emergenza? Si poteva fare di più e meglio; purtroppo abbiamo e continueremo a pagare anni e anni di cattiva gestione del sistema sanitario, penalizzato anche da continue detrazioni economiche per ogni settore, il sud in particolare rimane in svantaggio rispetto al resto del paese pur avendo a disposizione ottime risorse umane.
– Perché è giusto e doveroso vaccinarsi?
Sono convinta che sia giusto vaccinarsi, io stessa mi vaccinerò, farlo è una scelta di responsabilità. Dopo quanto accaduto nel mondo a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, il vaccino rimane l’unico strumento che potrebbe restituirci quella normalità ormai persa e che tanto ci manca. Vaccinarsi è un atto d’amore verso se stessi e la comunità; di fronte ad una malattia così contagiosa e mortale è doveroso, quanto necessario proteggere i nostri familiari, amici e colleghi. Sono personalmente d’accordo, ove necessario, per alcune categorie quali i medici (che maggiormente sono a contatto con anziani e persone malate), all’introduzione da parte dello stato all’obbligatorietà del vaccino stesso proprio perché ci troviamo in un regime d’emergenza.