Scuola, barriere architettoniche e senso-percettive: Sud fanalino di coda

Scuola, barriere architettoniche e senso-percettive: Sud fanalino di coda

4 Gennaio 2021 0 Di Alessandro Mazzaro

Ogni studente dovrebbe poter accedere liberamente all’istituto scolastico che frequenta, incluse le persone con disabilità. Questo diritto, riconosciuto dalla legge (“L’esercizio del diritto all’educazione e all’istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all’handicap”, legge 104/1992, articolo 12 comma 4), purtroppo spesso si disintegra scontrandosi con scuole vecchie e non sempre pensate per rispondere alle esigenze di questi ragazzi. Le prime difficoltà a cui pensiamo sono infatti quelle architettoniche. Esistono, però, anche quelle di tipo sensoriale e percettivo che, per alcuni tipi di disabilità (cecità, sordità), sono altrettanto impattanti.

Secondo i più recenti dati Istat, risalenti al 2018-2019, gli alunni italiani con disabilità sia fisica che psichica o intellettiva sono poco più di 284mila (il 3,3%). Un numero, peraltro, in constante crescita. Rispetto all’anno scolastico precedente infatti si è registrato un incremento di 0,3 punti percentuali (su tale aumento incide in parte sia a una maggiore riconoscibilità rispetto al passato di alcune patologie, sia a un più diffuso accesso alle certificazioni). L’istituto nazionale di statistica rileva come, dei 55.209 istituti scolastici italiani, pubblici e privati, soltanto il 34% risulti completamente accessibile per i disabili motori. Un dato che scende al 18% se si prendono in considerazione le barriere senso-percettive. Uno sforzo per abbattere queste barriere però è stato fatto: tra il 2013-2014 e il 2018-2019, a livello nazionale, c’è stato infatti un incremento dell’accessibilità di 20,8 punti percentuali (si è passati dal 13,7% al 34,4%). Sviscerando i dati su base regionale, si nota che la Valle d’Aosta è l’unica regione italiana in cui le scuole accessibili sono più della metà (66,8%). Seguono Lombardia (41,8%) e Friuli Venezia Giulia (41%). Sono 7, invece, le regioni che si trovano al di sotto della media nazionale. Agli ultimi posti ci sono Campania (24%), Calabria (24,8%) e Liguria (26,1%).

Nel summenzionato anno scolastico sono stati fatti sforzi per abbattere le barriere architettoniche. Al primo posto troviamo ancora la Valle d’Aosta (+33,8 punti percentuali), seguita da Sardegna (+31,3) e Molise (+27,8). Agli ultimi posti figurano invece la Liguria (+11,7 punti percentuali) e la provincia autonoma di Trento (+7,6). Dobbiamo ricordare però che questi dati si basano sulle risposte che i singoli istituti scolastici hanno inviato alla rilevazione di Istat. In questo senso, quando un numero significativo di istituti non risponde il dato perde di attendibilità. È il caso delle province autonome di Trento e Bolzano dove il numero di scuole che non ha inviato risposta è superiore al 40%.

Però, come detto, quelle strutturali non sono le uniche barriere. Esistono infatti quelle senso-percettive. Purtroppo, da questo punto di vista, la situazione è più complessa. Infatti, le scuole italiane che dispongono di almeno un dispositivo di ausilio sensopercettivo (come mappe in rilievo e altri indicatori visivi, o segnali acustici) sono appena il 18%, mentre solo il 2% ne ha 2. Anche in questo caso, le scuole sono più accessibili a nord (23%) che a sud (14%). Al primo posto troviamo la provincia autonoma di Bolzano dove il 29,7% degli istituti ha almeno un dispositivo ausiliario, segue l’Emilia Romagna (26,1%) e la Valle d’Aosta (25%). In questo, caso sono 10 le regioni italiane (a cui si aggiunge la provincia autonoma di Trento) che si trovano al di sotto della media nazionale. Agli ultimi posti troviamo invece Calabria (10,5%), Sardegna (12,1%) e Campania (13,7%). 

In soccorso potrebbe esserci proprio la didattica digitale sperimentata recentemente causa Covid-19. Tuttavia, in base ai report di Istat, una scuola su quattro risulta priva di postazioni informatiche adattate alle esigenze degli alunni con disabilità. Le differenze territoriali non sono molto marcate, ma la dotazione risulta maggiore nelle regioni del centro con il 78%, mentre al nord e al sud la quota si attesta al 75%. A livello provinciale è Trento il capoluogo italiano con il maggior numero di postazioni informatiche adattate per gli studenti disabili. Qui infatti, ne beneficiano quasi 7 studenti su 10. Al secondo posto c’è Ravenna (66,3%) mentre spicca la terza posizione della calabrese Vibo Valentia (65,5%).

fonte: minireport Openpolis-Con i Bambini

Di Francesco Mazzariello