Servizi educativi per l’infanzia: cosa offre Salerno?

Servizi educativi per l’infanzia: cosa offre Salerno?

10 Dicembre 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

Gli asili nido in Italia sono stati istituiti già nel 1971 con la Legge n. 1044/1971, con lo scopo di assistere le famiglie nella cura dei bambini e favorire la partecipazione al mondo del lavoro alle donne. Tuttavia esistono delle difficoltà perché il sistema dell’offerta possa rispondere in modo efficace alla ampia richiesta.
La Federazione Italiana Scuole Materne (Fism) che da anni si adopera per tutelare i diritti dei bambini ad essere seguiti e i diritti delle famiglie ad avere strutture a cui affidare i propri figli, specialmente se si tratta di famiglie in cui lavorano entrambi i genitori, fa notare che il sostegno statale è carente in quanto il costo medio per bambino è di 5.739 euro l’anno a fronte di 2,86 euro al giorno che sono realmente stanziati.
Pertanto il Presidente Nazionale della Fism, Stefano Giordano, lancia una proposta: “È ora che gli asili nido e le scuole d’infanzia siano generalizzati e gratuiti. Le scuole Fism svolgono funzione pubblica di istruzione ed educazione; rivestono interesse generale anche secondo il diritto dell’Ue, sono parte del sistema nazionale integrato di educazione e istruzione per i bambini e le bambine da zero a sei anni.”.
Come mai c’è scarsa presenza di servizi dedicati alla prima infanzia?
Dal report dell’Istat di quest’anno viene evidenziato come il rapporto tra servizi e territori vede il mezzogiorno carente sia di strutture pubbliche che private proprio per una mancanza di investimenti in questi territori del Sud Italia in cui la copertura dei servizi per l’infanzia è solo del 24,7%, ancora al di sotto del parametro del 33% che l’Unione Europea aveva fissato già nel 2002 come traguardo per gli stati membri da raggiungere entro il 2010.Le situazioni più svantaggiate si riscontrano in Calabria, in Campania e in Sicilia, dove meno del 10% dei bambini sotto i 3 anni hanno un posto disponibile nei servizi socio-educativi per la prima infanzia. Un’altra criticità legata ai servizi per la prima infanzia è legata alla condizione economica delle famiglie che ne hanno bisogno. L’accesso alle strutture non è certamente esiguo per le famiglie a basso reddito, che paradossalmente sono quelle che più necessitano di supporto perché a maggior rischio di isolamento sociale. La presenza di questo problema di carattere economico potrebbe essere superata grazie a dei bonus di cui poter usufruire che però si mostrano vani data la scarsa presenza di strutture in alcune aree.
Il territorio salernitano cosa offre?
Sul territorio salernitano la cooperativa sociale Progetto2000 gestisce servizi dedicati all’infanzia in diversi Ambiti sociali quali: Ambito S4, Ambito S6 e Ambito A1. La Cooperativa gestisce nidi d’infanzia e nidi aziendali comunali nonché servizi integrativi con finalità educative, aggregative e sociali, che ampliano l’offerta formativa dei nidi d’infanzia garantendo risposte differenziate e flessibili alle esigenze delle famiglie.
Il Presidente della Cooperativa il dott. Valter Vassallo ricorda che “È necessario prevedere forme di confronto e condivisione con le famiglie e con le altre agenzie presenti sul territorio” inoltre aggiunge che “è importante definire “le modalità con cui si realizza il raccordo con la rete delle istituzioni del territorio, tenendo conto della più ampia programmazione dei servizi in esso presenti”. L’accesso al nido è regolato in base a parametri stabiliti dal Piano di Zona specifico che provvede a redigere una graduatoria per cui chi si classifica in posizione utile riesce ad accedere ai servizi. Purtroppo la domanda è superiore all’offerta e alcune famiglie sono tagliate fuori e dovranno rivolgersi, nel migliore dei casi, a nidi privati o a baby sitter oppure uno dei genitori, principalmente le mamme, dovranno riprogrammare le proprie condizione lavorative o perfino abbandonare il lavoro. Progetto 2000, però, invita a valutare la qualità dell’esperienza educativa non solo dai numeri ma da alcuni importanti indicatori di qualità, come ad esempio “il rapporto numerico educatori/bambini, la composizione dei gruppi e delle sezioni e l’organizzazione e la buona gestione dei tempi delle attività” pur affermando che “l’asilo nido resta sicuramente un servizio insostituibile per i genitori che lavorano a tempo pieno. È, quindi, importante integrare fin da subito i servizi per la prima infanzia nel proprio contesto locale”.

Di Maria Marino e Patrizia Morretta