Creatività e talento: la storia di tre videomaker valdianesi
30 Novembre 2020Sono cacciatori. Senza polvere da sparo. Cacciatori di colori, di momenti, di emozioni. Hanno l’indice pronto a far esplodere la propria “arma” e immortalare attimi che poi resteranno eterni. Sono cacciatori. Senza cartucciera ma con il mirino. Cacciatori di creazioni. Della Natura, dell’Uomo. Sono videomaker e non solo. Sono tre valdianesi che resistono puntando sul proprio talento, sul proprio occhio, sulla propria arma: una macchina fotografica. Sono tre i protagonisti di questa nuova storia in chi resiste puntando su se stesso, sulle proprie peculiarità.
Williams Antonio Lamattina è nato nel mondo della fotografia. O forse il mondo degli scatti e dei video è nato con lui. Introverso e un po’ nerd. Talentuoso e dall’occhio fine. Così come quando realizza video. Coglie l’attimo. E sa coglierlo Che siano scatti che immortalano gesta umane, scorci di natura. Gioca con le luci, sembra dominarle. Poco più di trent’anni, di Caggiano, un po’ anche di Polla e con il sangue venezuelano nel sangue che lo rende forse unico. Le sue fotografie parlano, i suoi video emozioni. I suoi montaggi, perché altra caratteristica simile per i nostri tre protagonisti, è saper “montare” immagini e foto, creare progetti che restano unici. Creatori di emozioni. Willy ha anche un’altra capacità: riesce a far diventare realtà quello che una persona immagina. Magic Box.
Roberto Panzella ha sangue misto anch’egli. Un po’ di Pertosa, un po’ (tanto) di Polla, un po’ olandese. Bassista, fumettista, videomaker. La natura è ciò che lo ispira più di ogni cosa. Forse perché nella natura ritrova il suo essere, placido con sprizzi di genio. Alla soglia dei 40 anni sta ritrovando la sua strada. Senza paura si lancia dove viaggiano i sogni. E negli ultimi scatti, soprattutto quelli che immortalano la sua natura, sta mostrando il meglio di sé. Come un giro di basso in una band che lo fa sentire il metronomo ideale. Per colpa di alcuni suoi compagni di viaggio si è anche avventurato in alcuni video, fuori dal coro, dal suo coro. E ha saputo essere intonato anche lì, anche nell’ironia. Perché è un cecchino con l’arma fotografica. Rock.
E infine Gianluigi “Loco” Casella. Già il suo soprannome lo porta in un mondo diverso rispetto ai suoi due colleghi. Meno preciso, meno sul pezzo, ma con il fiuto della foto, del momento, dello scatto. Un segugio delle immagini, ma solo se lo ispirano. Genio e sregolatezza, un’onda sulla quale poter surfare, non certo un mare calmo per navigare. Loco.
Cacciatori di emozioni, con l’arma della macchina fotografica. Lo fanno per passione, lo fanno per lavoro. Lo fanno perché quel talento scorre lento nelle loro vene. Meravigliosamente per chi può ammirare le loro prede.