I Caregiver: quella categoria dimenticata durante il lockdown

I Caregiver: quella categoria dimenticata durante il lockdown

26 Ottobre 2020 0 Di Arianna Bruno

Alla vigilia di un nuovo possibile lockdown un grido di allarme proviene dai caregiver, ovvero coloro che si prendono cura, a titolo non professionale e gratuito, di persone care affette da malattie croniche, disabili o con qualsiasi altro bisogno di assistenza (anziani, malati psichiatrici ecc…).

Secondo l’ultima indagine dell’ISTAT i caregiver in Italia sono 8 milioni e mezzo, di cui 7,3 milioni cargiver familiari. Questi “donatori di cure” sono prevalentemente donne con un’età compresa tra i 45 e i 64 anni e, in un caso su 4, dedicano più di 20 ore settimanali alla persona in difficoltà. Un’assistenza continua che costringe i caregiver a mettere da parte la propria vita privata e li sottopone a situazioni di forte stress fisico e psicologico con elevato rischio di burnout.

La loro paura principale, in caso di una nuova chiusura totale, è quella di doversi fare ancora una volta totalmente carico dei servizi per i loro familiari se non verranno messi in campo delle attività a domicilio.

Chi sono formalmante i caregiver?

In Italia si è definiti i caregiver solo nel 2018 con la legge di bilancio (27 dicembre 2017, n. 205, art.255) stabilendo così che si definisce caregiver familiare “la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, oppure (nei casi previsti dalla legge n.104 del 1992) di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata o sia titolare di indennità di accompagnamento”.

Si tratta di persone che si trovano ad affrontare compiti di cura gravosi per i quali sono spesso impreparati ma che devono svolgere per non incidere economicamente sull’assetto familiare. Le loro attività possono spaziare dall’assistenza diretta alla sorveglianza passiva passando per compiti collaterali come occuparsi delle questioni amministrative e mantenere i contatti con le strutture mediche.

Quali prospettive per il futuro?

Oggi a tutela dei portatori di cura c’è la legge 104 che prevede, per i caregiver familiari, tre permessi mensili, un congedo straordinario fino a 2 anni per i casi più gravi e un bonus. Inoltre, nel 2014 in Emilia Romagna è stata approvata una legge per il riconoscimento del caregiver.  A livello Nazionale, al fine di riconoscere i diritti di questa categoria, è in corso di esame in commissione al senato la legge 1461 presentata il 7 agosto 2019. Ci si augura che questa venga approvata al più presto perché come affermato da Rosalin Carter: “ Ci sono quattro tipi di persone al mondo: quelli che sono stati caregiver, quelli che attualmente sono caregiver, coloro che saranno caregiver e coloro che avranno bisogno di un caregiver”.

di Maria Marino e Patrizia Morretta