Siamo in uno Stato Federale e non lo sappiamo?

Siamo in uno Stato Federale e non lo sappiamo?

2 Ottobre 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

L’emergenza pandemica, tra le tante riflessioni che ha posto in essere nel nostro Paese, ha sollevato una discussione sul ruolo delle Regioni e sul loro rapporto con il Governo. Tanto è vero che, i cittadini hanno mostrato la loro fiducia e il loro disappunto , a seconda dei casi, direttamente ai Presidenti di Regione, piuttosto che al Governo centrale.
Le Regioni hanno avuto un ruolo centrale e sono intervenute autonomamente sugli interventi riguardanti il sostegno alle famiglie, partite iva ed imprese, mentre l’intervento del Governo centrale è apparso farraginoso e tardivo per l’enorme burocrazia.

Il coronavirus ha accentuato e reso dirimente la problematiche del conflitto Stato- Regioni, in quanto sembra sempre più imminente una discussione chiarificatrice sul futuro dell’ordinamento giuridico del nostro Paese tra uno Stato centralistico e un potenziale Stato federale.

È lapalissiano, che i consociati chiedano una vera rappresentanza politica ed istituzionale , intesa nel senso di una politica che ritorni sui territori ad avere quella duplice funzione, ovvero recepire le istanze dei cittadini ed elaborare queste ultime in proposte politiche ed amministrative.

In Italia, si sta vivendo un paradosso importante, dal momento non siamo formalmente uno Stato Federale ma di fatto i “Governatori” e non i “ Presidenti di Regione, che sono due concetti diversi, hanno un potere contrattuale e politico molto più imponente di quello di un Governo centrale troppo debole.

Le cause sono innumerevoli, come si è innanzi esposto, il potere legislativo e governativo sono deboli, perché poco rappresentativi a causa della caduta dei partiti di massa , che hanno perso la funzione di corpo intermedio, tanto sostenuta da Costantino Mortati in Assemblea Costituente. Per tale ragione, il Governo venendo percepito lontano e poco rappresentativo dai cittadini, l’Istituzione regionale è diventato l’unico punto di riferimento per i cittadini, anche a seguito della Legge Costituzionale 3/2001 , che ha concesso un potere legislativo esclusivo e concorrente su ambiti fondamentali come: Sanità, Agricoltura, Ambiente, Istruzione etc.

Il fenomeno che si sta vivendo in questi mesi delle ordinanze emesse dalle varie Regioni, che spesso si sono trovate in forte contrasto con la linea politica del governo centrale, soprattutto nella cosiddetta Fase 2 e 3, ha reso palese il conflitto tra Enti Locali e Governo.
L’interrogativo che bisogna porsi: Sarebbe auspicabile uno Stato Federale?
Ebbene, giova prendere in considerazione cos’è uno Stato Federale, la caratteristica principale di una federazione sta nel fatto che, in esso, i tre poteri: funzionale legislativo, esecutivo e giudiziario, sono divisi sia in modo funzionale, sia territoriale in quanto il potere è diviso tra livelli differenti di governo che sono al tempo stesso indipendenti e coordinati, posti su piani paralleli.

Nella maggior parte delle federazioni gli stati federati, tramite i rispettivi governi periferici, hanno un grado di autonomia sancito dalle leggi costituzionali e non modificabile tramite decisione unilaterale del governo centrale.
Immaginare gli Stati Uniti d’Italia, ovvero la Lombardia come il Texas, la Calabria come la Florida e la Campania come l’Ohio, è poco credibile dal momento che la tradizione giuridico-ordinamentale e storica del nostro Paese è completamente differente da quella degli Stati Uniti d’America, però sicuramente per arginare e ridimensionare il potere politico e contrattuale dei “Governatori” è fondamentale che si realizzi una riforma del sistema rappresentativo, poiché permetterebbe di ridare una funzione al rappresentante dal livello centrale a quello degli enti locali. Il rischio che si incorre è di avere una forma di Stato “ all’italiana”, ossia sostanzialmente federale con un depauperamento delle istituzioni centrali, che non aiuta sicuramente il miglioramento dello status quo, in quanto ci sarebbe un’azione politica ed amministrativa nel nostro Paese non unitaria e per nulla omogenea e coordinata sul territorio nazionale, tra le varie Regioni.

Alla stregua di quanto detto, al fine di razionalizzare e risolvere il dannoso conflitto tra Stato e Regioni , risulta dirimente anche per la crescita dell’Italia affrontare concretamente e pubblicamente il tema della forma di Stato e di Governo nel nostro Paese, in quanto con suddetto modus operandi difficilmente potremmo affrontare le sfide che aspettano l’Italia, come la progettazione per rinvenire i fondi del Recovery Fund.

di Carlo Conte