Cosa comporta il voto al referendum?
28 Settembre 2020Sono passati ormai diversi giorni dall’esito del referendum costituzionale, che ha visto prevalere nettamente il Sì, determinando la conferma del taglio dei parlamentari che passano da 945 deputati a 600 rappresentanti tra Camera dei Deputati e Senato della Repubblica.
Un quesito referendario che poneva al centro della discussione, che è stata estremamente debole, il tema della rappresentanza.
Al fine di fare di porre in essere una discussione completa, la rappresentanza riveste un ruolo fondamentale nello spartiacque tra l’antico e il moderno nella storia degli ordinamenti democratici, in quanto si può osservare come una delle differenze più importanti nel concepire ed organizzare le libertà politiche sia proprio il carattere rappresentativo tipico degli ordinamenti moderni, sostanzialmente sconosciuto nei regimi democratici del mondo antico.
Nelle poleis greche, le funzioni tipiche della sovranità erano esercitate sì collettivamente, ma anche in maniera diretta, tanto che l’intermediazione politica per opera di magistrati era molto limitata.
Ciò era possibile anche grazie alla ridotta dimensione delle “Città-Stato”, che consentiva la partecipazione costante dei consociati , potremmo dire quotidiana alla vita politica.
Era questa una caratteristica che sarebbe venuta meno col passaggio allo Stato-Nazione la cui autorità si estendeva su territori molto più ampi e su una popolazione decisamente più numerosa ed a comunità politiche complesse e plurali.
Anche nel mondo latino, il concetto di rappresentanza riferito alle istituzioni e, in genere, alla res publica era sconosciuto nella declinazione con la quale lo intendiamo oggi. Infatti, il termine repraesentare non compare mai ricollegato al concetto di repraesentatio, in quanto l’espressione non era impiegata nel contesto tecnico-giuridico con il significato di “agire in luogo di qualcun’altro” ma, piuttosto, si riferiva al “mostrarsi” o al “raffigurare”.
Come si può comprendere la rappresentanza è un elemento fondativo di un ordinamento giuridico e un suo taglio lineare e netto senza un’armonizzazione costituzionale e una riforma complessiva del sistema, può determinare distorsioni e conseguenze che possono peggiorare il sistema rappresentativo più che migliorarlo.
Lo storytelling che è presente, ormai, nel dibattito pubblico da diversi anni si fonda su un’idea errata, ovvero i rappresentanti sono troppi e per tale ragione inefficienti e superflui, invece il punto di vista da cui si deve osservare tale problematica è la qualità della classe dirigente, che si è fortemente ridimensionata a causa della caduta dei partiti di massa, i quali avendo una struttura territoriale, individuavano i riferimenti politici a cui affidare la crescita politica e culturale , davvero rappresentativi, e al contempo formavano sia la classe dirigente che i militanti del partito.
Pertanto, menzionata riforma costituzionale non pone al centro la maggiore efficienza del sistema legislativo e rappresentativo del nostro Paese, dato che uno degli effetti importanti della diminuzione dei parlamentari è la riduzione della rappresentanza nelle regioni medie e piccole del Senato, dove per Costituzione l’elezione deve avvenire su base regionale. Ad esempio le Regioni della dimensione delle Marche e della Basilicata passerebbero da 7 seggi a 3,4 o 5 con la conseguenza che verrebbero rappresentate solo le prime due forze politiche.
Se, invece, si volesse davvero incidere sul sistema legislativo del nostro Paese, sarebbe opportuno immaginare un superamento del bicameralismo perfetto, che ormai ha perso la funzione datagli dai Padri Costituenti, i quali immaginarono tale sistema, al fine di porre dei pesi e contrappesi per la tutela della Democrazia e della Repubblica.
Contemporaneamente, bisognerebbe immaginare una rigenerazione sia nella struttura che nella funzione dei corpi intermedi, in quanto una società disintermediata e con una diminuzione dei rappresentanti può generare solo numerose problematiche.
La domanda che ci dovremmo porre è la seguente: era davvero necessario realizzare un referendum così decisivo per il sistema rappresentativo in concomitanza con la tornata elettorale delle amministrative e in un periodo di pandemia, in cui il dibattito e confronto sul quesito referendario è andato in secondo se non proprio in terzo piano?
di Carlo Conte