Rete europea per lo sviluppo locale: l’esempio dell’isola di Lesbo

Rete europea per lo sviluppo locale: l’esempio dell’isola di Lesbo

25 Settembre 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

Nel contesto delle iniziative europee relative allo sviluppo locale, una delle metodologie più popolari ed utilizzate è quella del metodo leader. Il metodo leader consiste nel coinvolgere gli attori locali nell’elaborazione e nell’attuazione di strategie, nei processi decisionali e nell’attribuzione delle risorse per lo sviluppo delle rispettive zone rurali.
Inizialmente, era l’unica iniziativa in cui le comunità locali rivestivano un ruolo centrale sia nella formulazione delle strategie di sviluppo dei loro territori, sia nella selezione dei progetti da attuare. Ad oggi, invece, l’iniziativa vanta una portata molto più ampia e che va ben oltre le zone rurali. Ad attuarlo è una vasta rete di quasi 2.800 GAL, ciascuno dei quali può contare su centinaia di cittadini attivi, che rappresentano il 61% della popolazione rurale dell’Unione europea. In quanto forma di sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD), il metodo Leader è stato adottato da altri tre fondi dell’UE (il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca) ed è stato adattato per poter essere applicato alle città, alle zone costiere e alle principali questioni sociali.
Sono diverse le esperienze europee realizzate direttamente dagli abitanti locali di determinati territori, esperienze a cui dovremmo guardare con interesse.
Una di queste è quella della Grecia, più precisamente dell’isola di Lesbo. L’isola di Lesbo è situata nell’Egeo nordorientale e si estende su un’area complessiva di 1.633 km².
Negli ultimi 15 anni, la società Lesvos Local Development Company ETAL S.A., fondata nel 1992 e che oggi funge anche da gruppo di azione locale per la pesca (GALP), ha messo in atto una strategia di sviluppo locale incentrata sulla costituzione di una rete di sentieri che hanno contribuito a migliorare la condizione, la visibilità e l’economia delle zone rurali più nascoste dell’isola.
Le autorità locali hanno fatto della strategia di sviluppo rurale una vera e propria priorità. Le imprese locali hanno diversificato le proprie attività per potersi collegare alla rete di sentieri, che sono divenuti una delle attrazioni principali di Lesbo.
Tali sentieri si collocano al centro di eventi sportivi internazionali e attività all’aperto, come ad esempio il birdwatching. L’immagine dell’isola si è reinventata come una destinazione turistica e il progetto, inoltre, ha contribuito a diversificare il turismo sull’isola, passando da un turismo comune a un turismo alternativo basato sulle esperienze, rendendo inoltre più visibili le comunità locali remote.
Il progetto dei sentieri di Lesbo è un esempio di come un territorio, anche il più difficile, possa avere il potere di sfruttare il proprio potenziale intrinseco. Di conseguenza, attraverso un’alleanza attiva di parti locali interessate, è possibile sostenere e diversificare l’economia di un territorio, reagendo a situazioni di crisi sociale e finanziaria.

Di Noemi Cavaliere