Quasi 100 mila minori maltrattati: investire nel Mezzogiorno
17 Settembre 2020L’Avis – Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile ha lanciato un allarme: l’Italia è un Paese a rischio maltrattamento infantile. Quarantasette minori su mille sono seguiti dai servizi sociali. Quasi 100mila sono vittime di maltrattamento, fenomeno amplificato dall’emergenza Covid-19. Lo dice “Restituire il futuro“, la III edizione dell’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia pubblicato da Cesvi. «In Italia il fenomeno del maltrattamento all’infanzia è un problema diffuso, ma poco conosciuto anche a causa della scarsità di dati a disposizione: l’Organizzazione mondiale della sanità afferma che per ogni caso conosciuto dai servizi ce ne sono altri nove sommersi», ha commentato Gloria Zavatta, presidente di Cesvi. «La terza edizione dell’Indice mette in luce la necessità di disporre di dati più puntuali e ridurre il divario sociale ed economico delle regioni del Mezzogiorno tramite l’attuazione pratica dei Livelli essenziali di assistenza socioassistenziale (Liveas). Inoltre, si conferma la necessità di adottare strategie di intervento a medio-lungo termine in grado di modificare in modo strutturale i comportamenti umani e promuovere politiche specifiche e mirate», ha concluso. Il fenomeno del maltrattamento sui bambini è tra le peggiori emergenze sociali, sia per la sproporzione di forze tra la vittima e il colpevole, sia per il tradimento della fiducia che i bambini ripongono negli adulti. Inoltre, secondo Cesvi, tutte le forme di maltrattamento hanno conseguenze gravi non solo sui bambini, ma anche sulla società: gli ex bambini maltrattati sono oggi adulti che vivono con un pesante fardello di dolore che spesso scaricano sui propri figli.
Il Rapporto si conclude elencando le aree su cui insistere per migliorare la capacità di intervento pubblico nella prevenzione, cura e contrasto del fenomeno. Il primo su tutti riguarda l’esigenza di disporre di dati più puntuali sull’entità del maltrattamento nel nostro Paese. Poiché si tratta di un fenomeno sommerso, rimane indispensabile disporre di dati in grado di rilevare e circoscrivere con maggiore precisione la platea di destinatari delle politiche. In questo senso la recente ricostituzione dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza offre i giusti presupposti di governance per avviare un percorso di potenziamento informativo sul fenomeno. In secondo luogo, sono necessari investimenti e nuovi strumenti di governance per ridurre il divario territoriale. Le differenze territoriali sottolineano la necessità di investire risorse nel Mezzogiorno, sia di carattere finanziario che di carattere sociale e politico. «Occorrono strumenti di raccordo tra livello nazionale e territoriale, in grado di garantire livelli essenziali di prestazioni e servizi accessibili per i bambini e famiglie – si legge ancora nel riassunto dell’Asvis -. È indispensabile investire nei servizi sul territorio, al momento l’unico strumento per prevenire, contrastare e curare il maltrattamento all’infanzia. Infine, occorrono politiche di medio e lungo termine in grado di incidere sul cambiamento dei comportamenti umani. Se la cura del maltrattamento all’infanzia può richiedere interventi di carattere sanitario e sociale immediati, per la prevenzione e il contrasto è indispensabile che la pianificazione e la programmazione dei servizi adottino una prospettiva di medio-lungo termine, la sola efficace nel modificare i comportamenti delle persone», conclude.