Studenti italiani ultimi in Europa per comprensione del testo

Studenti italiani ultimi in Europa per comprensione del testo

8 Settembre 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

«Il grado di civiltà del nostro Paese dipenderà anche, e in larga misura, da cosa, anche nel campo della letteratura di consumo, gli italiani avranno letto» sosteneva Giangiacomo Feltrinelli. Oggi, il padre dell’omonima casa editrice, se fosse qui, spererebbe di poter credere di meno alla sua stessa affermazione.

Openpolis ha analizzato i dati delle performance degli studenti italiani delle scuole di secondo grado confrontandole poi con quelle degli altri paesi Ue. Il risultato è un infelice dislivello. Ancora più preoccupante è se il dislivello si ripropone all’interno del Paese stesso. Si nota infatti una spaccatura tra il Nord, spesso in linea con la media Ue, e il Mezzogiorno. Addirittura anche all’interno di una singola regione si possono registrare delle significative differenze.

Per le proprie rilevazioni, Ocse-Pisa nel 2018 ha sottoposto ad un campione rappresentativo di studenti quindicenni, iscritti a qualsiasi scuola secondaria di secondo grado, una serie di prove cognitive, tra cui una di lettura.gli studenti italiani hanno raggiunto un punteggio medio di 476 per capacità di lettura e comprensione di un testo. Si tratta di un dato non soddisfacente, perché inferiore al punteggio medio Ue di 482. L’Italia si colloca agli ultimi posti sul piano europeo, al pari di Ungheria e Lituania e superata da tutti gli altri paesi principali. Questo elemento deve preoccupare perché un buon livello di competenze alfabetiche rappresenta un elemento chiave per accedere al mercato del lavoro, gli studenti italiani rischiano quindi di rimanere indietro rispetto ai loro colleghi europei. Il risultato medio dall’Italia corrisponde al livello 2 dei parametri Ocse (equivalente alla fascia compresa tra 407,47 e 480,17 punti), considerato il valore minimo necessario di competenza: i giovani che raggiungono almeno questo risultato iniziano a dimostrare la capacità di utilizzare le loro abilità di lettura per acquisire conoscenze e risolvere un’ampia serie di problemi pratici. Un livello raggiunto da circa il 77% del campione.

Circa il 23% non arriva all’obiettivo minimo. I giovani che rientrano nel livello 1 sono definiti da Ocse “low performers” e presentano spesso difficoltà a confrontarsi con contenuti a loro non familiare o di una certa lunghezza e complessità. In base a questo parametro, quello italiano è il dodicesimo peggior risultato a livello europeo. Fanno peggio dell’Italia, tra gli altri, l’Austria (23,6%) e i Paesi Bassi (24,1%). Tra i paesi più virtuosi invece l’Estonia (11%), l’Irlanda (11,8%) e la Finlandia (13,5%).

Il nostro Paese, che nel 2000 aveva registrato una performance migliore della Germania (rispettivamente 487 e 484), ha visto un peggioramento, culminato con il punteggio medio di 469 del 2006 (-15 punti rispetto al 2000). C’è stato poi un buona risalita nel 2009 e nel 2012 e un altro calo nel 2015, fin quando, nel 2018, i risultati sono tornati ad essere al livello del 2003. La Francia ha avuto un andamento parallelo rispetto a quello dell’Italia ma partendo da livelli molto più alti (505 nel 2000, 493 nel 2018). La Germania invece, che nel 2000 aveva ottenuto il risultato peggiore, ha visto una costante crescita fino al 2015. C’è stata poi un’importante flessione nel 2018 che, tuttavia, resta la performance migliore fra i tre stati. L’Italia, dunque, si trova in fondo alle classifiche europee per le competenze alfabetiche dei propri studenti.

Ma come accennato prima, i dati Ocse-Pisa riportano significative differenze interregionali. In particolare, l’analisi evidenzia risultati complessivamente peggiori al Sud. I dati Ocse-Pisa analizzati finora però, essendo pensati per il confronto tra stati, non permettono un approfondimento locale. Per farlo bisogna ricorrere ai dati Invalsi che, in modo simile, valutano le competenze alfabetiche dei quindicenni. In base a essi, possiamo capire come la capacità di uno studente di leggere e comprendere un testo possa variare anche di molto. La Valle d’Aosta raggiunge il risultato più alto con una media di 218 punti. Seguono la Lombardia e la provincia autonoma di Trento con 217 e il Veneto con 216. Con la sola eccezione dell’Abruzzo, tutte le altre regioni meridionali, invece, fanno peggio della media nazionale (204 punti). Gli ultimi posti sono occupati da Sardegna (187), Calabria (189) e Campania (192). Questi dati confermano il netto divario esistente tra il Centro-Nord e il Meridione.

Per l’analisi di una singola regione sarebbe necessaria una mappatura completa di come varia la diffusione delle competenze sul territorio. Purtroppo non sono disponibili i dati per tutti i comuni ma, attraverso le statistiche sperimentali di Istat, possiamo ricostruire il fenomeno almeno per i capoluoghi. In questa elaborazione, il punteggio medio conseguito dagli studenti a livello nazionale è di 200. In poco più della metà delle città censite (52%) si registrano risultati superiori alla media, mentre nel restante 48% si hanno risultati inferiori. Suddividendo i capoluoghi per macro aree, si conferma come al Nord ci sia una netta maggioranza di comuni con risultati superiori alla media nazionale (32 contro 5). Al Centro la situazione sembra più equilibrata, con 18 comuni sopra la media e 15 sotto. Al Sud invece c’è una significativa maggioranza di comuni i cui studenti non raggiungono livelli soddisfacenti di competenza alfabetica (12 contro 35). I dati ci confermano dunque come, anche all’interno delle singole regioni, vi siano realtà divergenti.

Questi infine i primi 10 capoluoghi per competenza alfabetica. Al primo posto si trova Monza con una media di 215,9 punti, mentre al secondo c’e’ Treviso con 215,5. È interessante osservare il terzo posto di Lanusei, capoluogo della ex provincia sarda dell’Ogliastra, ora soppressa. Con il punteggio di 215,2, questa città è in controtendenza con il resto del Mezzogiorno e della Sardegna. Proprio il caso sardo ci fa conferma, ancora una volta, come le differenze possano essere marcate anche all’interno di una singola regione. A fronte del risultato positivo di Lanusei infatti, si può notare che, tra i dieci capoluoghi italiani con i punteggi medi peggiori per competenze alfabetiche, ben 7 sono in Sardegna. Al primo posto di questa classifica c’è Carbonia (provincia del Sud Sardegna) con 149,6 punti. Seguono Oristano con 156 e Sanluri con 160,9. Gli unici capoluoghi non sardi presenti sono le siciliane Messina e Caltanissetta (rispettivamente quarta e quinta) e la calabrese Cosenza (ottava).