Morto Philippe Daverio, lo strenuo divulgatore d’arte
2 Settembre 2020“Il fulcro della crisi attuale del pensiero critico sta nella confusione semantica, nella difficoltà di sapere che cosa siano oggi la scultura, la pittura, la fotografia e le installazioni, il teatro o le performance. Diventa necessario ridare un significato alle parole che usiamo”. Così diceva Philippe Daverio, lo storico dell’arte e divulgatore che questa notte, all’età di 71 anni, ci ha lasciato dall’Istituto dei Tumori di Milano.
Nato il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, città francese nella regione dell’Alsazia, da padre italiano e madre alsaziana, prima di dedicarsi all’arte frequentò il corso di laurea in Economia e commercio all’Università Bocconi (“Io non sono dottore perché non mi sono laureato, ero iscritto alla Bocconi nel 1968-1969, in quegli anni si andava all’università per studiare e non per laurearsi” disse a riguardo). Nel 1975 ha aperto la galleria che portava il suo nome “Galleria Philippe Daverio”, in via Monte Napoleone 6 a Milano, dove si occupava prevalentemente di movimenti d’avanguardia della prima metà del Novecento. Nel 1986 viene aperta a New York la “Philippe Daverio Gallery” rivolta all’arte del XX secolo. Nel 1989 apre a Milano in corso Italia 49 una seconda galleria di arte contemporanea. Ha insegnato storia dell’arte presso la IULM di Milano, e storia del design presso il Politecnico di Milano, e fino al 2016 ha ricoperto l’incarico di professore ordinario di disegno industriale presso l’Università degli Studi di Palermo.
A cavallo tra gli anni Novanta e i Duemila è diventato un noto volto televisivo grazie alle trasmissioni Art’è e Art.tu , ma soprattutto per Passepartout (2001-2011), dedicate alla critica d’arte. Così facendo, riuscì a ritagliare uno spazio quotidiano per l’arte nella vita persone.
“L’arte non è uno specchio per riflettere il mondo, ma un martello per forgiarlo” diceva Majakovskij. Con il suo impegno televisivo (oltre che, ovviamente, con le sue pubblicazioni e le lezioni tenute da docente), Philippe Daverio ha probabilmente aiutato tante persone a forgiare il proprio mondo. La sua scomparsa, in un periodo storico piatto e statico, è un’ulteriore coltellata alla vita intellettuale di questo Paese, che ha seriamente bisogno di riaccendere dibattiti sull’arte, per scuotere coscienze e animare intelletti, per alimentare una tenue speranza di salvarsi da un oblio di inconsapevolezza di sé che conduce al buio. Pesto.