Università, Manfredi: «A settembre si torna in presenza al 50%»
7 Agosto 2020«L’università ripartirà con un affollamento delle aule al 50%; una parte degli studenti seguiranno in aula e un’altra online anche a richiesta degli studenti. Ci sarà un’organizzazione flessibile». Così il ministro dell’Università e Ricerca, Gaetano Manfredi, intervenuto ad Agorà su Rai3.
«L’università – ha aggiunto – è una comunità in presenza però la didattica a distanza, integrata a quella in presenza, consente di arrivare a una parte di popolazione che normalmente non potrebbe seguire».
«Abbiamo attraversato momenti molto difficili – ha inoltre affermato il ministro e sono molto orgoglioso del fatto che, malgrado la pandemia, quest’anno abbiamo avuto più laureati e più esami sostenuti rispetto all’anno precedente. Credo che sia stato un momento nuovo che abbia anche rigenerato l’università».
Sulle immatricolazioni, per Manfredi, nonostante siano iniziate da poco «in alcuni settori abbiamo avuto gli stessi iscritti e in alcuni più iscritti”. Secondo il ministro anche per gli studenti stranieri ci sono state più iscrizioni. ù
«Sono ottimista – ha detto – che la reazione alla crisi sarà positiva».
Edilizia universitaria: 800 milioni da investire
Il Ministro si è poi soffermato sugli investimenti messi in campo per l’edilizia universitaria: «Abbiamo appena chiuso un primo bando di 400 milioni che assegneremo a settembre, abbiamo altri 400 milioni di investimenti nei prossimi mesi, quindi c’è un grande investimento anche sull’ediliza universitaria che significa anche un nuovo modo di fare didattica».
Secondo il ministro, del Recovery fund «una decina di miliardi deve essere investita tra università e ricerca. Abbiamo – ha continuato – una percentuale di studenti che passa dalla scuola superiore all’università tra le più basse d’Europa. Università e ricerca sono strumento chiave per il cambiamento di un Paese, dobbiamo fare un investimento mirato di medio-lungo termine».
«Oltre alla riduzione delle tasse, che abbiamo fatto – ha proseguito – abbiamo la necessità di avere un sistema di borse di studio che renda gli studenti autonomi. In Italia oggi solo il 10% degli studenti prende una borsa di studio, in Germania il 40%. È un ulteriore obiettivo che abbiamo: allargare la fascia di sostegno all’università perché è un modo per rendere i ragazzi più indipendenti e per abbattere fortemente le differenze sociali».